Moriero, una vita in rovesciata

Moriero, una vita in rovesciata La «bufala» di Mazzone in un anno ha conquistato l'Inter e la Nazionale Moriero, una vita in rovesciata «Sono troppo basso per i colpi di testa» Talvolta alla Pinetina, dove si allena l'Inter, si avvicina il rombo di mia Ferrari. Non è mai Schumacher, perché quali ragioni avrebbe il tedesco per venirci?, e non è neppure Ronaldo che qui è di casa ma evita di correre con il mostro argentato sulle strade del Comasco: rimane Moriero che ne ha comprata una da pochi mesi, rossa, come sono sgargianti i sogni dell'infanzia. Pensava che non sarebbe mai arrivato a possederla; tante cose gli apparivano proibite fino a un anno fa quando arrivò all'Inter con l'antipatica benedizione di Franco Sensi, il presidente della Roma: «Moriero - disse con straordinaria competenza - è una delle bufale di Mazzone», un calciatore inventato, costruito e sopravvalutato da un allenatore. Nel calcio può succedere: per affetto, per mazzette. Certamente non per Mazzone. Neppure il Milan, che lo aveva acquistato dalla Roma, ci credeva troppo: negli ultimi anni in Fininvest hanno smarrito il fiuto per i talenti e Moriero fu subito usato per calmare Moratti nella vicenda del brasiliano Cruz, che era praticamente suo e gliel'avevano scippato. Valutazione di Moriero: un milione per la comproprietà. Come cinque quintali di maccheroni della Standa. Nei mesi scorsi, l'Inter ha rilevato l'altra metà dal Milan come contropartita alla cessione di Ganz che il Dottore e Galliani volevano a tutti i costi perché vanno matti per i giocatori il cui cognome finisce con la zeta. Cruz e Ganz hanno fallito, Sensi non ha mai cominciato, Moratti e Moriero se la ridono per questa strana vicenda in cui tutti gli errori stanno da una parte e tutte le intuizioni dall'altra. Alla soglia dei trent'anni Moriero ha svoltato: l'Inter, la Nazionale, lo scudetto, il Mondiale, tutto insieme. «Sarebbe arrivato prima al successo se si fosse imposto un po' di disciplina e avesse parlato meno», dicono a Cagliari dove arrivò dal Lecce. «Non sono il tipo che sta zitto se c'è qualcosa che non va», replica lui sebbene l'Inter e il successo l'abbiano ammorbidito e con gli anni abbia imparato che ci vuole un po' di diplomazia. Non ne ha avuta aU'Olimpico quando affrontò la Roma e giocò tutta la sua partita per segnare un gol da dedicare polemicamente a Sensi. Ne ha usata invece dopo le due reti al Paraguay. «Maldini - ha spiegato mi diceva di puntare l'avversario e dribblarlo, l'ha fatto pure dopo il mio primo gol. Credo di averlo accontentato ma non sento già mio il posto in Nazionale: la concorrenza è forte, sarà il finale del campionato a decidere». L'alternativa è Di Li¬ vio e le loro strade si incrociano ancora, come quattro anni fa, quando la Juve di Lippi e della nuova troika pensava che il Soldatino non servisse al gioco che si voleva creare e Moriero, forse, l'avrebbe prodotto meglio. Non se ne fece nulla. Alla Juve è andata bene così, Moriero ha dovuto ricostruirsi una carriera e il ruolo. «Quando lo presi con me - ha ricordato Mazzone che ne parla come di un figlio - era un treno di cui s'è pagato soltanto il biglietto di andata. Gli ho insegnato che nel calcio c'è pure il ritorno». Non sa ancora difendere ma adesso almeno ci prova. Corre, si sacrifica. L'entusiasmo l'aiuta. «Il successo ti sprona a fare meglio e osare di più - sostiene Gigi Riva che segnò alla Svizzera un gol in rovesciata come quello di Moriero al Paraguay -, Quella rete straordinaria lo ha galvanizzato e gli ha dato il coraggio e la forza per trovare anche l'altro gol con un tiro splendido». «In realtà ci provo sempre spiega l'interista -. Ho segnato gol importanti con i tiri da fuori area, in rovesciata ne ho fatto uno simile a Neuchàtel: io sono bassino per i colpi di testa, devo provarci con le gambe in su. Mi sono emozionato: ho dormito poco dopo la partita, non so se per la contentezza o la stanchezza. Ma certo è stata la not- te più bella della mia vita e spero di vivere domenica un pomeriggio altrettanto bello». Dice di aver terminato la partita di Parma con le forze che gli stavano scivolando via. «Mi sono spremuto un po'». Ma alla battuta di Del Piero («ha usato le sue cartucce in Nazionale, non ne avrà più per la Juve») l'anima ribelle di Moriero si scuote per replicare che «alla Juve ci penserà Ronaldo e io gli fornirò gli assist che mi sono tenuto. Io e Ronaldo siamo al massimo, tutta l'Inter sta benissimo e vogliamo fare nostra la partita». Con l'optional dello scudetto. Marco Ansaldo «Forse ho accontentato il et Maldini ma la concorrenza è forte: sarà il finale di stagione a decidere» Francesco Moriero chiede al milanista Demetrio Albertini di lucidargli la scarpetta dopo il gol in rovesciata al Paraguay che ha incantato i tifosi; all'Inter il giocatore è costato soltanto un milione [FOTO AP)

Luoghi citati: Cagliari, Paraguay, Parma, Svizzera