L'uomo letto nel Dna

L'uomo letto nel Dna PROGETTO GENOMA: 700 STUDIOSI A TORINO L'uomo letto nel Dna Mappati 22 mila geni in due anni Ti ORINO ha ospitato qualche settimana fa il convegno internazionale «Human Genome Meeting 1998». Benché politici e giornali lo abbiano ignorato, questo incontro ha offerto un'occasione unica per fare il punto sulla conoscenza dei 70-80.000 geni che, impacchettati nei cromosomi dei nuclei di ogni cellula, regolano la nostra vita e la nostra evoluzione. Per dare un'idea delle dimensioni dell'incontro (che si è svolto per la prima volta in Italia) è sufficiente dire che vi hanno partecipato 700 ricercatori di ogni parte del mondo (ma soprattutto Stati Uniti e Regno Unito) per ascoltare 26 relazioni e 88 comunicazioni, oltre a discutere le ricerche presentate in 327 poster. L'iniziativa del convegno si deve, alla Human- Gononìe "Organization (Hugo), un'associazione internazionale senza fini di lucro costituita da circa 1200 scienziati, selezionati in più di 50 Paesi, coinvolti nel Progetto Genoma Umano. Scopo statutario della Hugo è: a) promuovere una collaborazione internazionale sul progetto affinché l'analisi del genoma possa essere ottenuta il più rapidamente e il più efficacemente possibile; b) favorire il libero flusso di informazioni senza vincoli di interessi individuali, industriali o nazionali; c) offrire una palestra di confronto globale per discutere i problemi scientifici, medici, etici, legali, sociali e commerciali sollevati dall'uso e dal trattamento delle conoscenze sul genoma dell'uomo. E' impossibile passare in rassegna esaustiva tutto ciò che è stato trattato per tre giorni nelle sale del Lingotto: vorrei soltanto trasmettere a chi legge il significato di alcuni problemi sollevati (chi desiderasse ap profondimenti più impegnativi ha a disposizione il fascicolo dal titolo II Progetto Genoma uscito in questi giorni nei Qua derni de Le Scienze). Tecnologia. La mappa del genoma umano è ormai completa. Per mappa del genoma si intende non la determinazione di tutti i nucleotidi del Dna che all'interno di ogni cromosoma la compone (si parla in questo caso di sequenza del genoma, scopo ultimo del progetto), ma l'identificazione di singoli nucleotidi o brevi sequenze in punti specifici, noti e sufficientemente equidistanti in tutti cromosomi affinché possano funzionare da punti di riferi mento rispetto ai quali ogni ge ne dalla localizzazione ignota possa venire mappato con una ragionevole precisione. Negli ultimi due anni il numero di geni mappati ammonta a circa 22.000. Poiché il numero di basi nucleotidiche di Dna totali nel genoma umano è circa 3 miliardi, ogni 150.000 basi del genoma (in media) à stato identificato un marcatore di ri ferimento: se immaginiamo la sequenza delle basi di Dna come un'autostrada di 300 chilometri, il numero dei marcatori genetici di riferimento identificati corrisponde a una indicazione stradale ogni 15 metri una risoluzione media che è ri tenuta sufficiente per localiz zare ogni gene misurandone la distanza dai marcatori più vicini. La mappa del genoma, che può ritenersi oggi compiuta non esaurisce il problema di se quenziare tutte le basi nucleotidiche comprese tra i punti di riferimento. Il Dna contenuto nei cromosomi umani non può essere sequenziato tutto intero: la tecnologia più avanzata permette di clonare in cromosomi artificiali batterici inserti lunghi da 80 a 300 migliaia di basi, ma il sequenziatore automatico più recente può effettuare due rilevazioni al giorno, ciascuna delle quali analizza 64 sequenze non più lunghi di 700 nucleotidi. Sembra molto diffìcile superare questo limite, a causa del quale si prevede che il sequenziamento dell'intero genoma possa essere compiuto entro il 2005 a un ritmo esponenziale di 400 milioni di nucleotidi in media all'anno, partendo dalla situazione attuale (gennaio 1998) in cui si è sequenziale circa il 3^3-per cento. Genomica funzionale. I geni costituiscono solo il 2 o 3 per cento del genoma umano. Una parte non indifferente dei ricercatori che si occupano del Progetto ritiene prioritario lo studio di quella parte del genoma: è possibile analizzarla selettivamente sequenziando tutti gli Rna messaggeri che vengono trascritti a partire dal Dna dopo aver eliminato le porzioni non codificanti. Il problema è che esistono molte migliaia di Rna messaggeri espressi nei vari tessuti, tipi cellulari e stadi di sviluppo. Promosse per lo più dal consorzio Image le ricerche in questo settore sono molto attive soprattutto nel campo dello studio dell'espressione genica e nell'elaborazione di