«Licenziamenti facili? Scordateli»

«Licenziamenti facili? Scordateli» Il nuovo Statuto dei lavoratori. Masi (udr) : si va verso la flessibilità «Licenziamenti facili? Scordateli» Cofferati: su quel punto nessuna concessione ROMA. La bozza Biagi sulla modifica dello statuto dei lavoratori divide sindacalisti e politici. In particolare la parte che prevede licenziamenti incentivati, ma più facili per i giovani, per i lavoratori del Mezzogiorno e per le anzianità di servizio inferiori ai due anni, viene già contestata dalla maggior parte dei sindacati, anche se trova qualche consenso di massima. L'anticipazione del documento, diffusa dal quotidiano Avvenire, contiene le linee essenziali di una rivoluzione nel mondo del lavoro, con la deroga ad uno dei capisaldi del diritto del lavoro: la necessità della «giusta causa» o di un «giustificato motivo» per licenziare e la reintegrazione nel posto di lavoro in caso di licenziamento giudicato illegittimo. Punti che trovano d'accordo Diego Masi, capogruppo dell'Udr alla Camera: «Sarebbe un piccolo passo verso la flessibilità. Ma è ancora 5ks muffirne molto, molto insufficiente». Di positivo, Masi intravede la possibilità di risolvere un'equazione: «Se si può licenziare, aÙora si può assumere». Mentre Franco Giordano, responsabile per il Lavoro di prc, giudica la proposta «un vero e proprio tuffo nel Medioevo», decisamente inaccettabile in quanto si attuerebbe «un antico desiderio della Confindustria di licenziamenti più facili per il Sud e per i giovani». E la lista Pannella, con Benedetto Della Vedova, propone un referendum sullo statuto dei lavoratori, perché la proposta della commissione è insufficiente, anche se «rompe coraggiosamente il fronte conservatore di partiti e sindacati». Ma Sergio Cofferati, numero uno della Cgil, non è affatto disposto a fare concessioni sui cardini dello statuto: «Ho detto e resto dell'opinione che serva uno statuto dei nuovi lavori, ma non può essere tale da mettere in discussione alcuni fondamenti delle protezioni precedenti». Se la commissione Biagi dovesse procedere ufficialmente verso un nuovo statuto che rendesse più facile licenziare, Cofferati la boccerebbe subito: «No, non avrà il nostro consenso». Il segretario generale della Cgil è convinto che sia necessario costruire un sistema di diritti anche per le persone che lavorano e che non sono tutelate: «Lo statuto dei lavoratori prendeva a riferimento una parte del mondo del lavoro che allora era risolutiva, quasi il totale. Oggi non è più così. Ci sono tanti lavori nuovi che hanno bisogno di essere riconosciuti e le persone che vi sono impegnate hanno anch'esse bisogno di vedere riconosciuti i loro diritti, esattamente come gli altri». Più sfumate le posizioni della Cisl. Da una parte, il segretario confederale Natale Forlani si dice sempre disponibile alla riflessione. «Però - aggiunge - mi sembra un percorso molto improbabile anche perché mette insieme troppi obiettivi. Sono comunque condivisibili le proposte inerenti il lavoro parasubordinato». Nettamente contrario invece il segretario generale aggiunto della Cisl Raffaele Morese: «Nella proposta che circola ci sono elementi di interesse indubbi, ma è la logica di fondo che non funziona: una logica di scambio per cui si devono garantire certi diritti fondamentali per i nuovi lavori, ma lo si deve fare a discapito di tutti i lavoratori». E un invito a stare attenti viene dal segretario confederale della Uil, Fabio Canapa: «Non possiamo accettare la filosofia per cui per incentivare le assunzioni bisogna facilitare i licenziamenti», [b. g.] 5ks muffirne Sergio Cofferati boccia la bozza di riforma dello Statuto

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