DA DON GIOVANNI A BOND CON UMORE

DA DON GIOVANNI A BOND CON UMORE DA DON GIOVANNI A BOND CON UMORE RANCID ALUMINIU» James Hawes Bompiani pp. 302 L. 29.500 ETTERSI nei guai: questa sembra essere la principale caratteristica per i protagonisti dei romanzi di James Hawes, già autore di Una Mercedes bianca con le pinne - uscito in Italia un paio di anni fa - e ora di Rancia aluminium, tradotto come il precedente da Ettore Capriolo. Se nel suo primo libro Hawes - 38 anni, insegnante di Letteratura Tedesca presso la Swansea University raccontava la storia della bizzarra rapina ordita da un giovane disoccupato che, nell'Inghilterra post-thatcheriana, cercava a suo modo di sopravvivere senza farsi risucchiare dai meccanismi di un'esistenza per così dire «normale», di quelle rifiutate anche dai disadattati e marginali che vagano tra le pagine di Irvine Welsh, il personaggio al centro del nuovo romanzo, Peter Thompson, un'esistenza «normale» più o meno ce l'ha, e naturalmente si dibatte tra l'obbligo di consolidarla e la tentazione di disfarsene. Ultratrentenne con tanto di pancetta, calvizie, consorte - la rossa Sarah, assillata dal fermo proposito di procreare sull'esempio di Gerry e Melissa, i vicini di casa americani titolari di ben tre pargoli, nonostante il carente tasso di spermatozoi nel liquido seminale del marito - e Volvo station-wagon pronta ad accogliere l'auspicata prole, Peter gestisce insieme ai partner Irons e Jobson la Bizvid, società produttrice di corsi in video di formazione professionale. Come spesso accade nella normalità, la Bi- zvid è in cattive acque anche a causa dei reiterati maneggi di cassa escogitati ad uso privato da Peter in combutta con Deeny, il suo viscido contabile. Quando un controllo fiscale da parte dell'Ufficio delle Tasse pare mandare tutto quanto all'aria - con le inevitabili conseguenze giudiziarie -, dal nulla spunta Mr. Kant, misterioso uomo d'affari russo, disposto ad accordare a Peter un prestito colossale a condizioni più che vantaggiose. In un continuo alternarsi di tempi, luoghi e azioni da far rabbrividire Aristotele, Hawes costruisce il suo atipico noir, nel quale la debolezza del plot - ovviamente Mr. Kant, oltre ad essere russo, è un esponente di primo piano della mafia russa, desideroso di riciclare il suo denaro sporco; e Masha, la sua giovane figlia che gli fa anche da interprete, non solo è «la più bella ragazza del mondo», ma decide pure di andare a letto con Peter, dandogli così modo di sfogare le inevitabili frustrazioni di una monogamia peraltro già ampiamente insidiata dalle tempeste ormonali suscitategli dalla prosperosa segretaria Charmaine, autentica Spice Girl - viene però riscattata dall'abilità dello scrittore britannico nel tratteggiare lo scenario di un'Inghilterra dove le chiese presbiteriane vengono riadattate a templi indù e il caro vecchio aristocratico frequentatore di club è «un militarista antisemita, razzista e sessualmente incasinato che pensa solo ai quattrini e che, patologicamente conscio del proprio rango e di quello di tutti gli altri, diventa lo snob più feroce del mondo se si accorge che qualcuno ha parlato quando non era il suo turno»; e lo stesso si può dire a proposito dei paragrafi ambientati in un'ex Unione Sovietica in cui si respirano nubi di disperazione, nuvole di zanzare e vapori di sostanze tossiche e motori diesel, nitide istantanee di un Paese ben oltre l'orlo di ima catastrofe gestita dalla malavita locale con l'aiuto dei servizi segreti occidentali nell'ottica di un ultraliberismo travestito da democrazia. Hawes, inoltre, non difetta di sense of humour, e attraverso il filtro della sua ironia riesce a restituire con grande leggerezza un sacco di cose: il senso di perdita di sé congiunto all'impressione di ritrovarsi gettati, soli, nel mondo, comuni a tanti tra quelli che ad un certo punto della loro vita azzardano seri bilanci; la somatizzazione della propria resa nei confronti dell'esistenza («Gli odiati cuscinetti la cui presenza non posso più realisticamente negare altro non sono che una spia dell'afflosciarsi delia mia anima»); la constatazione degli impercettibili mutamenti che col passare degli anni avvengono intorno a noi («Triste? Ma quando esattamente, e per che cazzo di ragione, una pa¬ rola che significa "emotivamente depresso" è diventata all'improvviso un sinonimo di "socialmente indesiderabile"?»); il peso del fallimento che incombe, marcato - a seconda delle situazioni - dal succedersi di differenti sapori nella bocca del protagonista, da quello dell'amalgama dentale a quello di cane bagnato. Rancid Aluminium, insomma, più che inaugurare «la nuova suspense del Duemila» - come enfaticamente annuncia la seconda copertina - narra con efficacia le disavventure di un «normale coglione» simile a tanti altri sudditi di sua Maestà nati per falciare i loro prati e lavare le loro macchine, tremendamente a disagio nel dover interpretare da un giorno all'altro i ruoli di don Giovanni e James Bond, e leggendolo ci si diverte. Ragion per cui: tante grazie, professor Hawes. Giuseppe Culicchla James Hawes già autore di «Una Mercedes bianca con le pinne» uscito in Italia un paio di anni fa è ora in libreria con «Rancid aluminium» RANCID ALUMINIU» James Hawes Bompiani pp. 302 L. 29.500

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