Sulla «staffetta» è bufera

Sulla «staffetta» è bufera Il governatore olandese della SuperBanca abbandonerà «spontaneamente» la cariba Sulla «staffetta» è bufera Dal Parlamento di Strasburgo primi no al compromesso BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Sono usciti nella nottata tra sabato e domenica dal palazzo del Consiglio dei ministri di Bruxelles esausti dopo una sessione informale durata quasi dodici ore e costellata di trattative frenetiche e scontri durissimi e dopo il più breve incontro ufficiale nella storia dell'Unione europea, ma per i capi di Stato e di governo dei Quindici (anche se Bill Clinton applaude: «La moneta unica è un bene per tutto il mondo») i! compito davvero difficile è appena cominciato. Da ieri devono spendere tutta la loro residua credibilità per convincere contro ogni evidenza le opinioni pubbliche dei loro Paesi, i mercati internazionali e lo stesso Parlamento europeo, che il compromesso raggiunto a fatica poco dopo la mezzanotte di "ieri sulla presidenza della Banca centrale ,europea - quattro anni all'olandese Wim Duisenberg e poi otto al francese Jean-Claude Trichet non pregiudica l'indipendenza della massima istituzione monetaria dei Quindici. La soluzione faticosamente distillata dalle dodici ore di trattativa è infatti un capolavoro di ipocrisia, o se si preferisce di diplomazia, comunitaria. Il mandato di Duisenberg, è fissato per otto anni, come imposto dal Trattato di Maastricht, ma egli stesso ha comunicato a voce al Consiglio che abbandonerà la sua carica «spontaneamente» nel 2002, dopo aver condotto in porto la fase di transizione dalle valute nazionali alle banconote e monete in Euro. Per quella data ci sarà già pronto un altro presidente, anch'esso designato ieri: il governatore della Banca di Francia Jean-Claude Trichet, candidato sostenuto fino all'ultimo dal presidente Jacques Chirac. La Francia, insomma, ha otte nuto quello che voleva, mentre la Germania ha visto avverarsi il suo incubo: una «staffetta», anche se informale, tra Duisenberg e Tri chet. Chirac aveva avanzato la candidatura del suo governatore non solo per avere un francese alla guida di una banca che pur fissan do i tassi di tutti i Paesi della zona Euro avrà la sua sede a Francofor te e uno statuto modellato su quel lo della Bundesbank, ma anche e soprattutto per riaffermare - non senza ragioni - il primato della politica sulle scelte dei governatori europei, che con un colpo di mano nominarono Duisenberg alla guida dell'Ime nel 1996, affidandogli anche la futura presidenza della Bce L'unica cosa che Chirac non è riuscito a strappare a Kohl è un testo sottoscritto dai Capi di Stato e di governo che formalizzi le dimis sioni anticipate di Duisenberg. Su questo punto Kohl aveva ceduto, e anche i giuristi del Consiglio avevano dato il via libera all'operazione, sostenendo che non avreb be violato il trattato di Maastricht, Ma Kohl ha dovuto fare i conti con la sua opposizione interna, rappresentata dal ministro delle Fi nanze Theo Waigel e dal governatore della Bundesbank Hans Tietmeyer, che lo hanno costretto a fare un passo indietro sulla via dell'accordo. Tra l'altro una dichiarazione scritta, al di là di eventuali problemi giuridici, sarebbe apparsa una sconfitta troppo secca e netta per la Germania. Ecco così scelta la formula della dichiarazione orale. Duisenberg ha detto ai capi di Stato e di governo che «considerata la mia età non intendo svolgere l'intero mandato», anche se ha fatto in modo di garantire la propria permanenza fino alla metà del 2002, e soprattutto ha dovuto certificare l'improbabile spontaneità delle sue dimissioni annunciate con una formula grottesca che vale la pena di leggere integralmente: «Voglio sottolineare che questa decisione è mia e solamente mia e che è esclusivamente per mia libera volontà e mia sola. E non sotto pressione di nessuno, che ho deciso di non ricoprire l'intero mandato. Anche in futuro la decisione di dimettermi sarà solo una mia de- cisione. Questo deve essere compreso chiaramente». Un'umiliazione pubblica sulla strada verso il posto di maggior potere nella nuova Europa monetaria. Un passaggio sotto le forche caudine della mediazione politica che è servito ad evitare un'umiliazione più grave ai suoi <roadrini» di Bonn. Ma adesso per Kohl e per il premier olandese Wim Kok, che tra soli tre giorni affronta le elezioni politiche e che già in queste ore viene tacciato di tradimento dalla destra olandese, sarà tutt'altrp che facile spiegare nei loro Paesi come e perché S vertice di Bruxelles sia stato un successo. : Adesso Duisenberg, banchiere dimezzato, dovrà affrontare il Parlamento europeo, che proprio il 30 aprile aveva chiesto ai Quindici di assicurare un mandato di otto anni al presidente della Bce. Giovedì mattina lo aspetteranno al varco per un'audizione già prevista gli eurodeputati la cui posizione è stata esemplificata ieri notte daU'infuriato presidente dell'assemblea José Maria Gil-Robles che ha parlato di un Euro nato male e di un accordo che viola il trattato di Maastricht. Il 13 maggio a Strasburgo il Parlaménto dovrà votare sulle nomine della Bce e un no a Duisenberg, anche se non vincolante, sarebbe un pessimo segnale. Francesco Manacorda L'avvicendamento subito contestato nei Paesi Bassi alla vigilia delle elezioni Ora il premier Kok teme una bocciatura Ma ha problemi anche Chirac BRUXELLES, 3 Maggio 1998 «Belgio, Germania, Spagna, Francia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Olanda, Austria, Portogallo e Finlandia soddisfano le condizioni necessarie per l'adozione della moneta unica il 1° gennaio 1999. Gli Stati membri sono destinatari della presente decisione. La presente decisione è pubblicata sul giornale ufficiale delle Comunità europee». Per Duisenberg presidente dimezzato si annunciano 15 giorni di fuoco Ma Clinton applaude «La moneta unica è un bene per tutto il mondo» LA BANCA CENTMjL^yggPEA ; "T1111111111111111il'oireitorÌo™1" PRESIDENTE: Wim Duisenberg, Olanda, mandato formale di 8 anni ENTE; Christian Noyer, Francia (4 anni) : Sirrka Haemaalaetnen, Finlandia (5 anni) tgenic Domingo Solans, Spegno (6 anni) Jp^ a sso 1 EURO=1942 LIRE (CAMBIO PROVVISORIO RIFERITO ALIA RARITÀ* CON L'ÈCU) Il ministro Carlo Azeglio Ciampi con Wim Duisenberg, primo presidente della Bce