Fazio a sorpresa riduce i tassi (5%)

Fazio a sorpresa riduce i tassi (5%) L'inflazione resta ferma, Bankitalia stringe i tempi. Il taglio di mezzo punto ci avvicina all'Europa Fazio a sorpresa riduce i tassi (5%) L'industria in coro: «Adesso tocca alle banche» ROMA. Per la penultima o più probabilmente la terz'ultima volta il governatore della Banca d'Italia ba abbassato il tasso di sconto. Dal 5,5% si va al 5%: la corsa verso l'euro abbassa il costo del denaro italiano «verso i più bassi livelli prevalenti in Europa». Avviandosi a sparire, la lira diventa una moneta forte come il marco. Muovendosi ieri, dopo i primi dati sull'inflazione in aprile, Antonio Fazio ha voluto tuttavia sottolineare che la sua scelta ha un fondamento solido nelle condizioni reali del Paese: è prima di tutto l'inflazione italiana ad essere scesa a livelli europei. Alla piena convergenza, che dovrà per forza essere raggiunta il 31 dicembre, mancano ancora un paio di passi. Nell'area del marco è atteso un lieve rialzo, in Italia Spagna e Irlanda nuovi ribassi. I tempi dipenderanno anche dalle scelte della Bundesbank: una sua mossa verso l'alto, che fino a pochi giorni fa era attesa non prima dell'autunno, ora secondo alcuni potrebbe essere imminente. Dal 1° gennaio il livello dei tassi di interesse a breve - determinato dalle decisioni prese nella torre di cemento e vetro della Banca centrale europea a Francoforte - sarà unico ad Amsterdam come a Palermo, a Helsinki come a Lisbona. La previsione corrente dei mercati è per un «tasso centrale» (repo, o pronti-contro-termine) sull'euro tra il 3,7% e il 4% nella fase iniziale dell'anno prossimo. Più avanti nel '99, se la crescita economica in Europa si rafforzerà, si dovrebbe andare verso il 4,5%. Comunque vada, per l'Italia sarà una fortissima riduzione. Che cosa possa cambiare anche negli affari del semplice cittadino, lo fa eapire'ìa'decisione -di"tma batìS'i'stt'ànSer^ai òfMregià adesso mutui casa al tasso del 4%. . ' LS^ÓSsà' 'dèlia' 'Bàtìc'fa^talia era attesa, ma non per ieri. I mercati sono stati colti di sorpresa; e una persona certo ben informata come il presidente della Confindustria Giorgio Fossa ancora lunedi sera prevedeva che si dovesse attendere «probabilmente 15 giorni». La data era il 4 maggio, primo giorno di apertura dei mercati dopo la decisione solenne sul l'unione monetaria. Ma Fazio, euroscettico o eurotiepido che sia, ritiene fermamente di do ver ancorare l'andamento del tasso di sconto, finché è in suo potere, ai «dati fondamentali» interni. Ha scelto perciò il giorno dei primi dati sull'inflazio ne di aprile, che sono buoni. Come è suo costume, la deci sione è prudente: lo ha prontamente notato la Confindustria, secondo la quale «esistono ul teriori spazi». Il tasso di sconto italiano resta più alto di quello della Spagna (4,5%), Paese che è alle prese con una crescita dell'economia ben più vigorosa, e che quindi in teoria necessiterebbe di un maggior grado di restrizione. Per molti esper ti, un taglio di tre quarti di punto sarebbe stato praticabilissimo. Lo scarno comunicato della Banca d'Italia non menziona alcun fattore di tipo politico, né le imminenti decisioni sull'euro né la positiva accoglienza che il «Dpef» italiano ha ricevuto dagli altri Paesi europei. Alle aspettative sull'unione monetaria si fa un cenno indiretto: «La discesa dei tassi di interesse correnti e attesi verso i più bassi livelli prevalenti in Europa costituisce conferma del positivo orientamento dei mercati monetari e finanziari». Sul fronte interno non c'è alcun-timore:«il'susseguirsi ffinaatìlà'vóVè'vttli sul fronte dei prezzi ha consolidato l'abbassamento, dejle aspettative di fnfl&MèMsVtolori conformi a quelli programmati». E' quindi a portata di mano l'obiettivo '98, che nella formula della Banca d'Italia è «inflazione sotto il 2%» e in quella del governo è l'I,8% in media annua. I commenti sono tutti favorevoli. Secondo il rito, gli industriali esortano le banche a tradurre immediatamente l'indicazione di Fazio in un minor costo dei fidi. La Cgil, con il segretario generale Sergio Cofferati, a sua volta incita le imprese a investire di più, «contribuendo alla ripresa del Mezzogiorno». E mentre il leader di Alleanza nazionale Gianfranco Fini si dichiara certo che non c'è alcun motivo politico della scelta di Fazio, il democratico di sinistra Bruno Solaroli implica un giudizio positivo sul «Dpef». Che cosa effettivamen te pensa del «documento di programmazione 1998-2001» il governatore lo dirà stamani alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. Stefano Lepri I mercati guardano alla Bundesbank Molti si attendono un lieve rialzo Il nostro costo del denaro resta però più alto di quello spagnolo sorpresa riduce i tassi (5%) ia in coro: «Adesso tocca alle banche» I mercati guardano alla Bundesbank Molti si attendono un lieve rialzo TRE ANNI DI RIBASSO IO,©0 Il nostro costo del denaro resta però più alto di quello spagnolo Antonio Fazio governatore di Bankitalia e (a fianco) il ministro dell'Economia Carlo Azeglio Ciampi *,oo 7,50 6 21 14/6/93 6/7/93 10/9/93 22/10/93 12/5/94 12/8/94 21/2/95 26/5/95 24/7/96 23/10/96 22/1/97 30/6/97 23/12/97 22/4/98 Antonio Fazio governatore di Bankitalia e (a fianco) il ministro dell'Economia Carlo Azeglio Ciampi