Covata di pianeti vicino a nei di Piero Bianucci

Covata di pianeti vicino a nei A «soli» 220 anni luce dalla Terra: potrebbero ospitare la vita Covata di pianeti vicino a nei Un lieto evento sulla stella HR I nove pianeti che circondano il Sole non sono un'eccezione. Molte stelle sono circondate da qualcosa di simile al nostro sistema solare. Quindi anche da pianeti come la Terra, con un ambiente adatto alla vita. La prova più convincente di tutto ciò viene dall'osservazione in radiazione infrarossa della stella HR 4796, lontana da noi 220 anni luce. Il numero di «Nature» oggi in edicola a Londra riporta due studi su questa stella, di un gruppo americano e di un gruppo angloamericano. Entrambi hanno individuato, centrati su HR 4796, un anello di gas e polveri e un secondo anello, interno al primo, apparentemente vuoto. Insomma, una sorta di ciambella spaziale. Anche il nostro sistema planetario, visto da lontano, dovrebbe presentarsi così: il Sole al centro, poi uno spazio quasi deserto largo circa 14 miliardi di chilometri nel quale si succedono in ordine di distanza Mercurio, Venere, la Terra, Marte, Giove, Saturno, Urano, Nettuno e Plutone; quindi un anello con molti asteroidi fatti prevalentemente di ghiaccio, che sfuma in un'enorme nube formata da oltre 100 miliardi di nuclei di potenziali comete. L'anello di asteroidi è chiamato «cintura di Kuiper», dal nome dell'astronomo americano che per primo ne ipotizzò l'esistenza. La nube di comete è chiamata Nube di Oort (da Ian Oort, un astronomo olandese che si occupò della strut¬ tura della galassia e dell'evoluzione delle stelle). Come nasce un sistema planetario? Il grembo, la placenta, è una nebulosa composta al 90% di idrogeno, al 9% di elio e per il rimanente 1% di elementi chimici più pesanti: carbonio, ossigeno, silicio, ferro e così via. Qualche addensamento casuale di materia crea a un certo punto una instabilità gravitazionale e porta al collasso della nebulosa. Si forma così una protostella, che si riscalda fino all'innesco delle reazioni termonucleari che la faranno brillare per miliardi di anni. Intorno, il residuo di gas e polveri della nebulosa dà origine ai planetesimi: piccoli oggetti orbitanti che, poco per volta, nell'arco di una decina di milioni di anni, si aggregano tra di loro per formare i pianeti. Questa progressiva aggregazione fa sì che si crei il «buco» della «ciambella». A distanze maggiori invece i planetesimi rimangono disaggregati e costituiscono l'analogo degli asteroidi della Cintura di Kuiper e delle comete della Nube di Oort. Michael Werner, del Jet Propulsion Laboratory della Nasa, e Edwar Weiler, che alla Nasa si occupa della ricerca di sistemi planetari extrasolari, sono convinti che proprio questo sia il processo osservato nella stella HR 4796. Indizi dell'esistenza di sistemi planetari in formazione si avevano fin dal 1980, quando il satellite «Iras» per lo studio del cielo nell'infrarosso individuò un disco di polveri intorno alla stella Beta della costellazione del Pittore (che si trova nel cielo australe e quindi non è visibile dalle nostre latitudini). Altri dischi del genere sono stati scoperti intorno a Vega (che invece è una delle stelle più brillanti del nostro cielo) e intorno a Fomalhaut (altra stella australe). Anche il satellite europeo «lso», che pochi giorni fa ha esaurito la sua missione dopo aver raccolto un'enorme quantità di dati nell'infrarosso, ha trovato prove evidenti di sistemi planetari in via di formazione intorno a stelle giovani. Naturalmente vedere in atto un processo come quello che 4,6 miliardi di anni fa ha generato il Sole e i suoi pianeti è suggestivo ed è importante per dimostrare che fenomeni del genere nell'universo sono la regola piuttosto che l'eccezione. Ma ancora più notevole è la conseguenza che se ne può trarre: se sono numerosissimi i sistemi planetari, allora dovrebbero essere numerosissimi anche i pianeti sui quali si è sviluppata la vita. E alcuni di questi potrebbero ospitare forme di vita intelligenti. Per stabilire un contatto con queste eventuali civiltà aliene alcuni radiotelescopi sono già stati puntati su stelle di tipo solare. Finora senza successo. Ma siamo solo all'inizio di queste ricerche. Piero Bianucci Un anello di gas e di polveri e un secondo all'interno apparentemente vuoto: stessa configurazione del Sistema Solare Un telescopio: due équipe di scienziati hanno osservato in radiazione infrarossa la stella HR 4796, scoprendo una serie di nuovi pianeti

Luoghi citati: Fomalhaut, Londra