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Fischiati gli azionisti Fischiati gli azionisti I sindacati in piazza S. Carlo per contestare i 1200 esuberi TORINO. Fischi e striscioni sotto i portici di piazza San Carlo, ieri mattina. A manifestare di fronte ai cancelli della sede centrale (gli sportelli sono rimasti chiusi), trecento dipendenti del San Paolo: sul piatto della bilancia, i tagli al personale annunciati dall'istituto (1200 esuberi in due anni), ma non solo. «E' cambiato il clima spiega Raffaele Lusso, della FibaCisl -, Non c'è più dialogo, la dirigenza comunica le notizie a decisioni avvenute». I tagli al personale, in primis. I sindacati li contestano sottolineando come alcune Regioni, specie Lombardia e Piemonte, siano sotto organico. «Gli esuberi dichiarati - precisa Lusso - conseguono alia riforma organizzativa che sta impegnando la banca». Ma c'è dell'altro. «Nell'esagerata ricerca dell'utile immediato la dirigenza ricorre ad un indiscriminato taglio dei costi senza considerare i riflessi negativi sulla clientela», denuncia il comunicato siglato da Fabi, Fisac-Cgil, FibaCisl, Uib-Uil. Salvo scaricare «le responsabilità sui dipendenti, inventandosi "esuberi" e "nullafacenti"». Dove per nullafacenti si intende un "pacchetto" di 200 persone considerate dall'azienda a redditività zero. «Si tratta di individui poco o affatto operativi a seguito di motivi vari - spiega Lusso -: l'età anagrafica, per esempio. Ebbene, invece di procedere alla loro riqualificazione individuale, licenziando chi se lo merita, li hanno riuniti in blocco in previsione di ima riqualificazione collettiva dal significato equivoco. Il risultato è la creazione di una classe di "cattivi" a uso e consumo dell'azienda in cui convogliare chi non riga dritto». Diversi i problemi, comune il malumore dei dipendenti. Non a caso, la salva di fischi più nutrita è stata indirizzata dai manifestanti agli azionisti dell'Istituto che hanno partecipato all'assemblea, [ale. mon.)