software di riconoscimento di sequenze funzionali all'interno del genoma. A tutt'oggi sono stati caratterizzati più di 420.000 frammenti parziali di Dna specifici per una sequenza di Dna codificante. Genomica e malattie. Sono stati identificati geni per malattie ereditarie specifiche rare ed è stato ipotizzato un meccanismo probabilmente coinvolto in alcuni casi di mania depressiva bipolare. Una tavola rotonda è stata dedicata alle malattie multifattoriali, cioè a quelle malattie dovute sia a molte componenti genetiche sia a molte componenti ambientali. L'analisi del genoma permetterà sempre meglio di mappare e conoscere i geni che ci rendono suscettibili a queste malattie con l'idea che molto probabilmente ogni farmaco dovrà in prospettiva essere sintetizzato su misura per rispondere meglio alle suscettibilità genetiche di natura individuale. Un workshop intero è stato dedicato ai tumori. Si è parlato anche di terapia genica: più di 200 sono i protocolli clinici intrapresi per un totale di oltre 2000 pazienti trattati. Oltre alla immunodeficienza congenita, sono stati proposti protocolli clinici per la fibrosi cistica, l'ipercolesterolemia familiare, la malattia di Gaucher, ma per nessuna di esse sono stati conseguiti al momento risultati clinicamente significativi. Aspetti sociali. E' un tema che dovrebbe starci particolarmente a cuore, affrontato dal convegno in due simposi. Nel primo, «Problemi di politica pubblica», si è parlato di clonazione e di xenotrapianto, di ricerca genetica e diritti umani, della ricerca sul genoma in Paesi sottosviluppati: tutti con un equilibrio, una mancanza di emotività ben rari nei dibattiti sugli stessi argomenti che leggiamo sui nostri giornali. Nel secondo simposio, «Il ruolo dello scienziato nella regolamentazione della genomica», sono stati trattati i seguenti argomenti: come integrare i dati genomici ai dati medici; protezione e sfruttamento delle conoscenze genetiche nella popolazione cinese; la legislazione francese in bioetica; come regolamentare la genomica: significato sociale e regole scientificamente appropriate; per una disciplina ed una legislazione della genomica che travalichi i confini nazionali; il senso della diversità genomica e la sensibilità del pubblico nei suoi confronti. Ho riportato l'elenco completo dei titoli degli interventi per dare l'idea dell'estrema articolazione delle riflessioni con cui ci siamo confrontati ed anche per sfatare l'immagine spesso evocata di uno scienziato per lo più indifferente ai problemi morali che il suo lavoro gli pone. Le mie sensazioni di osservatore italiano? Innanzitutto qualche motivo di ottimismo: la partecipazione dei nostri ricercatori italiani, certo anche per la sede, è stata rilevante (una settantina su 650 partecipanti), pari a quella dei tedeschi e appena inferiore a quella del Regno Unito (HO) e degli Stati Uniti (105). Il contributo scientifico quale risulta dal numero degli autori italiani (210) sul totale degli autori (3600) che hanno collaborato a presentare relazioni o poster, pur non paragonabile a quello del Regno Unito o degli Stati Uniti riflette con il suo 6 per cento una situazione che, commisurata con la percentuale del reddito per finanziare la ricerca hel nostro Paese, si può definire dignitosa o anche miracolosa. Desolante è invece risultato un altro aspetto: dei circa 40 espositori che con i loro stand riflettevano l'interesse dell'industria biotecnologica verso le ricerche sul genoma umano, una ventina erano americani, 9 del Regno Unito, 5 della Germania, uno o due distribuiti in Francia, Olanda, Svezia e nessuno italiano, salvo una ditta di distribuzione di prodotti: una situazione da colonia che la dice lunga sul nostro-futuro se non riusciamo (o-, vogliamo) correggere la rotta. Non era certo consolante l'assenza totale del mondo politico e del mondo imprenditoriale italiano. E suscita frustrazione constatare che certi rappresentanti del mondo politico torinese sfilano accanto a chi esprime il suo disagio compiendo atti illegali, mentre nessuno di loro bada ai giovanissimi ricercatori che, ugualmente privi di lavoro stabile, si danno da fare per contribuire al progresso culturale del Paese. A completare il quadro c'è il silenzio del giornalismo italiano, in quei giorni molto attento a seguire i viaggi all'estero del professor Di Bella. Fino a quando il nostro Paese non si renderà conto che la ricerca scientifica non è lusso ma un fattore trainante di benessere futuro sul quale investire parte della nostra ricchezza presente, temo che lo sforzo compiuto per avere a Torino un