Una calibro 38 per il killer dei treni

Una calibro 38 per il killer dei treni La giovane donna trovata morta nella toilette sabato notte è stata uccisa con un'arma dello Una calibro 38 per il killer dei treni A Ventimiglia un delitto fotocopia di quello di Pasqua VENTIMIGLIA DAL NOSTRO INVIATO «Albenga, stazione di Albenga». 20 e 45, treno in orario, Maria Angela Rubino controlla l'orologio e mette il piede sul primo gradino della scaletta. Ho preso tutto? Sì. Borsa, documenti, c'è tutto. Biglietto, Albenga-Ventimiglia, solo andata, 5900 lire per andare incontro alla morte, un sabato sera. Due ore più tardi, e Maria Angela è morta nel gabinetto del treno. E il suo nome va in un fascicolo dove c'è già quello di una donna che lei non conosce, Elisabetta Zoppetti, partita da Chiavari il giorno di Pasqua per tornare al lavoro a Milano, infermiera all'Istituto Tumori. Uccisa in un gabinetto dell'Intercity La Spezia-Venezia. Chi l'ha uccisa, chi le ha uccise? Un serial killer, adesso non ci sono più problemi a dirlo. E il pm di Sanremo Maddaleni ha ottenuto che l'autopsia di Maria Angela venisse eseguita dallo stesso perito che ha fatto l'altra. Nessuna violenza carnale. Ma c'è un uomo che uccide con una 38, un colpo in testa. Di sicuro è salito in questa seconda carrozza del diretto 2888, che ferma a tutte le stazioni, o quasi. Prima classe, però declassata in seconda. Tanta gente, nessuno conosciuto. Uomini, signore, bambini, facce, chiacchiere, racconti, storie, risate, giornali spiegazzati, borse. E questo uomo, tranquillo. Maria Angela è vestita di nero, pantaloni fuseaux, golf, giubbotto, tutto nero. E' stanca, è triste, è a lutto, è appena uscita dall'ospedale di Albenga dove è andata a salutare per l'ultima volta uno zio, morto da poche ore. Albenga, Alassio, Laigueglia. Adesso è buio. La gente che parla, il mare, i finestrini aperti, le tende che sbattono, altra gente che sale. E quell'uomo tranquillo, che ha una pistola. Maria Angela è una bella ragazza, bella bocca, capelli lunghi, castani e con i colpi di sole. E' una bella ragazza «di quelle che ti giri a guardarla, con tutte le cose al posto giusto». Ma seria. Perbene. Con un fidanzato, Giovanni. Giovanni Capaldo, trent'anni, napoletano, poliziotto alla frontiera di Ponte San Luigi. Conosciuto un anno fa nella caserma dove lui vive e dove lei faceva le pulizie, operaia di un'impresa che poi ha perso l'appalto con il ministero dell'Interno, e Maria Angela ha dovuto cercarsi un altro posto. In Francia, certo, come tutti qui. Frontaliera. Tutte le mattine sale sulla sua Y 10 nera e parte per la casa della famiglia dove fa la baby sitter. Ed eccola su questo treno che adesso ferma ad Andora, e altra gente scende, e Maria Angela non ha niente da leggere e da fare, se non pensare a Giovanni, alla mamma Rosa, famiglia siciliana, come il papà, Benedetto. Famiglia normale, lavoratori, padre e figli maschi dal mattino alla sera in officina, Rubino Kart, via Freccerò 29, alla periferia di Ventimiglia, riva sinistra del Rqja. E poi, cos'altro c'è nella testa di Maria Angela, che apre la borsa, cerca qualcosa, la richiude, guarda l'ora, e sono neanche le 9, e ancora non siamo a Imperia. E che tempo, e che discorsi da treno, e che freddo che fa, e farà caldo? E chi è quell'uomo che guarda? Imperia Oneglia, Imperia Porto Maurizio. Che stress questa gente che parla, e il tu-tùn del treno, e le gallerie, è tutta galleria questa linea. Tu-tùn. E questo uomo tranquillo, che ha una pistola in tasca, e che guarda Maria Angela, guarda la ragazza che fruga nella borsa, si annoia, apre il portafogli, guarda la foto del passaporto, nata a Ventimiglia il 20-11-66. E