Nube tossica, rientra l'allarme

Nube tossica, rientra l'allarme Merano: solo un po' di bruciore agli occhi per gli abitanti dopo l'incendio dell'altra notte Nube tossica, rientra l'allarme Sotto sequestro l'impianto che produce silicio MERANO. Si è temuta una seconda Seveso domenica notte a Merano in seguito alla fuoriuscita di una nube tossica da uno stabilimento per la produzione di silicio iperpuro nella frazione di Sinigo. Per fortuna nessun ferito, soltanto un po' di bruciore agli occhi e fastidio alle vie respiratorie per gli abitanti della zona. E questo grazie anche al pronto intervento della Protezione civile. Ieri la torre dalla quale s'è sprigionata la nube è stata posta sotto sequestro, mentre il ministro dell'Ambiente Edo Ronchi ha ordinato ai carabinieri del Noe (Nucleo operativo ecologico) un'accurata ispezione. L'incidente s'è verificato alle 20,35 di domenica sera: è stato a quell'ora che alcuni abitanti hanno notato una grosse nube biancastra levarsi dall'interno dello stabilimento della Memc-Electronic Materials Spa, fabbrica di una multinazionale statunitense che produce silicio iperpuro destinato alla fabbricazione di chips per l'indu¬ stria elettronica. E' stato dato l'allarme, sono arrivati vigili del fuoco e ambulanze della Protezione civile. Secondo i primi accertamenti all'origine dell'incidente ci sarebbe stato un piccolo incendio che avrebbe causato la rottura di una valvola e la conseguente fuoriuscita di tetracloruro di silicio allo stato liquido in una quantità stimata in circa 200 chili. A contatto con rumidità dell'aria il liquido ha innescato la formazione di una nube gassosa di acido cloridrico che si è alzata fino a cinquanta metri da terra. E' scattato l'allarme anche all'interno dello stabilimento e le squadre interne d'emergenza hanno effettuato un sopralluogo per capire la tecnica più idonea atta a fermare la nube. L'intervento dei vigili del fuoco è stato provvidenziale: innanzitutto con getti di schiuma hanno isolato il liquido di tetracloruro di silicio dall'umidità bloccando l'ulteriore crescita della nube. Quindi con getti d'acqua hanno preso di mira il vapore, che si era già liberato, in modo da farlo precipitare. Un contributo decisivo al contenimento della tossicità del vapore è stato dato anche dagli impianti di irrigazione a pioggia dei frutteti circostanti che hanno praticamente «lavato» l'atmosfera e le stesse gemme dai depositi di acido cloridrico. Verso le 23 la situazione era praticamente sotto controllo, ma nel frattempo era scattata l'emergenza in tutto il circondario. La Protezione civile, collegata a numerosi emittenti radiotelevisive private della zona, aveva fatto diffondere appelli alla popolazione invitandola a stare in casa chiudendo porte e finestre. La strada statale che passa davanti allo stabilimento e la superstrada Bolzano-Merano distante poche centinaia di metri sono state chiuse ai traffico. In mattinata tutto era tornato normale, ma la psicosi non ha mancato di colpire. Verso le 13 ci sono state altre telefonate alla Protezione civile, ma si trattava di una semplice nube di vapore acqueo prodotta dallo svuotamento di cisterne connesso ai lavori di ripristino dello stabilimento. Alcuni sindaci hanno chiesto la chiusura dello stabilimento, ma il presidente della Provincia Durnwalder ha invitato a non cedere all'emotività sottolineando fra l'altro l'efficienza della Protezione civile e impegnandosi a far compiere un accurato studio sui sistemi di sicurezza dello stabilimento per garantire il massimo di efficienza. Carlo Saloni

Persone citate: Carlo Saloni, Durnwalder, Edo Ronchi

Luoghi citati: Bolzano, Merano, Seveso