«Helmut, comincia la mia era»

«Helmut, comincia la mia era» «Helmut, comincia la mia era» «Grave errore la staffetta per la Superbanca» PERSONAGGIO IL NEMICO DEL CANCELLIERE «Helm«Grave A: ROMA L termine dei colloqui romani il candidato socialdemocratico alla Cancelleria alle elezioni tedesche, Gerhard Schroeder, ha avuto un lungo incontro con la stampa. Gerhard Schroeder, che giudizio dà del debutto dell'Euro con il braccio di ferro sulla nomina del primo presidente della Banca Centrale? «Credo che sarebbe stato assai meglio, assai più ragionevole, rispettare al 100 per cento il Trattato di Maastricht con la nomina del primo presidente per un mandato completo di otto anni. E senza prevedere le sue dimissioni volontarie a metà mandato, perché tanto volontarie non saranno. Una scelta di questo tipo non crea fiducia presso l'opinione pubblica e non garantisce rispetto per Maastricht. Non abbiamo assistito ad un debutto brillante per l'Euro». Quale futuro prevede per la moneta unica europea? «Bisogna concentrarsi sulle prossime tappe per garantire il successo dell'Euro. Si deve iniziare dal lavoro, dalla lotta alla disoccupazione. Se c'è una cosa che si può rimproverare al cancelliere Helmut Kohl è di non essersi impegnato abbastanza su questo terreno. Anzi, ha agito molto male non favorendo una vera discussione europea sull'occupazione. Questo non significa voler dar vita ad una politica di occupazione europea in sostituzione di quelle dei singoli Paesi ma procedere verso una integrazione delle politiche nazionali sull'occupazione». In molti la giudicano un euro-scettico. Ha ammorbidito il suo giudizio sull'Europa? «Non è giusto definirmi euro-scettico. Io sono per il fermo rispetto dei parametri fissati dal Trattato di Maastricht e per stabilire un percorso chiaro per garantire la riuscita dell'Euro. Credo, ad esempio, che la moneta unica abbia ora bisogno di progressive armonizzazioni in settori cruciali come la politica dei redditi, le scelte sull'ecologia e tutti gli standard economici. No, non sono un euro-scettico ma l'Euro deve essere garantito nel rispetto dei parametri di Maastricht». Il cancelliere Helmut Kohl è stato accusato di aver svenduto il marco. Lei è d'accordo? «Basta con le esagerazioni. La decisione oramai è stata presa. Non sarà* su questo la campagna elettorale. Ho rispetto per il lavoro e l'impegno di Kohl sull'Europa e per la riunificazione tedesca. Ma dopo 16 anni lui e il suo governo sono semplicemente finiti. Se dovessi riassumere in una frase la campagna elettorale del mio partito, direi: "Grazie Kohl, ora basta"». Apprezza la linea seguita da Kohl sulla presidenza Bce? «Non si è trattato di un grande successo. No, in questa occasione Kohl non è stato molto bravo». In Germania è in atto un vivace dibattito sullo Stato sociale. Quale è la sua posizione? «Ci deve essere un rapporto fra sviluppo e protezione sociale. Prima di distribuire bisogna produrre, creare. E' un errore pensare la politica sociale slegata dallo sviluppo del Paese. Bisogna in primo luogo garantire stabilità al mercato del lavoro. Sarebbe già un primo risultato». E' favorevole al rialzo dei tassi di interesse? «Sarebbe un grave errore». Cosa proponete per renderlo più stabile? «Abbiamo quattro idee. Primo: investire nell'alta tecnologia e nella bio-tecnologia per favorire la crescita economica e quindi puntare a sconfiggere la disoccupazione. Secondo: maggiore flessibilità del mercato del lavoro, prendendo ad esempio i modelli delle aziende, spesso più avanti di quelli dello Stato. Terzo: investimenti nella ricerca e nello sviluppo, tanto per lo Stato che per i privati. Quarto: favorire il terziario con sgravi fiscali: sono le piccole e medie aziende che creano lavoro». Lei guida la Bassa Sassonia, land cattolico. Per quale ragione i cattolici tedeschi la dovrebbero votare? «La risposta deve essere indirizzata ai cattolici che fanno parte di quel 48 per cento di votanti che mi ha eletto. E che conoscono le mie posizioni sui temi politici e sociali. In questa visita a Roma non ho incontrato il Papa e non credo lo farò prima delle elezioni, la cui preparazione mi occupa molto. Comunque sono contrario a battermi contro la Chiesa, contro la cultura cattolica. Anche perché non si vince». [m. mol.) «Non farò la guerra alla Chiesa anche perché sarei sconfìtto»

Persone citate: Gerhard Schroeder, Helm, Helmut Kohl, Kohl

Luoghi citati: Bassa Sassonia, Europa, Germania, Quarto, Roma