AMORE, LAVORO, SUCCESSO: NULLA AVVIENE PER CASO?

AMORE, LAVORO, SUCCESSO: NULLA AVVIENE PER CASO? AMORE, LAVORO, SUCCESSO: NULLA AVVIENE PER CASO? Come la New Age distorce il pensiero di Jung I dia il caso che io sia stato abbandonato da una ragazza e che abbia sognato una grande farfalla dalle ah nere. Mentre sto raccontando questo sogno al mio analista, una farfalla scura, simile a quella sognata, entra improvvisamente dalla finestra e se ne va a morire in un angolo della stanza. Io scoppio in lacrime, rendendomi conto che un periodo della mia vita si è definitivamente concluso. Cari Gustav Jung avrebbe chiamato questo insieme di accadimenti un evento sincronistico. Se analizziamo gh elementi che lo costituiscono, notiamo anzitutto la improbabile contiguità tra due fatti, di cui uno puramente psichico (il sogno, associato a sua volta alla fine di un amore) ed uno esterno (la farfalla che entra dalla finestra). Questi eventi non sono legati da un rapporto causale (la farfalla sognata non ha causato la farfalla reale, né viceversa) ma da un significato simbolico comune: entrambi sembrano alludere alla morte di qualcosa di delicato e volatile, come può essere un amore o l'anima stessa (in greco farfalla si dice psyché, e chi ha vi- sto il gruppo statuario Amore e Psiche di Canova ricorderà che Amore tiene per le ah appunto una farfalla). Sembra anche che la concomitanza dei due eventi sia per così dire retta dalla condizione psichica particolarmente turbata del sognatore, e quindi da una speciale attivazione dell'inconscio. La connessione appare infatti immediatamente significativa all'interessato, come se essa fosse voluta intenzionalmente da una qualche misteriosa entità che regge i destini umani. Naturalmente, ci si potrebbe facilmente sbarazzare di tutto questo parlando di una coincidenza fortuita, e non pensarci più. Jung però, che aveva sperimentato, direttamente e indirettamente, numerose coincidenze di questo tipo, elaborò, in collaborazione con il premio Nobel per la fisica Wolfgang Pauli, un modello interpretativo delle relazioni tra fenomeni che sembrano avere un significato ben definito ma non possono essere spiegate in termini causali e lo espose in un saggio intitolato Sincronicità come principio di nessi acausali. Il modello, che non intende scalzare il principio di causalità ma ad esso affiancarsi, ha un suo retroterra culturale di tutto rispetto. Dal punto di vista scientifico, esso utilizza la relativizzazione di tempo, spazio e causalità operata dalla fisica contemporanea e, per quel che riguarda i processi inconsci, dalla psicoanalisi. Dal punto di vista filosofico, si riallaccia sia all'idea kantiana secondo cui spazio, tempo e causalità non sono proprietà intrinseche delle cose ma piuttosto del nostro modo di esperire la realtà, sia alla Cari Gustav Jung visto da Levine: al suo pensiero si ispira, con fin troppe libertà, il saggio «Nulla succede per caso» di Hopcke monadologia leibniziana, che postula un parallelismo di natura non causale tra eventi interni ed esterni (l'armonia prestabilita). Ancora più indietro, la sincronicità richiama la concezione greca della simpatia che unisce armonicamente tutte le cose, e la nozione medievale di unus mundus, che implica una corrispondenza sistematica fra macrocosmo e microcosmo. E' appena il caso di aggiungere che anche il pensiero orientale tende a considerare le cose come un insieme e a coghere omologie tra vari ordini di realtà. Naturalmente, se ammettiamo che, nei fenomeni sincronistici, il mondo della materia appare, per così dire, come una immagine riflessa del mon¬ do della psiche, e viceversa, allora la dualità di psiche e materia viene essa stessa relativizzata, in base alla presunzione che la molteplicità del mondo fenomenico poggi appunto sulla unità fondamentale di tutto ciò che è. Jung scriveva di questo argomento con grande cautela, proponendo i suoi punti di vista come modesti tentativi di affrontare problemi complessi é forse insondabili. Non così fa Robert Hopcke in questo libro, che è essenzialmente una raccolta di storie sincronistiche divise per categorie (storie d'amore, di lavoro, di maturazione interiore, e così via), alcune delle quali assai curiose e divertenti; tutte comunque narrate con linguaggio sciolto e, come usa dire, giornalistico. Saremmo disposti ad accettare l'entusiasmo dell'autore, se nonché non di solo entusiasmo si tratta, bensì di una involontaria ma sistematica distorsione del pensiero junghiano. Proporrei di leggere il libro come un interessante documento di ciò che accade quando l'ideologia New Age si impossessa di un tema stimolante che in qualche modo ha a che fare col mistero dell'esistenza. Un inconsulto ottimismo trasforma la vita umana in una storia a lieto fine, retta da un finalismo provvidenziale'," dentm'cui H male e la sofferenza non trovano posto se non come incidenti di percorso che preludono a un sicuro riscatto. Diventando una sorta di fiaba manierata, l'esistenza perde la sua verità; la realtà diventa realtà romanzesca; il buonismo annega tutto nella sua melassa; e una sorta di sicurezza vagamente paranoide assicura, come dice il titolo del libro, che «nulla succede per caso» e che dunque dobbiamo stare tranquilli. L'idea che Hopcke si fa deUa vita (e che non corrisponde minimamente al pensiero junghiano, cui egli dichiara di ispirarsi) è quella eh un racconto narrato da uno scrittore ottocentesco, demiurgico, che guida per il meglio i destini dei suoi personaggi. Si vede che non ha letto Beckett. Augusto Romano La sincronicità come modelb di analisi non si può ridurre a provvidenzialismo: la realtà diventa romanzo, l'esistenza perde la sua verità NULLA SUCCEDE PER CASO Robert H. Hopcke Mondadori pp. 276 L 29.000 nattiestato, iorioni. fasto orung dinume moe il sso rra unzza azio onuaroafico, ana usache stro alla gggioraccese nsi trma penleggte dquapossin qunastendivenismlassgamdicesucdobchenonpenra contocpersonBec