Il dissenso di Flick accende la polemica

Il dissenso di Flick accende la polemica Il ministro della Giustizia ha spiegato in aula il suo personale no all'abolizione del carcere a vita Il dissenso di Flick accende la polemica Verdi e Rifondazione all'attacco: sei fuori dalla maggioranza ROMA. «Sei fuori dalla maggioranza», gli dicono Luigi Manconi ed Ersilia Salvato. Ma il ministro Giovanni Maria Flick non si scompone, nemmeno dopo le dure dichiarazioni del portavoce dei Verdi e della senatrice di Rifondazione, prima firmataria del disegno di legge all'esame dell'Assemblea e protagonista di una vera e propria battaglia per la rimozione del carcere a vita. Ieri Flick aveva spiegato il suo personale «no» al disegno di legge dicendo in aula: la pena dell'ergastolo «è giusto che resti, almeno come ipotesi, per chiunque si accinga ad offendere vilmente la libertà, l'integrità, l'innocenza altrui, insidiando così la stessa convivenza civile». E aveva fatto notare che in Italia l'ergastolo è una pratica detentiva quasi sconosciuta, visto che anche alla condanna massima si applicano i benefici carcerari previsti dalla legge. Su 875 ergastolani, oggi - ha detto il ministro - solo 4 sono detenuti da oltre 30 anni. Il ministro ha tenuto a spiegare che solo in questo contesto è favorevole al mantenimento della reclusione a vita, almeno in linea di principio e per i casi più efferati. Tra questi ha citato gli atti di terrorismo, le stragi di mafia, gli attentati nelle stazioni e sui treni, come pure quelli contro i «servitori dello Stato». Ma non ha trascurato i criminali che «arrivino al punto di sopprimere bambini dopo aver abusato del loro corpo e della loro fragilità». E, ha aggiunto, è evidente che «non tanto l'entità della pena può avere un effetto dissuasivo nei confronti della criminalità, quanto, invece, una più efficace opera di prevenzione e di controllo del territorio, una profonda capacità investigativa e di accertamento dei reati, una sanzione equa, tempestiva ed effettiva». Ma queste parole hanno scatenato prima Manconi, poi la Salvato. Manconi lo ha criticato parlando di «una evidente forzatura dei limiti della propria, soggettiva convinzione rispetto al ruolo istituzionale. Ha parlato per un tempo esageratamente lungo della propria, personale contrarietà all'abrogazione dell'ergastolo e questo non segnala un nobile e tormentato travaglio, ma una forzatura evidente dei limiti della propria soggettiva convinzione». Manconi ritiene poi che Flick abbia assunto reiteratamente «una posizione in palese e radicale contrasto con i valori, i principi, l'idea di pena e la concezione della giustizia propri della cultura del centrosinistra. Avremmo preferito un so- brio annuncio di differente valutazione o un atteggiamento di astensione. Se il travaglio fosse davvero così nobile e tormentato avrebbe potuto fare una diversa e più coraggiosa scelta». Per Manconi insomma le posizioni di Flick «negano drasticamente una concezione liberale e garantista della pena». Non è stata da meno la senatrice di Rifondazione: «Le personalissime opinioni espresse oggi da Flick segnano una presa di distanza dalle posizioni che caratterizzano la maggioranza di governo sul tema dell'abolizione dell'ergastolo e pongono oggettivamente la questione della compatibilità tra i convincimenti del niinistro di Grazia e Giustizia e l'indirizzo del governo sulle questioni della riforma del codice penale e della tutela dei diritti dei cittadini. Si tratta di questioni che vanno affrontate evitando di cedere alla tentazione di assecondare quei grumi di cultura forcaiola indubbiamente presenti nell'opinione pubblica». Insomma, non è il ciclone che si abbattè sul Guardasigilli qualche settimana fa, ma quasi. La Salvato: «Non so se ci sarà un nuovo caso Flick, io ho detto quello che dovevo dire». E Flick, nel pomeriggio, ha espresso «profondo rispetto della decisione del Senato, alla quale il governo si è rimesso con le valutazioni che ho fatto in aula. Per il governo non cambia assolutamente nulla. Il governo ha seguito con attenzione l'evoluzione di quel progetto, ha collaborato alla valutazione tecnica, ha espresso il convincimento di doversi rimettere alla scelta parlamentare». [r. cri.] Il Guardasigilli: giusto che resti almeno l'ipotesi di pena per chi compie stragi«e uccide bambini iilfilÉlÉIIllI Ersilia Salvato, senatrice di Rifondazione. A sinistra, il ministro di Grazia e Giustìzia, Giovanni Maria Flick mentre esce da una visita al carcere di Rebibbia

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