Nasce super San Paolo-Imi

Nasce super San Paolo-Imi Vìa libera dai consigli. Fusione entro l'estate: per 1 azione Imi 1,045 dell'istituto torinese Nasce super San Paolo-Imi Ma nel concambio Roma batte Torino MILANO. «Un progetto di grande rilievo, robusto, ma che si potrà mettere in atto con mosse relativamente semplici». Rainer Masera, direttore generale dell'Imi, annuncia così, nel primo pomeriggio, la nascita del polo bancario San Paolo-Imi, il nuovo numero uno del credito, con un totale attivo di 350 mila miliardi circa e attività finanziarie della clientela per oltre 435 mila miliardi, di cui ben 225 mila di raccolta gestita e amministrata. «La nuova entità - annuncia Masera, prossimo amministratore delegato del colosso - promette un Roe del 15% nel Duemila, che penso raggiungibile». Come? Masera non lo dice ma il comunicato congiunto è ben più esplicito: sviluppo selettivo dei business, gestione attiva ed efficiente del capitale e degli assets, «anche attraverso interventi di natura straordinaria sul patrimonio immobiliare» (uno spin-off gigantesco, da 2500 miliardi). Più che una festa di nozze, insomma, sembra il proclama di una rivoluzione in arrivo per stare al passo della concorrenza. E le rivoluzioni, si sa, non sono incruente... «Rinuncio a far parte del nuovo consiglio. Altrimenti, se fossi entrato, sarebbe rimasto fuori Maranzana. Ho preferito lasciare lui a rappresentare il San Paolo». Così Gianni Zandano, in mattinata, pochi minuti prima del consiglio storico dell'Imi, ultimo atto della dura e complessa trattativa delle ultime settimane, conferma invece di aver ammainato bandiera bianca. E' uno Zandano amaro quello che, prima di infilarsi nell'ascensore del palazzo Imi di corso Matteotti, vuol precisare che «fino all'ultimo ho preposto gli interessi dell'istituzione». Nasce con vincitori e vinti, insomma, la grande banca del Duemila. E le polemiche non mancheranno ancora anche se l'istituto promette grandi cose, almeno a giudicare dai numeri. Ma il conflitto, ormai, appartiene al passato. Anche gli ultimi nodi, il nome e il concambio, sono stati affrontati e risolti di slancio nel consiglio di ieri, quasi quattro ore a cavallo dell'ora di colazione che non hanno avuto, assicurano i presenti, i toni drammatici di alcune riunioni precedenti. Il nome innazitutto. La spunta Torino: la nuova banca si chiamerà «San Paolo-Imi» e avrà sede principale in piazza San Carlo, sede storica dell'istituto, e sede secondaria a Roma. Il presidente, designato dalla Compagnia di San Paolo, sarà Luigi Arcuti, attuale numero uno dell'Imi, un passato glorioso in piazza San Carlo che, per ora, non ha dato le dimissioni dalla presidenza dell'Imi. La squadra, salvo sorprese all'apparenza impossibili, sarà completata dai due amministratori delegati, Luigi Maranzana e Rainer Masera, mentre Enrico Salza può aspirare, con buone chances di successo, alla poltrona di vicepresidente. E il concambio? «La proporzione uno a uno» liquida seccamente la questione Masera «l'hanno avanzata i giornali. Non noi...». Il rapporto finale, in realtà, è leggermente più favorevoli agli attuali soci Imi, dopo le pressioni in tal senso avanzate da Cariplo e Monte dei Paschi. Per 1 azione dell'Imi, quindi, ci vorrà 1,045 azione San Paolo dopo la distribuzione dei dividendi (pari alio lire per la banca torinese e di 2250 lire per l'istituto romano). In base a questa valutazione, effettuata dopo le raccomnadazioni degli advisors (Goldman Sachs International per il San Paolo, Crédit Suisse First Boston per l'istituto a medio termine romano), la nuova compagine risulterà così formata. Al primo posto, con il 16,4% del capitale, ci sarà la Compagnia di San Paolo, seguita a distanza dal Monte Paschi (il 6,1%), la Fondazione Cariplo (il 4,2), il Banco de Santander (4), l'Ifi-Ifil (2,9), la Reale Mutua (1,7), Kredietbank (1,2) e Ras (1,1). Il capitale sociale avrà un valore nominale di 8400 miliardi circa. Il San Paolo, a far data dal giorno in cui avrà effetto la fusione, (le assemblee straordinarie sono state fissate per la fine di lugho), annullerà i certificati azionari attualmente in circolazione e li sostituirà con altri, dal valore nominale unitario di 6 mila lire (contro le attuali 10 mila). Ora, liquidate le questioni tecniche e, soprattutto, le liti politiche, vai la pena di guardare da vicino il nuovo «numero uno» del credito, alla ricerca di uno spazio in campo internazionale. I primati si sprecano. Nessuno, in Italia, dispone di una rete al dettagliodel genere, con oltre 4 milioni di clienti, 1300 sportelli, 3900 promotori finanziari, un «asset management» (ovvero la capacità di assorbimento del risparmio famigliare nei prodotti del risparmio gestito) che cresce a «ritmi di livello mondiale». Ma più che al passa;to, si guarda al futuro: tempo dueò tre anni, è la promessa, la banca sarà ben diversa, grazie a unità di business, spin-off immobiliari e sinergie varie. La rivoluzione comincia. Ugo Bertone Sarà un colosso da 435 mila miliardi 1300 sportelli 3900 promotori e 4,5 milioni di clienti unii IL GRUPPO IN CIFRE EEEÉHi PRIMA DELLA FUSIONE Bilanci consolidati '96, in miliardi SANPAOIO DOPO LA FUSIONE Dati consolidati in miliardi TOTALE ATTIVO ATTIVITÀ'CLIENTELA 350.000 435.000 di cui 210,000 race, direlto IN ITALIA SARA' IL NUMERO UNO Nella tabella la classifica per attivo '97 (in mici) dei principali gruppi bancari italiani e dei maggiori istituti creditizi "single", in cerca di partner: o, to0 et à ao la;ò a di inGRUPPI 1) SANPAOLO - IMI ATTIVO 2) BANCA INTESA 3) BNL - BANCO DI NAPOLI 4) CREDIT - ROLO - UNICREDITO 5) GRUPPO BANCA ROAAA 6) COMIT MONTE DEI PASCHI Luigi Arcuti guiderà il colosso San Paolo-Imi Le assemblee per la fusione fissate per la fine di luglio