Il giudice anti-boss condannato per mafia

Il giudice anti-boss condannato per mafia Caltanisetta: 10 anni per concorso esterno al presidente del terzo maxiprocesso a Cosa Nostra Il giudice anti-boss condannato per mafia CALTANISSETTA. Il presidente del terzo maxiprocesso a Cosa Nostra di Palermo, Giuseppe Prinzivalli, è stato condannato a 10 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa, per corruzione in atti giudiziari. Al magistrato è stata applicata l'interdizione perpetua dai pubblici uffici. Il verdetto, che ha messo fine al processo durato due anni e mezzo, è stato formulato tra la tarda serata di lunedì e le 14 di ieri, in circa dieci ore trascorse in camera di consiglio dal tribunale di Caltanissetta riunito in un albergo cittadino. Il pm Nino Di Matteo lunedì sera aveva chiesto 13 anni di reclusione. Furente, Prinzivalh aveva dichiarato che contro di lui c'era stata «spazzatura investigativa». «Sono stato condannato senza prove da un tribunale speciale» aveva aggiunto. E, annunciando l'appello, aveva aggiunto di confidare che nel nuovo processo «i giudici ripristinino il diritto violato». Lo sfogo di quest'ennesimo imputato «eccellente» processato per mafia in Sicilia non risparmia i pentiti che l'hanno chiamato in causa: «Ho solo il conforto di una vita dedicata interamente alla giustizia, che non è stata minimamente intaccata dalla spazzatura investigativa di cui sono piene le carte processuali e dalle calunnie dei collaboranti alcuni dei quali da me condannati che ancora ima volta hanno prevalso sulla verità». Prinzivalli, che dopo l'incriminazione per prevenire eventuali sanzioni del Csm aveva preferito lasciare il servizio attivo, ha anche parlato di «condanna annunciata». «I miei difensori me l'avevano anticipata - ha affermato - e non volevo crederci. Ora a distanza di due anni e mezzo mi devo ricredere». Nel rush finale non sono mancati i colpi a sorpresa. E' stata respinta un'istanza di ricusazione presentata dall'imputato contro la presidente del tribunale Antonia Sabatino nella quale Prinzivalli sosteneva di non aver avuto buoni rapporti quando lavorarono insieme anni fa. I legali di fiducia di Prinzivalh, gli avvocati Vittorio Mammana e Roberto Tricoli, un po' prima della fine del dibattimento, avevano quindi abbandonato clamorosamente l'aula denunciando ripetute violazioni dei diritti della difesa. E l'avvocato d'ufficio Boris Pastorello lunedì, avendo ottenuto dal tribunale solo 12 giorni e non i due mesi da lui richiesti per studiare le carte, aveva rinunciato all'arringa limitandosi alla telegrafica comunicazione: «Chiedo l'assoluzione del mio assistito perché il fatto non sussiste». Dopo la sentenza l'avvocato Tricoli ha detto: «Mi sono trovato di fronte a una continua distorsione delle norme del codice di rito». E l'avvocato Mammana: «E' l'epilogo di una vicenda paradossale». Di segno nettamente opposto invece la posizione del pm Di Matteo secondo il quale «la sentenza ha riconosciuto in pieno la fondatezza dell'impianto accusatorio nel quale le dichiarazioni dei collaboranti erano soltanto uno degli elementi di prova, mentre gli altri ancora più precisi e univoci erano scaturiti dalle indagini patrimoniali e bancarie e da significative testimonianze di magistrati che in passato hanno lavorato con il dottor Prinzivalh». Le accuse che hanno messo alle strette Prinzivalli sono essenzialmente tre. Titoli per 600 milioni che secondo il pm l'imputato non sarebbe riuscito a giustificare. Le «rivelazioni» di alcuni pentiti. Le dichiarazioni dei magistrati Luca Masini e Alfonso Sabella, entrati in rotta di collisione con Prinzivalli, suoi sostituti quando anni fa fu procuratore della Repubblica di Termini Imerese. Sabella e Masini si rivolsero pure al Csm. Allora era già cominciato il declino del giudice Prinzivalh, un tempo brillante sostituto della procura di Palermo, poi presidente in corte d'assise (nel maxiter inflisse ergastoli) e in seguito anche sostituto procuratore generale. Antonio Ravidà Accusato anche di corruzione in atti giudiziari «Contro di me spazzatura investigativa» II giudice Giuseppe Prinzivalli condannato ieri a dieci anni di reclusione dal tribunale di Caltanissetta per concorso in associazione mafiosa e corruzione in atti giudiziari

Luoghi citati: Caltanissetta, Sicilia, Termini Imerese