Giudice arso vivo nell'auto di Cristiana Pumpo

Giudice arso vivo nell'auto Il magistrato era in servizio alla corte d'appello di Napoli Giudice arso vivo nell'auto Giallo a Latina, la figlia riesce a salvarsi IL CASO UN INCENDIO MISTERIOSO LLATINA UCIO Spaziani Testa, 53 anni, magistrato della corte d'appello di Napoli, è morto lunedì sera carbonizzato nella sua auto nei pressi di Priverno. Insieme con lui c'era la figlia ventenne, Valeria, che è riuscita a mettersi in salvo ed è stata ricoverata all'ospedale di Priverno in stato di choc. E' stata la ragazza a raccontare ieri mattina alcuni particolari dell'accaduto. Una storia che, però, presenta molti punti oscuri. Lunedì sera stavano rientrando a casa a Terracina. Tornavano dall'ospedale di Sezze, dove si erano recati per una visita medica. Stando al suo racconto, la giovane si era appisolata sui sedili posteriori dell'auto del padre, una «Polo Volkswagen» bianca, a quattro porte, quando il magistrato le ha chiesto l'accendino per una sigaretta. Poco dopo è scoppiato l'incendio. Si fermano qui i ricordi di Va- leria; da quel momento in poi, il buio, nella sua mente solo le grida del genitore e la cortina di fumo all'interno dell'abitacolo della macchina. A completare la ricostruzione dell'accaduto ci stanno pensando i carabinieri di Latina che conducono le indagini sotto la direzione del colonnello Vittorio Tomasone e che, al momento, escludono ipotesi di attentato. La giovane figlia del magistrato sarebbe uscita da uno degli sportelli posteriori della «Polo», avrebbe cercato poi di aprire la portiera di guida per tentare di far uscire il padre; purtroppo senza riuscirvi. La maniglia dello sportello era già infiammata. E' stato un passante, che si trovava sulla strada «Marittima II», dov'è avvenuto l'incendio, a dare l'allarme; con il crick della sua aufo ha cercato di sfondare i vetri dei finestrini per intervenire. Ma era troppo tardi. Anche quando i carabinieri hanno usato gli estintori di bordo, per il magistrato non c'era già più nulla da fare. Questa una prima ricostruzione dei fatti. Nel pomeriggio di ieri sono intervenuti anche i periti nominati dal sostituto procuratore Francesco Lazzaro e gli esperti del Cis dei carabinieri, che dovranno trovare spiegazioni possibili per una dinamica che in realtà è tutta da chiarire. Difficile spiegare come il magistrato non sia riuscito a buttarsi fuori dall'auto o che una sigaretta sia riuscita da sola a scatenare quell'incendio. A meno che l'abitacolo dell'auto non fosse saturo di fumi di benzina. Forse un tentativo di suicidio? Spaziani Testa - come ricordano, tra l'altro, alcuni suoi colleghi della Pretura di Terracina - non aveva l'abitudine di fumare. Una prima spiegazione potrebbe essere che ad avvolgere il corpo del magistrato sarebbe stato quello che tecnicamente viene chiamato «flash», un'e¬ splosione della quale si deve però ancora comprendere l'ori gine. E Spaziani Testa potrebbe essere stato colto da malore Sarà l'autopsia disposta dal procuratore Lazzaro a chiarire molti dubbi. Lucio Spaziani Testa, 53 anni, era nato a Fresinone nel 1945, ma da tempo viveva a Terracina, provincia di Latina, insieme alla moglie e alla figlia Valeria, mentre un altro figlio, Manlio, anch'egli magistrato, vive ad Urbino. Proprio a Terracina era stato pretore dall'ottobre del 1977 fino a dicembre dell'84 e in quella sede viene ricordato per le sue battaglie contro l'abusivi smo edilizio. Nell'85 era stato trasferito al Tribunale di Latina, sezione civile, dove ha prestato servizio per dieci anni. Dal 1995, invece, lavorava alla corte d'appello di Napoli, sempre nel la sezione civile. Cristiana Pumpo «Le fiamme sprigionate da un mozzicone»: ma la ricostruzione non convince L'auto nella quale è morto il giudice

Persone citate: Francesco Lazzaro, Lucio Spaziani Testa, Polo Volkswagen, Spaziani, Vittorio Tomasone