Sarà Arcuti a guidare Imi-San Paolo di Marco Zatterin
Sarà Arcuti a guidare Imi-San Paolo Ribaltone dopo una riunione burrascosa. La Compagnia ha designato i nuovi consiglieri Sarà Arcuti a guidare Imi-San Paolo Zandano risponde «no» a Merlini e se ne va TORINO. Sette ore di consiglio, toni infuocati e qualche parola di troppo. Poi dalla quiete soltanto apparente di Villa Abegg è arrivata la conferma: Luigi Arcuti, classe 1924, sarà il presidente della Superbanca che nascerà dal matrimonio fra i due istituti della sua vita, il San Paolo dove entrò da impiegato dopo la guerra, e l'Imi che ha condotto dal 1980. Esce definitivamente di scena Gianni Zandano, che sul ponte di comando di piazza San Carlo è stato per quindici anni. Il duello è consumato, la partita chiusa come previsto. Ieri sera è arrivato anche l'accordo sul concambio, il cui annuncio è atteso per oggi. Ora le nozze dell'anno possono essere celebrate senza altre esitazioni. Il match è cominciato in perfetto orario. Il Comitato generale della Compagnia di San Paolo, primo azionista dell'istituto torinese (anche se il suo potere di voto è limitato dagli accordi che disciplinano il nucleo stabile formato alla privatizzazione), si è riunito alle dieci in punto per ascoltare il presidente Gianni Merlini, salito sulla collina torinese con tre nomi da indicare per il consiglio della nuovo colosso bancario: Arcuti, Zandano ed Enrico Salza. Il putiferio è scoppiato quanto il patron della Utet ha proposto il numero uno dell'Imi come presidente, sembra che alcuni fra i presenti abbiano contestato il fatto di essere posti di fronte ad una decisione già presa. «C'è stata qualche caduta di stile», ha commentato un consigliere. Poi si è arrivati al voto. Dieci per Arcuti, sei per Zandano, o qualcosa di molto simile. Fine della trasmissione. A quel punto pare che il presidente uscente abbia ribadito l'intenzione di rinunciare ad ogni incarico e che, dopo un colloquio faccia a faccia con Merlini, abbia chiesto una pausa di riflessione. Una decisione analoga, anche se per motivi differenti, veniva annunciata da Salza il cui dubbio, però, durava un paio d'ore: adesso l'industriale aspira ad incarico da vice di Arcuti, anche se lo statuto non attribuisce alla Compagnia la facoltà di nominare un numero due. Più tardi Zandano ha fatto sapere di non essere disposto ad accettare l'offerta, e certo sarebbe stato difficile essere consigliere dopo aver ricoperto la poltrona al vertice. Nella terna di Merlini potrebbe entrare l'amministratore delegato Luigi Maranzana. Risolta invece la prima metà del problema del concambio delle azioni. Il consiglio di amministrazione dell'istituto torinese, riunitosi alle 18 e per tre ore, è arrivato a determinare il valore di conversione, dopo che i comitati tecnici avevano invano cercato una soluzione nei giorni corsi. Per stamane è convocato a Milano un consiglio Imi con un ordine del giorno speculare. Al termine, i mercati verranno informati. Un consigliere Sanpaolo afferma che il livello è superiore alla quota «uno a uno» ma definisce la decisione «soddisfacente». Secondo alcune fonti, non si esclude che Arcuti potrebbe scegliere la riunione odierna per dimettersi ed evitare così i rischi di una discutibile sovrapposizione di cariche, essendo al contempo leader della banca che incorpora e dell'incorporata. L'intero consiglio del Sanpaolo scade con l'assemblea di giovedì e, pertanto, non si rende necessaria alcuna dimissione. Con il senno di poi è facile dire che tutto era già scritto. Sin dal braccio di ferro sulla privatizza¬ zione scatenatosi nella primavera del 1997 si era capito chiaramente che fra i due Gianni, il Merlini Compagnia di San Paolo e lo Zandano della Banca, i rapporti non erano idilliaci. Il vertice della fondazione ha cominciato ad un certo punto a nutrire il sospetto che il Professore volesse fare un'operazione a sua immagine e somiglianza. Con una complessa riorganizzazione della struttura azionaria, l'editore torinese ha gradualmente accerchiato il banchiere, riducendone i margini di potere. Dopo essere venuto a conoscenza della disponibilità di Arcuti per un ritorno a Torino, ma preoccupato per i rischi teorici legati a questa scelta, ha cercato una mediazione che, strada facendo, ha bruciato anche un buon candidato come l'economista Onorato Castellino. Zandano ha detto «no» alle offerte di consolazione rendendo la frattura insanabile. E l'ultimo capitolo della storia, giunti a questo punto, non poteva avere un epilogo differente. Marco Zatterin •3 ^ "B f n n ) CHfi CONTROLLA IMI E SAN PAOLO { Fondazione [ Monte Paschi Cariplo | di Siena Mercato r "«"^ Fam. Agnelli (Ifi • Ifil) 3,05 Ist. bancario S. PAOLO se ne va
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