«Non tolleriamo gli insulti» di Fabio Vergnano

«Non tolleriamo gli insulti» «Non tolleriamo gli insulti» Chiusano e Moggi replicano indignati TORINO. Juve indignata di fronte alle accuse dell'Inter. Per la seconda domenica consecutiva il dopo partita è avvelenato dalla polemiche. L'Inter va sul pesante e la Juve non accetta insinuazioni che possano macchiare il suo primato. Match isterico dopo il rigore non concesso ai nerazzurri. Umberto Agnelli lascia la tribuna con largo anticipo e commenta: «Partita troppo nervosa, non mi è piaciuta. Lasciamo perdere». Più schietto il presidente Chiusano, informato delle frasi pronunciate a botta calda dal presidente Moratti, quel¬ lo che si era agurato che si potesse giocare «undici contro undici». Chiusano è molto esplicito: «Non me la sento di esprimere un giudizio sull'episodio di Ronaldo, in compenso sono sicuro che fosse da manuale il fallo su Del Piero. Mi spiace che Moratti, che è un grande presidente, abbia parlato così di noi. Sono frasi che non si dovrebbero mai pronunciare. Accettiamo le critiche, gli insulti non li tolleriamo mai da nessuno. Ora lo scudetto possiamo soltanto perderlo». Durissimo anche Moggi, cui viene riferito lo sfogo di Ronal¬ do. Il dg bianconero attacca il Fenomeno: «Ronaldo ha perso una buona occasione per stare zitto. I grandi giocatori devono parlare sul campo usando i piedi e la testa. Impari da Del Piero, che sta sempre zitto e segna. Ma forse non è neppure tutta colpa del brasiliano, che è stato influenzato da chi è entrato in campo e non avrebbe dovuto. La Juve ha fatto ciò che doveva e purtroppo per l'Inter, che sa giocare bene in contropiede, ha vinto la partita». Bettega usa un'espressione più ironica e velata di sottintesi per ribattere a Moratti, che aveva parlato di modo poco elegante di vincere lo scudetto: «Non so se conquisteremo noi il titolo. Mi auguro - ha detto il vice presidente juventino - che non debbano passare altri nove anni prima che lo conquisti l'Inter». Dal fronte squadra trapela qualche presa di posizione. L'ordine di non commentare moviole e arbitraggi resta tuttora in vigore, ma qualcuno lo viola. Lippi dice addirittura che «non discuterò più le decisioni arbitrali non soltanto finché resterò alla Juve, ma fino a quando farò l'allenatore». Davids va contro la consegna del silenzio con un parere carico di certezze: «Non c'era rigore contro di noi, in ogni caso le decisioni dell'arbitro vanno sempre accettate». Gli altri bianconeri dicono che non hanno visto. Di Livio: «Ero troppo lontano dall'azione, mi ero già piazzato per il contropiede». Iuliano, diretto protagonista, spiega: «Ronaldo mi è venuto addosso, io sono rimasto immobile». Peruzzi si astiene: «Lo so come va: basta un mezzo sorriso, una mezza frase per dare luogo alle interpretazioni più svariate». Fabio Vergnano

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