«Nelle Br un infiltrato legato a Delfino»

«Nelle Br un infiltrato legato a Delfino» Intorno al covo di via Gradoli ci sarebbero stati alloggi dei servizi. Il senatore Pellegrino: disegno destabilizzante «Nelle Br un infiltrato legato a Delfino» Franceschini: un confidente dei carabinieri partecipò al sequestro Sossi MILANO. Tra il commando di brigatisti che sequestrò a Genova nel '74 il giudice Sossi, c'era un confidente dei carabinieri: Francesco Marra, legato al maresciallo Luigi Atzori, uomo del generale Francesco Delfino (tuttora ricoverato in ospedale a Verona dopo il tentato suicidio, ieri si è rifiutato di rispondere alle domande dei magistrati bresciani che lo hanno indagato per il sequestro Soffiantini). Per anni di Marra (nome di battaglia «Rocco) non si è saputo nulla, oggi si scopre che era un confidente. Ancora: i vicini di casa dei brigatisti nascosti nel covo di via Gradob, durante il sequestro Moro, vivevano tutti in appartamenti di proprietà dei servizi segreti. Strane coincidenze. «Convergenze parallele» le definisce il senatore pidiessino Sergio Flamigni, raccolte ora nel suo nuovo libro presentato ieri a Roma: «Le Brigate rosse, i servizi segreti e il delitto Moro» (Kaos edizioni). All'incontro era presente anche l'ex brigatista Alberto Franceschini, tra i fondatori del gruppo terrorista, che ha raccontato la storia di Francesco Marra: paracadutista, ben conosciuto negh' ambienti militari di Milano, già iscritto al pei (nella sezione di Quarto Oggiaro), passato in clandestinità per il sequestro Sossi. Fu lui, esperto di armi e esplosivi, che, secondo Franceschini, insegnò ai brigatisti a sparare nelle gambe delle loro vittime. Marra, oltre a compiere diverse rapine, avrebbe partecipato ad alcune azioni, tra cui la progettata «liberazione» di Renato Curcio. Un identikit che secondo Franceschini svela l'esistenza di retroscena ancora oscuri. Anche perché adesso si scopre che Marra in realtà era un informatore dell'allora brigadiere Luigi Atzori: «E Atzori significa Delfino», dice Franceschini. E forse c'è una coincidenza ulteriore. Di Atzori parlò nel di¬ cembre scorso l'ex questore di Milano Antonino Allegra, tra i primi a condurre le indagini sul delitto Calabresi. In un'intervista al «Giornale», per smentire l'ultimo teste a favore della difesa di Spfri (Luciano Gnappi, che sostenne di aver visto in faccia il killer di Calabresi) Allegra parlò proprio di un certo Atzori. All'affermazione di Gnappi che sosteneva di aver subito qualche sera dopo il delitto la visita «di due ceffi», che gli avevano mostrato la foto del presunto killer, l'ex questore rispose: «I due che andarono da Gnappi quella sera non erano affatto "due ceffi", e tantomeno gente dei servizi segreti. Erano due regolari ufficiali di pg; uno si chiamava Antonio Sgro, e faceva parte dell'ufficio politico, l'altro era un sardo, si chiamava Atzori (il nome non lo ricordo), era un carabiniere del Gruppo di Milano aU'ordine del maggiore Pietro Rossi». Si trattava dello stesso ufficiale di collegamento con l'infiltrato delle Br? Il senatore Pellegrino, presidente della Commis¬ sione stragi, ha commentato: «Le Br furono finalizzate ad un disegno destabilizzante portato avanti fino agli anni Settanta, senza nulla togliere alla loro matrice culturale di sinistra». L'interesse di Franceschini per Marra data da tempo: «Non volevo parlarne perché non avevo riscontri concreti». L'ex Br ha sottolineato di aver messo a verbale le sue informazioni su Marra circa un anno e mezzo fa, davanti a Massimo Giraudo, l'ufficale dei Ros che sta indagando sulla strage di Piazza della Loggia. «Un dubbio ulteriore sul ruolo di Marra - ha spiegato Franceschini - mi è venuto leggendo, qualche tempo fa, un articolo del '76 del settimanale "A Tempo" che in copertina reca una vignetta di Moro dietro le sbarre di una prigione. Nell'articolo si parlava dell'idea del Sid (Ufficio D), frutto di un'informazione "interna" alle Br, di far ritrovare Sossi cadavere nel covo delle Br, così come i suoi carcerieri, con accanto il corpo di Giovanni Battista Lazagna, l'amico di'Giangiacomo Feltrinelli, a cui si voleva attribuire il ruolo di capo delle Br». Chi era (d'informatore interno» dei terroristi? «Quel piano non si realizzò, ma i dubbi su Marra si sono accresciuti. I suoi reati sono prescritti ma parlo solo ora - ha continuato Franceschini - perché quando è stato interrogato so che Marra agli investigatori ha detto chiaro e tondo di essere un informatore del maresciallo Atzori e questo nome significa Delfino. Fu Marra a guidare l'irruzione alla sede dei Centri di Resistenza Democratica di Sogno, quando venne sequestrato materiale molto importante». Secondo Franceschini, Marra abbandonò le Br nel '75. Di lui non si seppe più nulla. E quando un anno fa i carabinieri sono andati a cercarlo li ha informati immediatamente di essere stato sempre in contatto con il maresciallo Atzori. Perché un informatore così prezioso non venne utilizzato per bloccare le successive azioni terroristiche? Ir. m.] Il generale Francesco Delfino Ieri non ha risposto ai pm bresciani

Luoghi citati: Genova, Milano, Roma