Il Belgio si ribella al governo di Francesco Manacorda
Il Belgio si ribella al governo Esplode là rabbia dopo la fuga di Dutroux, già sostituiti i 2 ministri dimissionari Il Belgio si ribella al governo //premier: «Non me ne vado» BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Un Paese intero in rivolta contro se stesso e i suoi governanti. Il Belgio non esce dall'incubo Dutroux e il giorno dopo la breve fuga del pedofilo omicida continua a interrogarsi su come sia stato così facile scappare per il detenuto più pericoloso del Regno. «Vergogna», «umiliazione», «offesa» sono le parole che troneggiano nei titoli dei quotidiani. E il quadro che dipingono gli editoriali - rifiutando l'idea di qualsiasi complotto - è quello di un Belgio nauseato dall'inettitudine delle sue forze dell'ordine e da un sistema giudiziario-poliziesco che manda un accusato di violenze e omicidi a consultare i suoi fascicoli in tribunale in compagnia di un solo gendarme con la pistola scarica. Ma ancora una volta il distacco tra la società e la politica, che già la nascita dei «Comitati bianchi» l'ondati proprio dai parenti delle vittime di Dutroux aveva mostrato in tutta la sua drammatica ampiezza, si conferma. Se Monsieur Van Peterseen, l'equivalente belga del signor Rossi ribolle d'indignazione per quello che è accaduto e i «Comitati bianchi» si sono dati appuntamento ieri sera per sfilare davanti al Palazzo di giustizia di Bruxelles, il premier Jean-Luc Dehaene considera sufficiente aver immolato sull'altare delle responsabilità il ministro degli Interni e vicepremier Johan Vande Lanotte e il suo collega delia Giustizia Stefaan De Clerck. Per entrambi dimissioni lampo nelle inani del Re Alberto II, precedute da un ringraziamento dello stesso Dehaene e scelta dei successori, appartenenti agli stessi partiti dei due dimissionari: Louis Tobback, presidente del partito socialista fiammingo al posto di Vande Lanotte e il democratico cristiano Tony Van Parys a rimpiazzare De Clerck. Hanno giurato ieri sera di fronte al re e per Dehaene la crisi è già chiusa: primo incarico dei due ministri - un copione già visto, non solo in Belgio - sarà un'indagine per capire che cosa non ha funzionato nella sorveglianza a Dutroux. Ma l'opposizione di destra e di sinistra tuona e promette battaglia. Tre mozioni di sfiducia verso il governo di centro-sinistra sono già state depositate in Parlamento, martedì si discuterà se è il caso che Dehaene e tutti i suoi ministri debbano lasciare l'incarico aprendo una crisi politica a quattordici mesi dalla scadenza naturale del governo. Il premier, naturalmente non è della stessa opinione e allo stesso modo si orienterà probabilmente la maggioranza parlamentare che sostiene la sua coalizione. Anche ayinterno del governo c'è però chi non si accontenta di quanto è avvenuto finora. Elio di Rupo, il ministro socialista delle Poste e vicepremier, che proprio sull'onda del caso Dutroux fu infangato da una falsa accusa di pedofilia, chiede nuove dimissioni: «Ciò che è accaduto è inaccettabile e altre persone ad altri livelli devono assicurare le loro responsabilità in modo altrettanto digni¬ toso di quello dei due ministri», dice. Le sue parole possono riguardare Dehaene ma potrebbe anche riferirsi ai vertici delle forze dell'ordine che finora restano silenziosi al loro posto. Ieri un gruppo di appartenenti ai «Comitati bianchi», ha chiesto le dimissioni del capo della polizia. Dalle forze dell'ordine per ora non è arrivata quasi nessuna reazione ufficiale, mentre il ministro dimissionario degli Interni ha voluto scusarsi ieri per la «sofferenza supplementare ed inutile» inflitta dalla fuga ai parenti delle vittime. Tocca agli onnipresenti mercati mostrare quel disagio che il governo cerca di tenere ben celato. Il franco belga ha perso terreno in mattinata proprio per la possibilità di una crisi e la Banca del Belgio - anch'essa improbabile vittima di Dutroux - è stata costretta a intervenire per sostenere la valuta nazionale. Francesco Manacorda Marc Dutroux il «mostro di Marcinelle» dopo l'arresto di giovedì pomeriggio fotografato sull'auto che lo riporta in carcere
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