Agguato a Nico, catturata la mente

Agguato a Nico, catturata la mente Ma da Salisburgo non arrivano notizie confortanti sulle condizioni del piccolo Agguato a Nico, catturata la mente Catania: tutta in cella la banda che ferì il bimbo CATANIA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Mentre dall'Austria ancora una volta arrivano notizie sconfortanti per la vista del piccolo Nico, la polizia ieri ha chiuso il caso legato al suo ferimento. L'unico latitante dell'operazione con cui due settimane fa erano stati arrestati i presunti responsabili, è stato preso all'alba di ieri in un appartamento di Giardini Naxos, la località balneare ai piedi di Taormina. Giovanni Gennaio, 37 anni, è ritenuto dagli investigatori uno dei mandanti della missione dei killer in cui morì il pregiudicato Angelo Castorina e rimasero feriti un suo uomo, Orazio Signorelli, e il piccolo Domenico Querulo. Gennaio al momento dell'arresto non era armato e si è lasciato ammanettare. Da pochi giorni aveva preso in affitto la casa di Giardini Naxos dove stava con la moglie e il figlio di pochi anni. Assieme a Carmelo Ragusa, arrestato il 18 aprile, Gennaio è considerato imo dei capi del clan «Sciuto-Tigna», decisi ad eliminare sia Castorina sia Signorelli che avevano pensato di mettersi in proprio, gestendo alcuni introiti delle estorsioni. Con Gennaio e Ragusa sono in carcere anche i due killer, Giuseppe Gangemi e Luciano Daniele Trovato, e l'autista del commando, Lorenzo Patanè. Durante le indagini si scoprì che Trovato aveva anche ucciso, qualche settimana prima, la giovane nipote, colpevole di andare in discoteca con ragazzi del clan avverso. All'indomani dell'arresto, l'uomo ha ammesso sia l'omicidio della nipote, sia di aver preso parte alla sparatoria di S. Cristoforo nella quale, il 7 aprile, rimase ferito Nico: «Noi abbiamo chiuso l'inchiesta assicurando tutti alla giustizia - diceva ieri il capo della squadra mobile catanese, Vincenzo Montemagno - adesso facciamo tutti il tifo per Nico e aspettiamo buone notizie dall'Austria». Nella clinica di Vigaun, un paese nelle vicinanze di Salisburgo, il calvario del bambino e dei suoi genitori non è ancora finito. Ieri mattina, il chirurgo ottico Gerard Stiegler, dopo aver visitato l'occhio sinistro del bambino, ha rilasciato dichiarazioni scon¬ fortanti: «Le possibilità di un recupero sia pure parziale della vista rimangono minime, ma non possiamo escludere niente. In oftalmologia, la massima più importante è "avere pazienza e ancora tanta pazienza"». Mercoledì scorso il chirurgo aveva scoperto che la pressione dell'occhio sinistro si era abbassata per via di un grave distacco della retina. Stiegler ha tentato il tutto per tutto, immet¬ tendo gas liquidi sul centro della retina per favorirne l'estensione. Mercoledì prassi mo, nel corso di un altro intervento, si saprà se il tentativo è servito. Ieri per qualche ora a Nico sono state tolte le bende agli occhi, cosa che lo ha reso felice. Ma per il momento il chirurgo ha sospeso le «prove luce»: «Il bambino si infasti disce - spiega - e lui ha biso gno di stare tranquillo». Entro la fine del mese, Nico dovrà anche essere sottoposto all'in tervento di neurochirurgia per rimuovere le schegge e ricostruire la base nasale deva stata dal proiettile. L'inter vento - che si annuncia complicato - sarà eseguito a Zurigo, dove Nico andrà in aereo assieme ai genitori. Un'altra missione della speranza: «Or mai, nella nostra vita la cosa più importante è dare un po' di luce a Nico» diceva ieri papà Mario. Lui, nonostante tutto, crede ancora in un mi racolo. Fabio Albanese Ieri gli hanno tolto le bende, ma non è stato sottoposto ad alcun test: «Lo infastidiscono troppo» ^^^^^ ^^^^^ Giovanni Gennaio, 37 anni, è considerato dagli investigatori la •mente dell'agguato di mafia in cui è rimasto ferito il piccolo Nico

Luoghi citati: Austria, Catania, Ragusa, Salisburgo, Taormina, Zurigo