L'Effetto Clinton contagia i politici Usa di Andrea Di Robilant

L'Effetto Clinton contagia i politici Usa Il clima di comprensione per il Presidente incoraggia i candidati a lavare i panni sporchi in pubblico L'Effetto Clinton contagia i politici Usa Molti confessano: «Ho avuto un'amante» e il pubblico li perdona WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE C'è la fila davanti al confessionale della politica americana. Incoraggiati dai sondaggi che sembrano indicare un nuovo livello di tolleranza da parte degli elettori, molti politici si liberano del peso di passati adulteri ed altri peccati sessuali. Tutti sperano nell'Effetto Clinton - più gli elettori sanno e meno gliene importa. E così, in vista delle elezioni congressuali del prossimo novembre, corrono a raccontare - davanti alle telecamere e quasi sempre tenendo la moglie per mano - segreti che fino a poco tempo fa sarebbero rimasti sepolti. Roy Romer, governatore del Colorado, è stato il primo a capire che il momento era propizio per confessare il «rapporto molto affettuoso» intrattenuto con la segretaria per sedici anni. L'Effetto Clinton è stato im¬ mediato: la sua popolarità è schizzata a quota 68 per cento. Romer, come Clinton, aveva la moglie al fianco quando ha confessato tutto. E questo, dicono gh esperti, aiuta a capire l'indulgenza degli elettori (vedi Hillary). Ma John McKay, senatore repubblicano in Florida, non ce l'aveva. Anzi, è stata proprio la signora McKay ad accusarlo di tradimento sulla pubblica piazza, raccontando la torrida avventura del marito con una lobbista. La carriera politica di McKay pareva segnata. E invece il senatore ha fiutato l'aria, ha confessato tutto, si è sposato la lobbista e adesso veleggia verso una sicura rielezione. Ma il caso più incredibile, tanto da meritarsi la prima pagina del New York Times ieri mattina, riguarda Michael Bowers, candidato alla poltrona di governatore della Georgia. La settimana scorsa, ha convo¬ cato i giornalisti e tenendo per mano sua moglie Bette Rose, ha raccontato di averla tradita per quindici anni con una assistente. Ormai i media sono così abituati a raccogliere le confessioni dei politici che questa uscita di Bowers non sarebbe circolata fuori dalla Georgia se non fosse stato per quel tocco «clintoniano» che ha voluto aggiungere: «Il Signore ha benedetto me e mia moglie. Ci ha toccati e ci ha detto: "Adesso, ragazzi, vi faccio innamorare di nuovo". E così è successo. Davvero. Ora il nostro amore è la cosa più importante nella nostra vita. E a prescindere da come andranno le elezioni, io e mia moglie rimarremo insieme. Innamorati». Chi ha motivo di essere incredulo - anche un po' irritato di fronte alla nuova indulgenza del pubblico americano è Gary Hart, il senatore del Colorado che dovette abbandonare le presidenziali nel 1987 in un clima da terrorismo moralistico per le sue peripezie con Donna Rice a bordo del panfilo Monkey Business. Oggi, al mancato presidente non rimane che dare un po' di prospettiva storica a tutta questa vicenda. E osservare con un filo di malinconia che «purtroppo non sapremo mai quanti leader abbiamo perso in questo modo». Uno di questi fu certamente Bob Packwood, senatore repubblicano dell'Oregon, cacciato con ignominia dal Congresso tre anni fa con l'accusa di palpeggiatore impunito (anche negli ascensori del Senato!). Ed è senz'altro un segno dei tempi che anche il vecchio Packwood, dopo tre anni di silenzio, stia saggiando il terreno per un possibile ritorno alla politica. Andrea di Robilant

Luoghi citati: Colorado, Florida, Georgia, Oregon, Usa, Washington