«La Comit non cerca prede»

«La Comit non cerca prede» «La Comit non cerca prede» Fausti: aggregazioni necessarie ma vogliamo evitare di sbagliare MILANO. Dopo un'assemblea di sei ore e più la tattica della Comit nel gran tourbillon delle banche italiane è rimasta segreta. Unica concessione alla riservatezza: «Saremo presenti come "player" primario nella ristrutturazione del sistema bancario», assicura Luigi Fausti e aggiunge che, al 20 aprile, risultavano disponibili 4454 miliardi per investimenti in immobili e partecipazioni. Soldi da spendere con cautela per evitare «errori irrimediabili». Insomma la Comit non va a caccia di prede: «Quel che cerchiamo - dice il presidente - è crescere sulla base di effettive sinergie, risparmi sui costi e rispetto della nostra professionalità». La Comit si schiera quindi su un linea di «dinamismo e saggezza» e Fausti chiede ad azionisti e giornalisti: «Lasciateci arrivare agli obiettivi, se non ce la faremo ne prenderemo atto. Stiamo facendo la nostra parte». E poi le cifre del bilancio '97, approvato dai soci a larga maggioranza: utile di 378 miliardi, in crescita del 10,8 per cento sul 1996, con dividendo, invariato, di 165 lire per le azioni ordinarie e di 195 lire per le risparmio. Confermati amministratori delegati Abelli e Saviotti. Deliberata l'incorporazione della Sim-Comit. Intanto, per il '98, si confermano gli obiettivi di un utile netto a +46 per cento e di un consolidato a +63. Questo mentre i risultati dei primi tre mesi dell'anno sono stati superiori al budget di almeno il 15 per cento. Ma, tornando alle strategie, sono in molti a domandarsi se il futuro della Comit ha un qualche rapporto con la Banca di Roma. Fausti risponde indirettamente con una battuta: «Geronzi è un mio carissimo amico, ma noi vogliamo rimanere amici di tutti. Le decisioni si prendono in modo responsabile e le amicizie non c'entrano». Certo è che al nostro sistema creditizio le aggregazioni servono, perché, valuta il presidente di Comit, nessuna banca italiana ha ancora saltato il Rubicone per passare a livello europeo. Troppo frazionamento, d'accordo, ma, ammonisce Fausti, se si guarda agli altri Paesi non sempre le unioni tra istituti hanno portato a minori costi «e anche in Italia - aggiunge - ci sono casi da seguire con molta attenzione, perché se due banche si aggregano e fanno una terza banca i costi aumentano». Che la ristrutturazione del sistema sia ancora in mezzo al guado preoccupa, ma la Comit sottolinea il suo impegno all'estero. L'impegno Euro è prioritario e la banca si sta attrezzando per arrivare al primo gennaio 1999 con la doppia contabilità. Ma la banca ha anche in corso operazioni in Sudamerica, di cui precisa i contorni: l'acquisizione da parte della controllata Sudameris Brasile della banca America do Sur, il cui maggiore socio è la Fuji bank. Firmata la lettera d'intenti, è in corso la «due diligence», al termine della quale, se i riscontri saranno positivi ed ottenute le necessarie autorizzazioni dalle autorità di vigilanza italiane e brasiliane, potrebbe nascere la quarta banca brasiliana, sia per depositi, sia per impieghi, escludendo le due grandi banche pubbliche, ed il primo gruppo bancario straniero nel Paese: 550 mila clienti con una quota di mercato del 4,5 per cento degli impieghi e al 3,2 della raccolta con una rete distributiva di oltre 350 punti. [v. cor.] Luigi Fausti presidente di Comit assicura un ruolo della banca nei cambiamenti del sistema creditizio

Persone citate: Abelli, Fausti, Fuji, Geronzi, Luigi Fausti, Rubicone, Saviotti

Luoghi citati: Brasile, Italia, Milano, Sudamerica