Polemica Secessione di Tito SansaTito Sansa

Polemica Secessione Il centenario della leggendaria istituzione viennese Polemica Secessione Pagine oscure da Klimt a Christo A VIENNA CARATTERI d'oro, sul frontone della Secession, sede della più vecchia associazione di artisti, che festeggia il centesimo compleanno, è scritto «A ogni epoca la sua arte, all'arte la sua libertà». E il pittore svizzero Marcus Geiger ha preso la scritta alla lettera, prendendosi la libertà di dipingere di un aggressivo rosso sanguigno il bianco palazzo di stile floreale nel centro di Vienna. Lo ha fatto senza informare né la sovrintendenza alle Belle arti, né il ministero della Cultura, né le autorità cittadine e Vienna ha reagito quasi tutta con indignazione a quella che è stata chiamata un'«orgia di colore», una città «rossa per la vergogna», «insanguinata». E, mentre i turisti affluivano dinanzi al palazzo per scattare foto ricordo, il deputato Kabas, del partito nazional-conservatore Fpoe, cosiddetto liberale, ha presentato denuncia alla Procura di Stato per «danneggiamento di opera d'arte». E pensare che appena un secolo fa, quando il palazzo della Secessione fu costruito, proprio i nazionalconservatori protestarono contro l'architettura floreale considerata scandalosa e troppo progressista. Come sempre, cioè che è stato simbo lo di trasgressione è diventato emblema di conservazione. E' tutta piena di contraddizioni di questo tipo la celebrazione della Secessione di cui la mostra «Il secolo della libertà artistica» racconta la storia piuttosto movimentata. Vera mente la Secessione nacque 101 anni fa, nel marzo del 1897, quando, trascinati da un articolo infuocato nel quale Vienna, «mostruosa città di provincia, deve finalmente di ventare una grande Vienna una nuova Vienna», un gruppo di artisti d'avanguardia uscì dalla Casa degli artisti in segno di protesta contro il conserva torismo nell'arte, contro i Kaiser Francesco Giuseppe e contro la borghesia «coi paraocchi». Alla guida dei ribelli era il giovane Gustav Klimt, a finanziare la costruzione del palazzo della Secessione, a due passi dal Ring e dall'Opera di Stato, era l'industriale Karl Wittgenstein, padre del filosofo Ludwig. Era il 1898 quando venne inaugurato il palazzo in puro stile floreale: un cubo tutto bianco sormontato da una cupola formata da 3000 foglie dorate di alloro e da 700 frutti pure dorati. Anche allora quasi tutta Vienna si indignò e protestò. Il nuovo edificio venne variamente ribattezzato: il «tempio delle rane», la «casa degli anarchici», la «tomba egizia», il «crematorio», la «toilette assiro-babilonese». La cupola fu battezzata «testa di crauti». Di tanto in tanto i bianchi muri furono imbrattati da insulti agli artisti. Ma i viennesi (e questo è tipico in questa città) accorsero in massa per vedere l'oggetto della loro indignazione. E quando Klimt e compagni cominciarono a esporre le opere dei maggiori artisti dell'epoca rifiutati dalla Casa degli ar¬ tisti e da altri musei perché troppo moderni, il pubblico fu sempre rumoroso. Vienna fece così conoscenza con Rodin, Segantini, Munch, Schiele, Léger, Matisse, Mondrian, Picasso. Tra i «reprobi» passarono per la Secession Klee, Schoenberg, Kokoschka. Gli anni Venti e gli anni Trenta furono invece periodi oscuri, ma dopo l'ultima guerra il palazzo ospitò Arp, Pollock, Wotruba e avanguardisti come Beuys, Rainer, Christo. Questi propose anni fa di «impaccare» una delle gigantesche torri antiaeree in cemento armato costruite dai nazisti. Ottenne un rifiuto, la sua non fu considerata «arte». Quando, alcuni anni più tardi, Christo «impaccò» il Reichstag di Berlino e il suo successo fu mondiale, i viennesi lo richiamarono. Stavolta fu Christo a rifiutare. Non è l'unica pagina oscura del sodalizio. Nel 1937, un anno prima che con l'Anschluss l'Austria diventasse parte della Germania nazista, la Secession fu all'avanguardia anche nella scelta politica, primo edificio pubblico di tutta Vienna a esporre all'esterno la bandiera con la croce uncinata e all'interno un busto di Hitler. Nel prospetto illustrativo del centenario di questo poco onorevole episodio non viene però fatta menzione. Il Giubileo della Seces- storia di un secolo di avanguardia artistica internazionale, da domani 3 aprile fino al 21 giugno saranno visibili circa 200 opere (pittura, scultura, fotografia) di 130 artisti di 17 Paesi che già in passato furono qui esposte. Sarà una sorta di «ritorno a casa», anche se la casa (che doveva essere «libera e indipendente») ora ha bisogno di sponsor e di visitatori, per pagare gli 850 milioni che la mostra è costata. La migliore pubblicità comunque resta quella offerta dallo svizzero Geiger che ha dato a Vienna «uno scossone, come cent'anni fa» con il suo «orrendo e volgare rossetto» all'edificio. Tito Sansa te assiro-babilonese». La cupoa fu battezzata «testa di crauti». Di tanto in tanto i bianchi muri furono imbrattati da insulti agli artisti. Ma i viennesi e questo è tipico in questa città) accorsero in massa per vedere l'oggetto della loro indignazione. E quando Klimt e compagni cominciarono a esporre le opere dei maggiori artisti dell'epoca rifiutati dalla Casa degli ar¬ pil Reichstag di Berlino e il suo successo fu mondiale, i viennesi lo richiamarono. pdio non viene però fatta menzione. Il Giubileo della Seces- p qquella offerta dallo svizzero Geiger che ha dato a Vienna «uno scossone, come cent'anni fa» con il suo «orrendo e volgare rossetto» all'edificio. Tito Sansa Secession, Vienna, Friedrichstr. 12 Fino al 21 giugno da martedì a domenica 18-20 mercoledì 10-20, lunedì chiuso Secession, Vienna, Friedrichstr. 12 Fino al 21 giugno da martedì a domenica 18-20 mercoledì 10-20, lunedì chiuso Gustav Klimt, «Ritratto di signora». Sotto disegno di O. Wagner per la stazione di Karlsplats