La fuga dai Borsini affonda Piazza Affari di Zeni

La fuga dai Borsini affonda Piazza Affari Tra gli operatori è tornata a prevalere la prudenza, tutti i titoli guida in caduta libera La fuga dai Borsini affonda Piazza Affari Perso il 3,76%. In due giorni bruciati 65 mila miliardi MILANO. Giù di un altro 3,76%. Dopo il giovedì nero (-3,61%) tocca al venerdì, nero pure lui, terzo capitombolo nel mese (l'altro era stato di mercoledì, l'8 aprile: -3,85%) che brucia 33 mila miliardi. E così, altro che festa della liberazione, in due giorni piazza Affari si è mangiata 65 mila miliardi: sarà pure cresciuto del 46% il Mib dall'inizio d'anno, ma 65 mila miliardi sono 65 mila miliardi e il 7% in due giorni (che diventa -8% in una settimana) è un bel patatrac. «Succede». Cercano di frenare gli uomini della Borsa, banalizzando: «Dopo la salita arriva la discesa». Ma la «salutare correzione» che ormai da tempo ci si aspettava, piovuta così, tra capo e collo, alla vigilia del primo grande ponte di primavera, fa una certa impressione. • Secondo ribasso di seguito. Ma non è tanto questo uno-due improvviso che ha sorpreso piazza Afl'ari: lo stupore è venuto dalla forza della frenata. Prendete la seduta di ieri, per esempio. Dopo il mezzo disastro di giovedì, con quel benedetto ordine da 90 miliardi che ha scatenato il ribasso, ieri in Borsa qualcuno (ottimista) si aspettava un rimbalzo, qualcun altro (pessimista) si attendeva un altro ribassino. Nessuno s'immaginava uno splash del 3,7%, nessuno s'attendeva che tutto andasse giù: Eni (-5,26%), Telecom (-5,09%), Tim (-4,69%), Ras (-5,79%), Intesa (-5,15%), Montedison (-4,57%), Credit (-4,76%), Generali (-4,42%), Olivetti (-4,40%), Mediobanca (-5,25%), Fiat (-3,72%)... Una strage iimescata, questa volta, dalle pressioni e dal successivo calo sul future, il Fib30. Passi, come suggeriscono in piazza Affari, che il tonfo l'accia più impressione per via dell'abitudine, da troppo tempo in qua, di sommare guadagni ai guadagni. E passi pure l'apparente indifferenza (ma non è proprio cosi) dei più vecchi operatori, quelli clie ti raccontano d'aver visto fantastici rialzi precipitare ia ribassi da brivido, che adesso commentano con sufficienza la sorpresa dei colleghi più giovaiù: «Quando sale, Saie tutto, quando scende, scende tutto». Vietato drammatizzare: il passa parola della Borsa è a senso unico e, alle cinque di pomeriggio, quando il Mibtel fotografa il tonfobis, i quasi 5 mila miliardi di scambi, i 33 mila nuovi miliardi bruciati, fa una certa sensazione al profano qussto tentativo di mantenere la calma: guai a farsi prendere dal panico, insistono in piazza Affari. Difficile, visto che questa volta il tonfo di piazza Affari resta isolato, non che il venerdì altrove sia stato tutto rosa e fiori, al contrario, il vento del ribasso è soffiato dappertutto, più a Francofone che a Londra e persino Wall Street, partita subito male, è continuata peggio, tanto che, a -103 punti, è scattato il blocco degli ordini computerizzati di vendita. Ma un -3,76% è un -3,76%: perché, cosa sta succedendo? Semplice: piazza Affari vende. E se prima succedeva che quando uno metteva in vendita mille Generali, nel giro di un minuto trovava chi le comprava, adesso l'acquirente comincia a essere più raro, compra a prezzi inferiori. Non per paura, questo no: solo che dopo tanto correre, dopo tanti avvisi a non sfi- dare l'impossibile, qualcuno comincia a cambiar aria. Succede che dai borsini i piccoli investitori chiedano di monetizzare se non tutto, almeno parte del loro investimento: abbiamo guadagnato abbastanza - dicono - cerchiamo di non perderlo. Per ora, a dar retta a chi sa, dai borsini non è ancora arrivata un'ondata di richieste per vendere, vendere e vendere. Anzi, anche qui con un certo stupore, gli addetti ai lavori registrano mia nuova maturità: gli ordini di vendita sono arrivati, confermano, ma non come era avvenuto in altri tempi e dopo altri splash. Poi ci sono i gestori di fondi, quelli che in tempo reale devono decidere che fare delle migliaia di miliardi investiti dai sottoscrittori: negli ultimi dieci, quindici mesi è stata una corsa f perdifiato, la loro, adesso qualche riscatto è cominciato ad arrivare, soprattutto nei fondi azionari, e così contrordine gestori: cautela, vendere qualcosa, alleggerirsi sull'azionario, riposizionarsi sull'obbligazionario, navigare a vista. E se, come tutto lascia prevedere, nei prossimi mesi continuerà il disinvestimento dai titoli di Stato - si parla di 80 mila miliardi l'anno - allora ci sarà tempo per i gestori rimettersi in marcia. Il salvagente è già pronto. Da qui a fine maggio vanno in scadenza 150 mila miliardi di Bot, Cct, Btp e Ctz: nessuno può prevedere quanti di questi titoli saranno abbandonati dall'ex Bot people ma è verosimile che non sia rinnovato una quota del 10, forse del 15%, in lire qualcosa come 15 mila, 22 mila miliardi destinati a fare (in parte) da carburante alla Borsa. Insomma, potrebbe essere una frenata temporanea, nonostante le messe in guardia del di¬ rettore generale del Tesoro Mario Draghi per il quale piazza Affari, nonostante il toro degli ultimi 15 mesi, «presenta profili di debolezza che rischiano di vanificarne la fase positiva», primo tra tutti la dimensione ancora ridotta rispetto alle altre Borse europee. Si vedrà. Per ora, dopo lo scivolone di ieri, nonostante l'ondata di vendite, dall'estero, dai fondi, dai borsini, c'è chi scommette ancora su un rimbalzo: lunedì, dicono, sarà un altro giorno. Armando Zeni VENERDÌ' NO IN TUTTA EUROPA Nella tabella la chiusura delle principali borse europee: LONDRA -0,58% PARIGI -1,01% FRANCOFORTE -2,25% MADRID -0,79% MILANO (Mibtel) -3,76% BRUXELLES -0,64% AMSTERDAM -0,41% STOCCOLMA 0,58% ZURIGO -0,46%

Persone citate: Intesa, Mario Draghi, Olivetti