Zandano: «Non ci sto Lascio Maranzana»

Zandano: «Non ci sto Lascio Maranzana» Zandano: «Non ci sto Lascio Maranzana» TORINO. Venerdì sera l'aveva fatto capire. Ieri, dopo il terremoto, ha deciso di uscire allo scoperto, confermando di aver declinato la designazione nel consiglio della superbanca che nascerà dalla fusione Imi-San Paolo per lasciare spazio all'amministratore delegato dell'istituto bancario di Torino, Luigi Maranzana. «Se fossi entrato sarebbe rimasto fuori Maranzana - ha affermato, facendo il suo ingresso nella sede milanese dell'Imi, dove si decideva sui concambi -, ho preferito lasciare lui a rappresentare il San Paolo». «Fino all'ultimo ho preposto gli interessi dell'istituzione», ha precisato Zandano aprendo inevitabilmente un fronte di nuove polemiche. Già ieri il deputato di Forza Italia, Raffaele Costa, accusando Torino di «ammainare» la bandiera di due storiche banche (San Paolo e Crt, che si fonderà in Unicredit) annuncia bordate e chiama in causa Consob e Bankitalia perché vigilino sul concambio: «Solo 0 San Paolo di Torino - è il commento - poteva suicidare il proprio presidente per fare posto al presidente della banca romana con cui contraeva le nozze, diventandone succubo». In pratica, dice Costa, l'Imi si «comportata come la mantide religiosa: prima si è fatta fecondare, poi ha mangiato lo sposo». Quella di venerdì per Zandano è stata una giornata durissima, con due consigU-fiume (il primo della Compagnia che ha desigato la terna Arcuti-Zandano-Enrico Salza; il secondo, a tarda sera per i concambi) in cui, attutite dalla quiete di Villa Abegg, sono volate parole grosse, veri e propri scontri, senza esclusio¬ ne di colpi. Zandano ha sollevato soprattutto perplessità di metodo sulla candidatura Arcuti, per presunte violazioni del «patto stellare» tra i grandi soci SanPaolo (tra cui c'è anche l'Imi) che non possono concertare alcunché, sotto obbligo di Opa. In consiglio però la questione non ha avuto seguito e non c'è stato voto finale, ma solo dichiarazioni verbali da parte dei sedici consiglieri presenti (mancavano Umberto Eco, Paolo Barile e Pierre Rosemberg). Poco dopo è arrivato invece il sì di Salza all'offerta della Fondazione, che il tam-tam crescente di questi giorni indica quale vicepresidente della Superbanca o in un ruolo di primo piano nel comitato esecutivo. L'incarico del «numero due» sarà formalizzato solo dal plenum del consiglio, dove saranno rapresentati tutti gli altri soci (Ifi-Ifil, Santander, Reale Mutua, Montepaschi e la Fondazione Cariplo). La prima verifica comunque ci sarà già giovedì, all'assemblea dell'istituto bancario torinese, quando l'intero consiglio, ormai scaduto, dovrà essere rinnovato. E sarà anche l'ultima assemblea, dopo 15 an ni, presieduta da Gianni Zandano, il «banchiere-professore», come viene chiamato in Piazza San Carlo, approdato ai vertici della banca tori nese nel 1983, poco più che cin quantenne. Allora la banca aveva poco più di 150 sportelli e il destino del «professore» e quello di Luigi Arcuti quasi si incrociarono: Arcuti arrivato a Torino, ventenne, nel 1945, lasciò infatti l'istituto subalpino nel 1980 dopo esserne stato di rettore generale. Sotto la guida di Zandano il Sanpaolo è diventato il più grande gruppo bancario italiano, grazie an che all'acquisizione del 50% del Crediop, e ha mutato la sua natura giuridica con la trasformazione in società per azioni. Della privatizza zione Zandano è stato un sostenito re, considerandola non mero fatto finanziario, ma politico. Ma tutto il lungo cammino verso la privatizza zione è stato costellato dai contrasti sulla sua leadership, con un'opposi zione che si è coagulata sempre di più intorno all'ex vicepresidente Enrico Salza. [r. e.] «Ho preposto fino all'ultimo gli interessi dell'istituto» CHI COMANDERÀ' NELLA SUPERBÀNCA Per effetto dell'operazione di fusione e del conseguenteingressode$r^onisti IMI nel capitale della società incuorante, le quote di partecipazione dei maggìoitazionisti risulteranno indicativamente le seguenti: Compagnia di San Paolo [*] 16,4% Banca Monte dei Paschi di Siena 6,1% Fondazione Cariplo Iniziative Patrimoniali 4,2% Banco Santander 4,0% IFI/IFIL 2,9% Reale Mutua Assicurazioni 1,7% Kredietbank 1,2% Riunione Adriatica di Sicurtà 1,1% [* ] DI cui il 12% attraverso la Compagnia di San Paolo S.r.l. e il 4,4% tramite la NHS - Nuova Holding San Paolo S.p.A. Gianni Zandano dopo 15 anni lascia la guida del San Paolo