Cambogia, pira di copertoni e nessun reporter per Pol Pot

Cambogia, pira di copertoni e nessun reporter per Pol Pot I khmer rossi: ora siamo diventati presentabili Cambogia, pira di copertoni e nessun reporter per Pol Pot PHNOM PENH. L'ex capo dei Khmer rossi Poi Pot è stato cremato ieri in una remota località della giungla cambogiana, senza onori e con una frettolosa cerimonia di 15 minuti disertata dagli ex compagni e dai suoi stessi familiari. Eseguita col rito buddista, la cremazione è avvenuta a Sahook, il villaggio presso il confine con la Thailandia dove - secondo i Khmer rossi - il tiranno mercoledì scorso è morto nel sonno, in una capanna di legno, in seguito ad attacco cardiaco. Non vi è stata autopsia. Alla cremazione hanno assistito non più di una ventina di Khmer rossi. Non erano presenti né Ta Mok, né Khieu Samphan, due tra i principali collaboratori di Poi Pot - poi rivoltatisi contro di lui - durante il suo regno del terrore negli Anni Settanta, costa¬ to la vita a due milioni di cambogiani. Assenti erano anche la seconda moglie di Poi Pot, Mea Som, e la figlia quattordicenne Mea Set. La salma di Poi Pot, assieme a pochi effetti personali, è bruciata su una catasta di legno e vecchi pneumatici. «Ora i Khmer rossi hanno chiuso» ha commentato laconicamente Non Nou, già carceriere del 73enne despota caduto in disgrazia e membro di quella fazione del gruppo guerrigliero che, scomparsa una figura tanto ingombrante, spera di potersi ricreare una nuova immagine, non più lordata dal sangue di milioni di innocenti. Epitaffio anche più crudo, «non è nuli'altro che letame», a Poi Pot ha dedicato colui che l'anno scorso lo destituì per prenderne il posto e lo mise agli arresti domiciliari: Ta Mok, detto il macellaio. «Anzi - ha puntualiz¬ zato - il letame è più utile, perché lo si può usare come fertilizzante». Le ceneri di Poi Pot saranno sparse in tre diversi punti della Cambogia, inclusa la sua provincia natia di Ratanakiri. Ma la caccia agli altri leader corresponsabili del genocidio è aperta, guidata dagli Stati Uniti, che vogliono processarli per crimini contro l'umanità. Secondo le testimonianze dei militari thailandesi e dei giornalisti che hanno visto la salma prima della cremazione, a bruciare sulla pira è stato effettivamente Poi Pot, ma il go verno cambogiano non è ancora convinto. «Alla cremazione non hanno assistito né giornalisti né altri osservatori indipendenti», ha detto a Phnom Penh il portavoce Svay Sitha, «e per quanto ci ri guarda Poi Pot potrebbe essere ancora vivo». [Ansa! La pira su cui è stato cremato il corpo che i khmer rossi indicano come quello del loro ex capo Poi Pot

Persone citate: Khieu Samphan, Svay Sitha

Luoghi citati: Cambogia, Phnom Penh, Stati Uniti, Thailandia