Computer, nubi nere su Scarmagno

Computer, nubi nere su Scarmagno IL CASO ILCANAVESE IN ALLARME L'annuncio, atteso per domani, riguarderebbe un terzo dei dipendenti Computer, nubi nere su Scarmagno Altri 400 in cassa a zero ore per tre anni? L/7 IVREA m ANNUNCIO ufficiale è atteso per domani: la Olivetti Personal Computer Worldwide di Scarmagno awierà la procedura di cassa integrazione a zero ore per 449 lavoratori, 431 dei quali nello stabilimento canavesano. Si parla di un provvedimento della durata di 3 anni, senza alcuna garanzia di rientro, motivato dalle difficoltà economiche incontrate dall'azienda (una mancanza di soldi che avrebbe creato difficoltà nella produzione e impossibilità di evadere gli ordini) oggi di proprietà della Piedmont International, società che fa capo al finanziere americano Edward Gottesmann. Per Scarmagno e per tutto il Canavese si tratta di un'autentica doccia fredda. Un fulmine a ciel sereno, che piomba sull'azienda pochi giorni dopo il raggiungimento di un positivo accordo riguardante Olivetti e Wang, che esclude cassa integrazione e licenziamenti. E appena un mese fa, proprio alla Op Computers si era siglato un'importante intesa con le Rsu e i sindacati territoriali per affrontare la stagionalità del mercato, con il via libera alla flessibilità con riduzione d'orario. I riflettori, ora, sono puntati su Bruxelles. Domani, nella sede dell'Unione Europea, è previsto un incontro al quale parteciperanno i rappresentanti del ministero dell'Industria e della finanziaria pubblica Itainvest, ex Gepi. In discussione c'è l'ipotesi, annunciata da tempo, di ingresso di quest'ultima nel capitale azionario della società di Scarmagno. La posta in palio è alta: si parla di 30 miliardi, 10 dei quali immessi di- rettamente da Itainvest. Per l'Op Computer si tratterebbe di una vera e propria boccata d'ossigeno, ma non risolverebbe la questione imminente della cassa integrazione annunciata per 449 addetti, cifra che rappresenta un terzo dei dipendenti ancora rimasti. Questa, infatti, sarebbe soltanto l'ipotesi più positiva, quella che consentirebbe di continuare la produzione. In caso contrario, cioè se dopo l'incontro di Bruxelles non dovessero arrivare soldi freschi, i sindacati lasciano poco spazio alle speranze: «Gli stabilimenti di Scarmagno dicono, concordi - rischiano la chiusura». Un'ipotesi allarmante, ma tutt'altro che remota. Da più parti, del resto, si parla di un concreto interessamento di Gottesmann per un'azienda informatica olandese (pare la Tulip), con impianti praticamente nuovi e molte analogie con quella che era la Opc. Con un vantaggio: essere in amministrazione controllata, che significa la possibilità di acquisto a prezzo stracciato. Se Roberto Schisano, amministratore delegato della Opcw, vuol vincere la scommessa di far restare i personal a Scarmagno e in Canavese, dovrà contare sull'intervento della Itainvest. La notizia dell'annuncio della cassa integrazione trova conferma nei vertici sindacali territoriali. «Risulta anche a noi - dice Laura Spezia, segretaria della Fiom canavesana - che in queste ore, alla Op Computer, si preparerebbero massicci tagli di personale. A questa scelta, però, ci opponiamo fermamente. Se verrà aperta la procedura di cassa inte- grazione, si sappia fin d'ora che prenderemo tutte le iniziative necessarie». Che sono la mobilitazione dei lavoratori, innanzitutto, ma anche le pressioni per un coinvolgimento immediato del governo e della stessa Olivetti. «Non accetteremo - aggiunge che vengano scaricati sulla collettività problemi che, invece, vanno affrontati sul piano finanziario e industriale». La gravità della situazione è ben chiara anche nella sede di Ivrea della Uilm. Il segretario Gianni Marchetti non nasconde le preoccupazioni: «A questo punto è prioritario che arrivino i soldi di Itainvest, per non peggiorare una situazione già all'estremo». Non mancano le critiche, soprattutto nei confronti dell'amministratore delegato della Olivetti Roberto Colaninno. «Quanto sta per succedere - dice - è la conseguenza del mancato rispetto degli impegni del passato. Colaninno ha venduto gli stabilimenti di Scarmagno garantendo la serietà dell'operazione. Ora deve dimostrare questa serietà». La necessità di riorganizzazione della Op Computer è ribadita da Paolo Giorgio, delegato nazionale della Firn. Che accusa l'azienda per i metodi adottati. «La procedura unilaterale per la cassa integrazione è inaccettabile. La situazione dell'Olivetti è grave, Scarmagno in particolare è a rischio: occorre affrontare la questione velocizzando gli interventi (da parte di governo, Regione, Comuni, tutti gli enti pubblici e privati coinvolti) per creare le condizioni favorevoli alla ripresa del Canavese». Non è bastato l'accordo raggiunto lunedì scorso per Olivetti e Wang: «Dobbiamo cercare soluzioni - dice ancora Giorgio - per evitare la chiusura di Scarmagno». Stupito dalla notizia della cassa integrazione è il sindaco di Ivrea, Giovanni Maggia, che a febbraio aveva incontrato Schisano per fare il punto della situazione. «Mi aveva parlato di problemi e preoccupazioni - dice -, ma non che si sarebbe arrivati a tanto». E aggiunge: «Negli ultimi dieci anni la politica dei tagli non si è mai dimostrata lo strumento ideale per rilanciare l'industria informatica. Chiediamo, ancora una volta, un intervento deciso da parte del ministro dell'Indù stria, Pierluigi Bersani, prima che il nostro territorio sia definitiva mente in ginocchio». Mauro Revello Sempre per domani atteso da Bruxelles il via libera per l'ingresso della Gepi nel capitale Sindacati mobilitati Roberto Schisano e operai a Scarmagno