Arcuti passa l'Imi a Molinari

Arcuti passa l'Imi a Molinari Arcuti passa l'Imi a Molinari «A Torino saremo una macchina da guerra» TORINO. «Il San Paolo-Imi sarà una macchina da guerra e non solo la prima banca italiana». Una macchina «efficiente, che affronterà le sfide europee». Lo promette Luigi Arcuti presentando insieme a Rainer Masera il piano industriale del nuovo gruppo Imi-San Paolo al termine dell'assemblea dell'Imi che, dopo la rinuncia alla presidenza di Arcuti (nominato nelle stesse ore presidente del San Paolo) vede ora salire ai vertici Imi il vicepresidente Sandro Molinai! Sarà dunque Molinari, ex presidente di Cariplo, a guidare l'istituto romano nei mesi della transizione verso la fusione con il gruppo torinese, nel cui consiglio Molinari entrerà ad operazione avvenuta in rappresentanza della cassa lombarda. Una macchina che, per l'anno Duemila, prevede di toccare un utile netto pari a 2464 miliardi, con un Roe del 15,1%. Il totale del capitale assorbito sarà pari a 19 mila miliardi, con un patrimonio che sfiorerà i 16.300 miliardi. All'utile contribuiranno le sei aree di business nelle quali il nuovo polo verrà suddiviso. In particolare il ramo retail appor- terà 853 miliardi con un Roe del 36,8%, il ramo corporate 569 miliardi con un Roe all'11,7%, il merchant banking un utile di 176 miliardi con un Roe al 15,8%, dal momento che dovrà assorbire molto capitale di rischio. Teoricamente le sei aree di business daranno un Roe del 19,3%. Ma sommando a questi risultati le proiezioni relative agli immobili strumentali non conferiti, si arriverà ad un Roe finale del 15,1%. Il piano industriale, approvato da consiglio Imi all'unanimità, è, secondo il giudizio di Arcuti «robusto, li¬ neare anche se non particolarmente innovativo, ma con sicure prospettive di redditività per gli azionisti». Intanto, già nel bilancio 1998, si vedranno i benefici della fusione - spiega il direttore generale Rainer Masera - anche se sotto il profilo aritmetico, l'accelerazione avverrà a partire dal 1999». L'Imi apporterà in dote al San Paolo 7000 miliardi. Nel frattempo, come conferma Arcuti, l'istituto ha espresso una «manifestazione di interesse» per la privatizzazione di Bnl, di cui andrà a vedere le cifre nella «data-room». L'assemblea Imi ha approvato il piano industriale e il bilancio '97, che chiude con un utile netto di 467 miliardi e la distribuzione di un dividendo complessivo di 1250 lire per azione per un totale di 750 miliardi e il Consiglio di amministrazione ha proposto l'assegnazione di un ulteriore dividendo straordinario di mille lire, che verrà deliberato dall'assemblea straordinaria di fine maggio. E'stato poi rinnovato il consiglio di amministrazione. Escono dal board di viale dell'Arte Vincenzo Pennarola, ex provveditore del Montepaschi, e Ernst Verloop che rappresentava l'olandese AbnAmro uscita dall'azionariato recentemente. Il consiglio nuovo è dunque composto da Luigi Arcuti, Mario Ercolani, Ariberto Fassati, Giuseppe Fontana, Divo Gronchi, Giovanni Grottanelli de Sancti, Alfonso Iozzo, Sandro Molinari, Emilio Ottolenghi, Stefano Preda, Gianni Zandano e Eberhard Zinn. A questi consiglieri, presentati dal consiglio uscente, si aggiungono i tre della lista di minoranza: Giuseppe Morbidelli, Gianguido Sacchi Morsiani e Ambrogio Folonari. [v. s.l Luigi Molinari neo presidente dell'Imi e (a a fianco) Rainer Masera entrato nel consiglio del San Paolo

Luoghi citati: San Paolo, Torino