«Alghisi non ci ha traditi»

«Alghisi non ci ha traditi» «Alghisi non ci ha traditi» n solo su ai lui nessun BRESCIA DAL NOSTRO INVIATO «Mi dispiace. Umanamente mi dispiace per Delfino. Cosa si può dire del resto di uno che tenta un gesto così drammatico? Quando una persona compie gesti simili, non si può che essere addolorati. Anche se mi sembra che non sia successo niente di irreparabile. Però non posso negare che questo fatto si presta a più interpretazioni. Io non conosco i risultati dell'inchiesta, quindi ci possono essere più letture: ad esempio può essere stato un modo di Delfino per trovare una via d'usci- ta». La voce stanca di chi ancora deve superare la crisi del fuso orario, Carlo Soffiantini, il primogenito della famiglia d'imprenditori di Manerbio, l'uomo che con le sue amare confidenze al capo della Mobile Marco Mariconda fece partire l'inchiesta, appena tornato da Shanghai commenta così il «gesto di autolesionismo», compiuto l'altra sera nel carcere di Peschiera dal generale Francesco Delfino. Quale via d'uscita avrebbe dovuto cercare il generale? «Non saprei. Ma finora, da quello che ho letto sui giornali, mi sembra che la sua lìnea di difesa sia arrivata ad un vicolo cieco. Non riesco a comprendere perché abbia raccontato di questa storia della vendita della villa. Io non mi aspettavo che dicesse così. Meglio sarebbe stato per lui dire che aveva pagato un informatore, che quei soldi erano finiti così. Poteva essere accusato formalmente per aver voluto fare di testa sua ma credo che agli occhi dell'opinione pubblica sarebbe stato in qualche modo giustificato». E se la verità invece fosse proprio quella che racconta il generale? «Guardi, io non posso sapere co me stanno davvero le cose, ma non penso, non ci credo assolutamente che Giordano Alghisi abbia messo in piedi questa operazione per trattenere dei soldi, per fregare proprio mio padre che è davvero il suo migliore amico. Voi non sapete quanto ha sofferto, quante lacrime ha versato. Certo, nella vita può succedere di tutto e noi, mi creda, quest'ultimo anno ne abbiamo viste di tutti i colori da poter dire di avere ormai una certa esperienza in questo senso... Ma fino a prova contraria Alghisi rimane per noi un uomo di specchiata onestà e mi auguro esca al più presto dal carcere. Forse la sua unica colpa è stata quella di mettersi in mez¬ zo a una storia più grande di lui. Non credo che proprio lui potesse fare una speculazione così bassa volgare sulla pelle di mio padre». Anche suo fratello Giordano forse ha fatto degli errori. Non trova? «No, è diverso. Mio fratello lo ha fatto in stato di necessità. Vede, il periodo in cui Delfino ha chiesto quei soldi era il più terribile di tutto il sequestro. E poi ci era stato detto che forse mio padre era già morto o aveva solo pochi giorni di vita. Eravamo disperati, avremmo agito in qualsiasi modo». Nessuno lo ha scritto con chiarezza, ma non sono pochi quelli che pensano che anche voi abbiate avuto un atteggiamento ambiguo, reticente. In particolare suo padre, Giuseppe, che durante il primo interrogatorio disse di non sapere nulla, smentì addirittura suo fratello Giordano. «Non so che dire di mio padre. In realtà lui è stato messo al corrente di ciò che è successo solo dopo la sua liberazione e non poteva essere altrimenti. C'è rimasto male, è stato incredulo». E adesso lo è ancora? «Quello che è evidente per noi lo è anche per lui. Ma non siamo giudici e non voghamo dare addosso a nessuno, nemmeno a Delfino. Però lo ripeto: su Alghisi nessun dubbio» Insomma: i Soffiantini hanno detto solo la verità, senza reticenze di nessun tipo? «A domanda schietta rispondo con schiettezza: i Soffiantini l'hanno raccontata sempre giusta. E se abbiamo dato a volte l'impressione di parlare col contagocce è solo perché non volevamo suscitare altri clamori. Perché vorremmo che questa brutta storia finisse per davvero. Ma mi creda, non ci sono altre verità». [p. col.] «Mi dispiace, ma forse il generale con quel gesto ha cercato una via d'uscita: la linea di difesa è in un vicolo cieco»

Persone citate: Alghisi, Carlo Soffiantini, Francesco Delfino, Giordano Alghisi, Peschiera, Soffiantini

Luoghi citati: Brescia, Manerbio, Shanghai