Giovani, licenziamenti più facili

Giovani, licenziamenti più facili A Palazzo Chigi una commissione prepara la bozza del nuovo «Statuto dei lavori» Giovani, licenziamenti più facili Giugni: libertà alle imprese ROMA DALLA REDAZIONE Potrà essere più facile licenziare. E' l'idea su cui sta lavorando la Commissione di esperti della presidenza del Consiglio, che dovrà elaborare un nuovo «Statuto dei lavori». Non è nulla dunque di definitivo, né ancora di deciso, ma il presidente della commissione Marco Biagi - docente di diritto del lavoro e consigliere del ministro del Lavoro Tiziano Treu - insieme agli altri esperti sta mettendo a punto una rivoluzione nel mondo del lavoro che avrà fra le novità più importanti l'introduzione di una deroga a uno dei capisaldi del diritto del lavoro: la necessità della «giusta causa» o di un «giustificato motivo» per licenziare e la reintegrazione nel posto di lavoro in caso di licenziamento giudicato illegittimo. «Si tratta di temperare lo Statuto dei lavoratori per la parte relativa ai licenziamenti, garantendo una maggiore libertà», spiega Gino Giugni, che dello Statuto dei lavoratori è il padre. E che già da un anno, anche se non fa parte della commissione della Presidenza del Consiglio, si è espresso a favore di un abbattimento delle rigidità del sistema. «In questo modo si dà maggiore libertà nei confronti delle imprese che potranno affrontare la difficile opera di assunzione di nuovi lavoratori con minore apprensione». Le formule di tutela finora previste verrebbero meno in tre casi. Per i giovani alla prima esperienza di lavoro e comunque con meno di 32 anni di età. Per tutti i nuovi assunti a partire dal 1999 nelle aree ad alta disoccupazione, in particolare nel Mezzogiorno. Infine, per tutti coloro che hanno un'anzianità di lavoro inferiore ai due anni presso lo stesso datore di lavoro. Rimarrebbero, invece, tutte le tutele che vengono considerate intoccabili, ora in vigore: vale a dire, l'impossibilità per il datore di lavoro di risolvere il rapporto con un dipendente in procinto di sposarsi, in malattia o in maternità. Le deroghe sono contenute nell'articolo 34 del capo II della bozza e, testualmente, sono espresse così: «a) per i lavoratori alla prima esperienza di lavoro con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato e comunque non oltre il compimento del trentaduesimo anno di età, b) per tutte le nuove assunzioni effettuate entro il 1999, per i primi due anni di lavoro, nei territori di Sardegna, Sicilia, Calabria, Campania, Basilicata, Puglia, Abruzzo e Molise, nonché nelle province nelle quali il tasso medio annuo di disoccupazione, secondo la definizione allargata Istat, rilevato per l'anno precedente l'assunzione, è superiore di almeno il 3 per cento alla media nazionale risultante dalla medesima rilevazione, c) Per i lavoratori che abbiano maturato un'anzianità di servizio presso lo stesso datore di lavoro inferiore a due anni». In questi tre punti, dunque, sono contenute le principali novità finora inserite nel documento preparato dalla commissione di palazzo Chigi, inviato in questi giorni a diversi addetti ai lavori per recepire i loro commenti. Lo spirito delle innovazioni che si vorrebbero introdurre è rendere più flessibile il mercato del lavoro in modo da facilitare le nuove assunzioni e prevedendo, in pratica, di rendere licenziabili in qualsaisi momento i giovani al di sotto dei 32 anni nei primi 24 mesi di lavoro, al Sud e nelle province ad alta disoccupazione tutti gli assunti entro il '99, e comporterebbe un allungamento a 2 anni del periodo di prova per tutti i nuovi assunti, ora fissato in tre mesi. Verrebbe quindi accolta una vecchia richiesta della Confindustria di eliminare le rigidità del sistema, sull'assunto che più facilmente si licenzia, più facilmente si assume. I datori di lavoro, infatti, tranquillizzati da un rapporto di lavoro non più vincolante quanto un matrimonio, potrebbero dimostrare maggiore coraggio nell'assumere, un fatto positivo in particolare in alcune zone d'Italia, anche se il rovescio della medaglia è una maggiore flessibilità anche nel licenziamento. Il documento preparato dalla commissione di palazzo Chigi contiene poi alcune precisazioni. Anche nei tre casi di deroghe alla necessità di «giusta causa» o «giustificato motivo», il licenziamento deve comunque essere messo per iscritto. E il datore di lavoro deve concedere un preavviso di almeno due settimane per ogni anno di anzianità del lavoratore. Al lavoratore spetta poi un'indennità. Le stesse deroghe della disciplina per i licenziamenti individuali sono annunciate anche per le alte professionalità. Ma in questo settore - afferma il documento - la disciplina è ancora ben lontana dall'essere stata messa a punto. «Così le aziende potranno Potrebbe riguardare assumere nuovi lavoratori il Sud e chi ha un'anzianità con minore apprensione» inferiore ai due anni Gino Giugni, «padre» dello Statuto dei lavoratori

Persone citate: Gino Giugni, Marco Biagi, Tiziano Treu

Luoghi citati: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Italia, Molise, Puglia, Roma, Sardegna, Sicilia