I piedi dei vip contro le mine

I piedi dei vip contro le mine Libro-omaggio di atleti e artisti all'impegno di Diana I piedi dei vip contro le mine MLONDRA ANI e piedi famosi si snudano per rendere omaggio a un cuore, quello di Diana. Atleti, artisti, ballerine, calciatori e stilisti hanno messo le proprie venti dita a disposizione della campagna contro le mine antiuomo, la più politica tra le cause sponsorizzate dalla defunta principessa di Galles. Fotografie, acquerelli, sagome tracciate con il pennarello, fotocopie in bianco e nero, sono state raccolte in un libro e presentate ieri sera alla National Portrait Gallery di Londra in favore dei mutilati. La «freccia nera» Linford Christie, campione olimpico dei 100 metri, Elton John, l'eroina dei 400 a ostacoli Sally Gunnell, la creatrice di moda Stella McCartney (figlia di Paul e capo della maison Chloé) e il suo collega Alexander McQueen, il pittore David Hockney, il tennista Tim Henman, il calciatore Ryan Giggs e la ballerina classica Darcey Bussell, l'architetto Richard Rogers, fanno tutti affidamento su mani e piedi nella loro vita professionale. Chi ha avuto la disgrazia di montare su una mina antiuomo può apprezzare quanto sia prezioso il capitale di braccia e gambe. «Questo libro è il risultato di una collaborazione di persone che contano sull'uso di mani e piedi nel loro mestiere - spiega Rebekah Gilbertson, un'artista londinese che ha lanciato l'iniziativa dopo un traumatico viaggio in Mozambico -. Le nostre membra sono utensili di espressione e comunicazione. Le mine antiuomo hanno causato indicibili sofferenze e derubato migliaia di civili innocenti di questi legami con il mondo». I contributi delle celebrità al libro, intitolato «Handlines», recano talvolta didascalie personali. Quello di (Sir) Elton è uno slogan: «Morte a tutte le mine antiuomo». Stella McCartney, in linea con quello che «Ali You Need is.Love» ha rappresentato per la generazione di suo padre, scrive: «Pace» sopra la propria mano che fa il segno della vittoria. Maria Chiara Bonazzi 1

Luoghi citati: Galles, Londra