«Vendesi a privati ii Foro Italico»

«Vendesi a privati ii Foro Italico» Il Comune: non ne sappiamo nulla «Vendesi a privati ii Foro Italico» ROMA. «Il Comune di Roma non è mai stato informato sulla possibilità di interventi finanziari sul patrimonio vincolato dal ministero dei Beni Culturali». La smentita è arrivata ieri dal Campidoglio, dopo la notizia sulla possibile vendita del Foro Italico e, al limite, perfino del Colosseo. «Sulla questione - recita la nota - non si sono svolti incontri, né sono all'ordine del giorno». Tutto nasce dal ripristino della norma di una vecchia legge del '39, secondo la quale lo Stato può alienare anche i propri gioielli culturali: musei, gallerie, statue, monumenti. E un primo caso concreto di questa clamorosa novità sarebbe proprio la dismissione del Foro Italico, il complesso sportivo d'epoca fascista che vale - secondo il presidente della commissione per i fondi immobiliari, Giacomo Vaciago - un migliaio di miliardi. Poi, per la stessa logica, potrebbe toccare, in linea teorica, a ben altri tesori. «Se può partire un fondo immobiliare con il Foro Italico - ha spiegato l'economista incaricato dal ministero delle Fi nanze per gestire la patata bollente delle vendite immobiliari di Stato -, lo stesso si può fare anche per gli Uffizi o il Foro Romano Parlando con il presidente Prodi ho fatto una battuta, a proposito delle vendite di Stato: gli ho detto che potremmo conferire a un fondo lo stesso Colosseo e farlo gesti¬ re agli americani. Il problema della gestione dei Beni Culturali è importante: molto spesso i privati sono più adatti a gestire e valorizzare palazzi, musei, impianti». «La nostra commissione - ricorda Vaciago - avrà tempo fino alla fine di giugno per stilare l'elenco dei beni immobiliari statali da conferire nei fondi per la loro cessione, una partita da circa mille miliardi di lire. Abbiamo proposto - ha aggiunto - di istituire un fondo con il Foro Italico di Roma, che vanta piscine, stadio, campi da tennis e alcuni monumenti». Una multinazionale potrebbe occuparsi della gestione degli impianti e far rendere il fondo immobiliare che si collocherebbe poi sul mercato: «L'importante - ammonisce Vaciago - sarà comunque utilizzare gli introiti per ridurre il debito pubblico in modo da non mangiarsi il patrimonio». In attesa di una presa di posizione ufficiale del ministro Walter Veltroni, a dichiararsi contrario a questa proposta, che ricorda tanto lo sketch di Totò che vende la Fontana di Trevi a uno straniero ignaro, è stato il regista Luigi Magni, da sempre innamorato di Roma e delle bellezze d'Italia: «Ma davvero siamo a questo punto? Palazzi, musei, gallerie d'arte erano l'unica vera ricchezza del nostro Paese. Non capisco il criterio di darli via», [g. bea] Il complesso sportivo del Foro Italico

Persone citate: Giacomo Vaciago, Luigi Magni, Palazzi, Prodi, Vaciago, Walter Veltroni

Luoghi citati: Comune Di Roma, Italia, Roma, Trevi