Punita con la morte dai killer di Nico

Punita con la morte dai killer di Nico Presi gli uomini che hanno accecato il bimbo di Catania. La ragazza massacrata dallo zio con 2 colpi di pistola alla nuca Punita con la morte dai killer di Nico Uccisa a 20 anni: frequentava i ragazzi del clan rivale CATANIA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Come i barbari, senza più regole. La terribile vicenda del piccolo Nico, rimasto cieco per un proiettile vagante e l'arresto ieri di quattro dei cinque presunti responsabili, è servita anche a svelare un'altra storia, se possibile ancora più orrenda: una ragazza di appena 20 anni, Annalisa Isaia, uccisa dallo zio con due colpi di pistola alla nuca, colpevole di andare in discoteca con ragazzi, figli di mafiosi della cosca avversaria. Un delitto avvenuto un mese fa, del quale erano all'oscuro tutti, perfino i famigliari della giovane. Il suo cadavere è stato trovato venerdì notte nelle campagne di Passo Martino, a Sud di Catania. Lo zio omicida, Luciano Daniele Trovato, 28 anni, è uno dei sicari che il 7 aprile hanno scatenato un inferno di fuoco in via Villanuova, nel degradato quartiere catanese di San Cristoforo, uccidendo il pregiudicato Angelo Castorina, ferendo un suo amico, Orazio Signorelli, e il piccolo Domenico Querulo, 5 anni, a cui un proiettile ha distrutto gli occhi. La polizia lo ha posto in stato di fermo insieme all'altro responsabile della sparatoria di 12 giorni fa, Giuseppe Gangemi, 33 anni, all'autista della Fiat Uno usata per l'agguato, Lorenzo Patanè, 37 anni, e a uno dei due mandanti Carmelo Ragusa, 40 anni. L'altro mandante, Giovanni Gennaio, 37 anni, è invece sfuggito alla cattura. Mentre il questore Giovanni Fi nazzo e il magistrato titolare del l'inchiesta, il sostituto Nicolò Mari no, ieri mattina raccontavano i det tagli dell'operazione, in un ufficio della squadra mobile gli agenti rive lavano alla madre di Annalisa, Ignazia Trovato, 44 anni, la terribi le verità: «Sua figlia è stata uccisa un mese fa; le ha sparato lo zio, suo fratello». In un primo momento la donna non voleva crederci: «Non è possibile, non ci credo - urlava mio fratello non può avere ucciso mia figlia». Poi è scoppiata in un pianto inconsolabile. Per un po' di tempo i famigliari non si erano preoccupati della scomparsa di Annalisa. Ogni tanto la ragazza faceva una scappatella di qualche giorno, poi tornava. Invece, dopo due settimane, hanno dovuto fare denuncia di scomparsa. Alle ricerche aveva partecipato perfino lui,' Luciano Trovato, lo zio assassino. Il padre della ragazza, Paolo Isaia, è stato ucciso nel'9 3 in un agguato di mafia ad Acireale. Stando all'inchiesta, Annalisa la sera prima di essere uccisa era andata in discoteca con un ragazzo, pare vicino ad una cosca avversa. Per ucciderla lo zio l'avrebbe avvicinata con una scusa, invitata a salire in auto e poi condotta nelle campagne di Passo Martino. Li le avrebbe sparato due colpi di pistola alla nuca e avrebbe quindi seppellito il cadavere. In questo modo avrebbe punito quella sua vita un po' troppo irrequieta, quelle sue frequentazioni pericolose con gente degli altri clan; ragazzi che Annalisa incontrava perché erano della sua età, perché facevano parte del suo stesso mondo, non certo perché mafiosi. Trovato avrebbe utilizzato la stessa pistola che ha ferito, due settimane fa, il piccolo Ni¬ co Querulo. A rivelare questo ennesimo, inutile quanto barbaro omicidio, è un uomo rimasto misterioso, un mafioso che ha visto in faccia gli uomini del commando entrati in azione il 7 aprile a San Cristoforo e che fanno parte della sua stessa cosca, quella degli «Sciuto-Tigna» impegnati in una sorta di sanguinoso «repulisti» interno. Il collaboratore si è presentato in questura due giorni dopo l'agguato e ha raccontato agli investigatori di avere deciso di parlare per timore di fare la stessa fine, perché aveva criticato il ferimento del bambino. Per farsi credere ha dapprima descritto l'auto usata per l'agguato, e che era già stata ritrovata dagli agenti nel centro storico di Catania, poi ha fatto ritrovare un arsenale di armi in una casa abbandonata di San Cristoforo, infine ha raccontato l'orrenda fine di Annalisa, facendone trovare il cadavere. I killer dovevano uccidere sia Angelo Castorina sia Orazio Signorelli, che avevano tenuto per loro denaro proveniente da estorsioni. Signorelli, rimasto ferito ed ora scomparso nel nulla dopo essere stato dimesso dall'ospedale, è stato salvato proprio dal bambino rimasto cieco. I due pregiudicati, assieme a Nico e ad altri bambini del quartiere, stavano portando un pony a bere ad una fontana quando sono arrivati i killer. Ai primi colpi di pistola, il cavallo si è imbizzarrito e Nico, che lo teneva per le redini, si è trovato in mezzo alle due vittime predestina¬ te, facendo da scudo a Signorelli; questi è stato soccorso e nascosto in una stalla poco distante proprio dal pentito che ha poi svelato i retroscena. Solo per un caso nella sparatoria non sono rimasti coinvolti altri bambini. Sia il sindaco, Bianco, sia l'arcivescovo, Bommarito, sia il procuratore, Busacca, ieri hanno sottolineato come «il muro di omertà finalmente stia cominciando a sgretolarsi». Fabio Albanese Utilizzata la stessa arma che «firmò» un altro omicidio Scoperti grazie alle rivelazioni di un pentito che criticò la sparatoria Margherita Ferlito moglie di Giuseppe Gangemi si è sentita male alla notizia dell'arresto del marito Il piccolo Nico è ricoverato in Austria dove i medici stanno tentando di salvargli l'occhio sinistro Sopra Giuseppe Gangemi accusato di aver ferito il piccolo Nico. A lato Luciano Daniele Trovato fermato anche per l'omicidio della nipote

Luoghi citati: Acireale, Austria, Catania, San Cristoforo