che si alza, e nella seconda carrozza non c'è più nessuno. Prende la borsa, punta alla toilette. Libera. Entra, chiude. Galleria. Buio, la lucina del bagno, appena. La borsa la mette sul lavandino, abbassa i fuseaux, i collant, gli slip. Ce la faccio, tra un po' devo scendere. Che ore sono? Dove sia¬ mo? Ho chiuso la porta? Sì. Ma la porta si spalanca. Maria Angela grida, ma chi è che entra, ma che fa, ma è occupato. Una mano sulla spalla, l'altra ha una pistola. L'uomo le prende il giubbotto, che diventa un fagotto con dentro una pistola che spara un colpo che entra vicino all'orecchio sinistro, e Maria Angela non ha ancora capito niente che quel colpo ha attraversato la sua testa, ha sfondato il suo occhio destro, è finito sul pavimento sporco di orina vecchia. Un proiettile da 38 rimane sulle piastrelle, vicino c'è sangue, schizzi, e una lerite, a contatto schizzata via da quel suo occhio. Galleria. E quell'uomo ancora tranquillo, che guarda la ragazza con la testa sotto il lavandino. E' rannicchiata come un bambino, ha i capelli sporchi di sangue. Le restituisce il giubbotto bucato, sporco di sangue. Le prende la borsa. La pistola, in tasca. La chiave, per richiudere la porta. Chiude, e mette la chiave in tasca. Scende. A San Remo? O a Ospedaletti? Ma prima getta la borsa di Maria Angela in un altro scompartimento, quello riservato ai ferrovieri. Scende, forse a Ventimiglia, ore 22,25. Aspetta. Un quarto d'ora dopo il capostazione fa un annuncio: «La signora Maria Angela Rubino è pregata di recarsi al posto di polizia». Hanno trovato la borsa. E guarda, lo spettacolo di quei due operai delle pulizie che hanno appena aperto la porta del gabinetto e trovato Maria Angela. Li sente gridare, vede i poliziotti che corrono. Può bastare. Alle 5,03 Maria Angela è in un sacco di plastica, e il primo Ventimiglia-Milano è in partenza. La polizia prende i nomi di tutti i viaggiatori, fa i controlli. Ma lui, non c'è. Brunella Giovare Il giallo della borsetta lasciata nello scompartimento riservato ai ferrovieri Controlli della polizia sui convogli E da Roma arriva la Squadra Antimostro SECONDO VAGONE lo donna sedeva nel terzo scompartimento del secondo vagone Toeletta dovè è sfata uccisa Altra toeletta Scompartimento dove è sfata trovata la borsa {è quello utilizzato dal personale viaggiante delle FFSS) PRIMO DUE ESECUZIONI IDENTICHE (Gli omicidi compiuti a Pasqua sui trèno La Spezia-Venezia e saboto sul Genova-Ventimiglia) II VITTIME» due donne di poco oltre trentanni, che viaggiavano sole IL LUOGOi la toilette del vagone Una pistòla calibro 38, con protettili «scamietali», cioè die si frammentano IL BIT®: le donne sonc state fatto inginocchiare e colpite alla testa IL COLPO: uno solo, sopra l'orecchio sinistro, sparato usando un giubbotto o urta maglia per attutire il rumore e consentire al killer di non sporcarsi di sangue LA CHIAVE; dopo aver uccìso, l'assassino ha richiuso la porta deila toilette utilizzando una chiave tripla, una sorta di passepartout LA BORSHTA: in entrambi i casi la borsa della vittima è stota trovata in uno scompartimento LE ANALOGIE CON GLI ALTRI OMICIDI (I punti in comune con gli omicidi delle prostitute e delle guardie giurate di Novi Ligurie) L'ASMA: almeno nel caso di quattro prostitute e dei due vigilantes a sparare è stata una calibro 38, con proiettili scamiciati IL RIVO: quasi tutte le prostitute sono state uccise dopo che l'assassino le aveva fatte inginocchiare I LUOOHIt i delitti sono stati sempre compiuti in luoghi apportati IL COLPOt le prostitute sono stote assassinate con un colpo solo in lesto, usando in alcuni così un giubbotto o un altro indumento per attutire il colpo