Un identikit contro il serial-killer

Un identikit contro il serial-killer Il volto dell'assassino indicato dal viado di Novi Ligure. Gli inquirenti: è un'ottima pista Un identikit contro il serial-killer «Quell'uomo uccise già un anno fa» SAVONA DAL NOSTRO INVIATO Uno degli identikit del killer dei treni sarebbe preso in seria considerazione dagli inquirenti. Sembra attendibile, preciso. «E' ottimo, potrebbe davvero essere quello dell'assassino», dicono alla procura di Savona. Ma se si chiede di vederlo aggiungono che ancora non si può: «Stiamo facendo accertamenti e indagini». Ma poi, qualche ora dopo, in qualche modo quel volto esce. E' quello descritto da Julio Castro che si fa chiamare Lorena: ma adesso è confortato da altri particolari, da altre testimonianze: quelle di due donne che hanno viaggiato sui treni della morte. Notizia probabile: il serial killer ha cominciato a uccidere già un anno fa, il 6 febbraio del '97, quando nella piana di Albenga ritrovarono il corpo spogliato di Donika Hoxhollari. Notizie sparse: i carabinieri stanno controllando nelle province di Savona, Imperia, Genova tutti i proprietari delle Mercedes blu scuro con le lettere iniziali della targa uguali a quelle dell'assassino di Novi. Il lavoro è lungo, ma con l'aiuto dell'identikit potrebbe accorciarsi. La Scientifica dei carabinieri sta ultimando le perizie sulle armi e le analisi sul liquido organico rinvenuto non solo nelle toilettes, ma anche sui corpi delle prostitute uccise. Per le armi, oggi dovrebbero arrivare i risultati. Per il resto, bisogna aspettare il fine settimana. Voci: su due prostitute le tracce sarebbero identiche a quelle lasciate sui treni. Impressioni: c'è una pista seria questa volta, qualcosa di più di un'idea. Potrebbe arrivare qualche sorpresa. Il racconto di questo orrore comincia allora molto prima di quel che si pensava. Una donna uccisa in una serra nella piana di Albenga: nu da, un buco in fronte/due colpi di pistola. E' il 6 febbraio del 1997. Lei si.chiama Donika Hoxhollari, prostituta albanese. Storia triste, voleva smettere e il suo protettore l'aveva portata ad abortire qualche giorno prima all'ospedale di Pietra Ligure. L'assassinio le spara alla schiena da distanza ravvicinata. Poi la trascina den tro una serra, comincia a spogliarla. Le spara ancora. Un colpo in fronte. I suoi vestiti li ritrove ranno poco distanti, abbandonati in un'altra serra. Il suo marsupio gettato via in un canalone. Man¬ cavano solo i soldi. Un anno dopo, il 9 marzo, un'altra donna ammazzata, Stela Truya, albanese anche lei, prostituta anche lei, e anche lei nuda. La trovano a Varazze, su una scogliera. Stela è il caso forse più importante di tutti: lei è tutta nuda e nessuno dei suoi abiti verrà mai ritrovato. Due possibilità: il maniaco è un feticista. Oppure, vuole solo ritardarne o impedirne l'identificazione. In questo secondo caso, sarebbe il comportamento di un professionista, sottolineano gli inquirenti. L'assassino continua a colpire, con scadenze sempre più abbreviate. Ludmyla Zuskova, il 18 marzo, i due metronotte a Novi il 24, con il travestito Lorena che se la sfanga fingendosi morto, e poi Evelyn Tessy Edsohe, nigeriana, e Kristina Walla, il 13 aprile, e infine le due donne sui treni. Si dice: il mostro ha cominciato da Stela Truya, da lì in avanti c'è sempre una 38 e un proiettile scamiciato. Ma oggi, dalla procura di Savona, dicono che forse non è così. Avrebbe cominciato a uccidere prima, da Donika Hoxhollari. I motivi: troppe le analogie fra i delitti. Le modalità simili, il corpo spogliato, la borsa presa e abbandonata senza i soldi, come capita con quasi tutte le altre donne ammazzate. Si porta via il danaro e i cellulari: fa la stessa cosa anche con Elisabetta ZoppeUi e Maria Angela Robino. Il colpo in testa, la pistola a tamburo. Oggi la risposta, con i risultati delle perizie sulle armi. Per gli esami sul liquido organico, invece, bisognerà probabilmente aspettare la fine della settimana. I delitti centrali di tutta l'inchiesta sul serial killer sembrano oggi essere quelli di Stela Truya e dei metronotte di Novi. Il primo, perché aiuta più degli altri a capire i comportamenti e la psicologia dell'assassino. I secondi, invece, perché lasciano un testimone. Sono le due di notte del 24 marzo. Novi Ligure, cinquecento metri dall'ospedale, vicino alla statale per Serravalle Scrivia, nell'area di una villa disabitata. ■Julio Castro Lorena, latino-americano, accettò il passaggio di uno sulla Mercedes blu. Lui le disse «vieni con me». Era ben ve- stito, elegante, dai modi decisi. «Avrà avuto cinquanta, cinquantacinque anni», raccontò poi Lorena: «Io capii subito che voleva uccidermi, perché avevo visto la pistola e quando arrivammo nella villa aveva sistemato la macchina con la portiera della mia parte vicino a un albero per impedirmi di scappare. Tentò di eccitarsi anche giocherellando con la pistola. Voleva un rapporto orale senza protezione e io per dissuaderlo gli dissi che ero sie- ropositiva. Non servì. Lui mi rispose: non importa». In quel momento arrivò l'auto dei due metronotte. Li ammazza e poi colpisce Lorena che cerca di scappare. Gli manca l'ultimo colpo per finirla. L'identikit di Lorena è quello di un uomo dai capelli brizzolati, mossi, un po' scapigliati, la corporatura robusta, abbastanza alto, vestito con eleganza, il nodo della cravatta stretto, piccolo. Dei due metronotte uccisi, uno era anziano, esperto, negli ambienti a rischio sempre con la mano pronta sul calcio della pistola: quella sera non fece nemmeno in tempo a sfiorarla. L'altro, più giovane, aveva preso servizio solo da pochi giorni e non aveva armi. Il più vecchio si chiamava Candido Randò. Quando vide la sua foto sui giornali, Evelyn Edsohe pianse dal dispiacere: «Lo incontravo sempre sui treni, facevamo lo stesso viaggio tutte le sere da Genova a Novi Ligure. Era una brava persona». Cinque giorni dopo, a Cogoleto, il serial killer ammazza proprio lei, Evelyn. Abitava vicino a Lorena. C'è un capannone, una strada di cemento che gli gira attorno e finisce su upp .spiazzo .affacciato, sul mare. Sotto, da una scalinata si scende verso un canneto. Lì, sul piazzale, c'è il cadavere di Evelyn, una striscia di sangue lunga cinque metri perché la poveretta ha tentato di scappare, ma lui le ha sparato a una gamba, prima di darle il colpo di grazia alla nuca. Duecento metri più in là, avevano trovato un'altra morta. Stela Truya, nuda sugli scogli. Pierangelo Sapegno La prima vittima sarebbe stata una prostituta il cui corpo fu trovato nella piana di Albenga Controlli in tutte le province liguri Si cercano i proprietari di una Mercedes scura Perizie sui corpi delle lucciole massacrate é anàlisi sui liquidi organici trovati mm Maria Angela Rubino 32 anni l'ultima vittima del serial killer trovata morta sul treno alla stazione di Ventimiglia Ieri a Ventimiglia i funerali di Maria Angela In primo piano il figlio della vittima Samuele e la sorella Donatella