Tre cadaveri e una pistola in Vaticano di Francesco Grignetti
Tre cadaveri e una pistola in Vaticano Assassinati nella casa dell'ufficiale. Estermann era stato nominato da poche ore dopo mesi di polemiche Tre cadaveri e una pistola in Vaticano Uccisi il capo delle Guardie svizzere, la moglie e un graduato ROMA. Colpi d'arma da fuoco, grida, lamenti, rumori. E' accaduto ieri sera intorno alle 21 in Vaticano. Un delitto. Sacrilego, considerando che si è ucciso a pochi metri dal Pontefice. Ma anche incredibile, perché le vittime sono il comandante delle guardie svizzere, Alois Estermann, nominato poche ore prima a capo del corpo che veglia sulla persona del Santo Padre; sua moglie Clarys Mezza, cittadina venezuelana, il vicecaporale Cedric Tornay. E' un attonito portavoce vaticano, Joaquim Navarro, a dare la notizia al mondo che per la prima volta nella sua storia il Vaticano è stato teatro di un delitto. Il colonnello Estermann, 43 anni, prestava servizio tra le guardie svizzere dal 1980. Appena un anno dopo, era lui accanto a Giovanni Paolo II nel momento in cui il turco Ali Agca sparava in piazza San Pietro. Estermann era uno di quelli che afferrò l'attentatore, impedendogli di sparare ancora. Un poliziotto duro, uno che sapeva di fare il mestiere più difficile e ma anche più prestigioso al mondo. Proprio lui, vicecomandante del corpo da anni, beneamato dai cento volontari svizzeri che vestono la multicolore divisa di Michelangelo, dopo sette mesi di attesa (tanto era stata lunga la decisione per trovare un sostituto al vecchio comandante delle guardie, condita da pole miche anche perché Ester mann non apparteneva a una famiglia di sangue blu), final mente era stato promosso dal Papa in persona. La notizia era arrivata ieri mattina. Estermann avrebbe presto giurato sul piazzale davanti alle sue guardie. E invece proprio questo traguardo ha scatenato una tragedia ancora incomprensibile. Ci sono ben pochi dubbi che non sia stata la | promozione a scatenare la fol lia omicida di un ancora miste rioso assassino. Accanto a Estermann, richiamati da una vicina che aveva sentito urla e spari, gli investigatori vaticani hanno trovato i corpi della moglie del colonnello, Clarys Mezza, e del vicecaporale Tornay. Quest'ultimo era molto probabilmente addetto alla sicurezza del colonnello. Una guardia del corpo che non è riuscita a impedire l'omicidio, ma che deve aver capito all'ultimo istante che qualcosa non andava per il verso giusto. L'hanno trovato con la rivoltella d'ordinanza fuori dal fodero. Abbandonata a terra, poco distante dalla mano. E ora, ancora sbigottiti dall'accaduto, gh investigatori cominciano ad avanzare le prime ipotesi. E' evidente che la primissima pista sarà quella dei colleghi. Saranno controllati tutti gli svizzeri, per vedere se non ci sia qualcuno che aveva motivi di risentimento verso il suo nuovo comandante. Le indagini si annunciano già complicatissime. La Questura di Roma è stata avvisata del fatto di sangue. Ma il Vaticano è uno Stato indipendente. I suoi palazzi godono dell'extraterritorialità. L'ispettorato di Ps delegato alla protezione del Pontefice e alla sicurezza in piazza San Pietro non può certo indagare nei Sacri Palazzi. D'altra parte, se non fosse proprio lui la vittima, il primo a essere chiamato in causa sarebbe stato appunto il colonnello Estermann. E sono i suoi uomini che adesso sono i primi ad essere sospettati. Un rebus. La Santa Sede una prima indicazione sul come muoversi l'ha già fornita. «Giudice unico per quanto accade in Vaticano è il dottor Marroni», ha indicato il portavoce della sala stampa, Navarro. Nella notte è tra pelata una prima ricostruzio ne, ancora tutta da conferma re, della strage. In un raptus di follia, il vice caporale avrebbe ucciso i coniugi Estermann e si sarebbe poi tolto la vita. Un'i potesi accreditata anche dal portavoce vaticano. Francesco Grignetti Prima ipotesi: in un raptus il vice caporale avrebbe sparato due volte prima di suicidarsi II colonnello Alois Estermann (a sinistra) e un gruppo di Guardie svizzere
Luoghi citati: Roma
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