incontro così importante destinato a rimanere incompreso. Alberto Piazza Università di Torino s L Progetto Genoma, ricerca in collaborazione mondiale che punta a decifrare integralmente il patrimonio ereditario dell'uomo, occupa da qualche giorno le pagine dei giornali. Non per i suoi eccezionali risultati, che l'articolo di Alberto Piazza qui accanto cerca di sintetizzare cogliendo l'occasione offerta da un importante convegno, ma perché Renato Dulbecco, responsabile della parte italiana del progetto, ha denunciato il mancato finanziamento da parte del Cnr. E dato che a luglio scadrà il contratto di Dulbecco con il Cnr, non è escluso che il premio Nobel per la medicina lasci il nostro Paese per tornare negli Stati Uniti. Di fronte a questa emergenza, il ministro della Ricerca Berlinguer ha affermato che i 40 miliardi necessari per portare a termine la parte italiana dell'impresa si possono e si devono trovare, magari frugando tra le pieghe di altri bilanci. Auguriamoci che sia davvero così. Intanto chi volesse approfondire l'argomento può leggere «Il Progetto Genoma» (96 pagine, 12 mila lire), un utilissimo Quaderno della rivista «Le Scienze» curato dallo stesso Dulbecco e da Paolo Vezzoni. [P Si esplorano i nostri cromosomi: risvolti medici, scientifici, legali, sociali, etici e commerciali Renato Dulbecco, premio Nobel, responsabile della parte italiana del Progetto Genoma: tornerà in Usa per mancanza di finanziamenti? che delNon a qui a un abile nanatto er la i. Di er ha par fruvero e «Il dere da P cleonti di nuto può tero: persomi lunbasi, atico due cuna quen nufìcile ausa il segenoo enonenleotiendo (gennziaPROGETTO GENOMA: 700 STUDIOSI A TORINO L'uomo letto nel Dna Mappati 22 mila geni in due anni PROBLEMATICHE ETICHE •PRIVACY •SCELTE LAVORATIVE •MODIFICAZIONE DEL GENOMA PROBLEMI SOCIO-ECONOMICI (BREVETTI, ECC.) SEQUENZA J J TERAPIA TRADIZIONALE ULTIMA FRONTIERA CERVELLO UMANO tumori. Si è parlato anche di terapia genica: più di 200 sono i protocolli clinici intrapresi per un totale di oltre 2000 pazienti trattati. Oltre alla immunodeficienza congenita, sono stati proposti protocolli clinici per la fibrosi cistica, l'ipercolesterolemia familiare, la malattia di Gaucher, ma per nessuna di esse sono stati conseguiti al momento risultati clinicamente significativi. Aspetti sociali. E' un tema che dovrebbe starci particolarmente a cuore, affrontato dal convegno in due simposi. Nel primo, «Problemi di politica pubblica», si è parlato di clonazione e di xenotrapianto, di ricerca genetica e diritti umani, della ricerca sul genoma in Paesi sottosviluppati: tutti con un equilibrio, una di iià bsuoi confronti. Ho riportato l'elenco completo dei titoli degli interventi per dare l'idea dell'estrema articolazione delle riflessioni con cui ci siamo confrontati ed anche per sfatare l'immagine spesso evocata di uno scienziato per lo più indifferente ai problemi morali che il suo lavoro gli pone. Le mie sensazioni di osservatore italiano? Innanzitutto qualche motivo di ottimismo: la partecipazione dei nostri ricercatori italiani, certo anche per la sede, è stata rilevante (una settantina su 650 partecipanti), pari a quella dei tedeschi e appena inferiore a quella del Regno Unito (HO) e degli Stati Uniti (105). Il contributo scientifico quale risulta dal numero degli autori italiani (210) sul totale degli autori (3600) che hanno collb lii dell'industria biotecnologica verso le ricerche sul genoma umano, una ventina erano americani, 9 del Regno Unito, 5 della Germania, uno o due distribuiti in Francia, Olanda, Svezia e nessuno italiano, salvo una ditta di distribuzione di prodotti: una situazione da colonia che la dice lunga sul nostro-futuro se non riusciamo (o-, vogliamo) correggere la rotta. Non era certo consolante l'assenza totale del mondo politico e del mondo imprenditoriale italiano. E suscita frustrazione constatare che certi rappresentanti del mondo politico torinese sfilano accanto a chi esprime il suo disagio compiendo atti illegali, mentre nessuno di loro bada ai giovanissimi ricercatori che, ugualmente privi di lavoro stabile, si danno da fare per contribuire al progresso cultul dl FARMACI iMalattie articolari: nuova curaL maggior osservatorio mdiale di epidemiologia (Cter for Disease and Prevtion di Atlanta) ha previsto nel 2000 le malattie articolche oggi colpiscono più del 1della popolazione mondiavranno un incremento suriore a qualsiasi altra malatanche per via dell'invecchmento della popolazione. A

Persone citate: Alberto Piazza, Berlinguer, Di Bella, Dulbecco, Fino, Paolo Vezzoni, Renato Dulbecco