Ulster, la pace resiste al terrore di Fabio Galvano

Ulster, la pace resiste al terrore E la polizia smentisce il movente politico dell'agguato di Belfast Ulster, la pace resiste al terrore Unionisti e cattolici favorevoli all'intesa LONDRA. L'uccisione di un tassista cattolico in un quartiere occidentale di Belfast non ha fatto sbandare il processo di pace in Irlanda del Nord. Ieri il congresso del partito unionista ha espresso un risonante «sì» al compromesso di Stormont, dando al suo leader David Trimble il 72 per cento dei voti e quindi un esplicito plauso per il suo operato. E a Dublino, all'annuale congresso del Sinn Féin, Gerry Adams è stato accolto da prolungati applausi; anche se un pronunciamento formale dei repubblicani sull'accordo di pace non verrà prima di stase- ra e potrebbe addirittura slittare a un congresso straordinario che sarà convocato entro un mese, prima del referendum del 22 maggio. Una giornata forse decisiva, quella di ieri; ma nelle ultime ore si era temuto che la pace potesse crollare come un castello di carte. Per le resistenze di buona parte della dirigenza unionista, anzitutto, che nei giorni scorsi ha accusato Trimble di avere «sven¬ duto» i protestanti al tavolo negoziale e si è di fatto allineata sulle posizioni oltranziste del reverendo Ian Paisley e della Loggia Orangista, che mercoledì aveva detto no al documento approvato il Venerdì Santo. E poi c'è stata l'uccisione, venerdì sera, di Mark McNeill, tassista cattolico poco più che trentenne: un agguato che ne ricalca altri delle ultime sanguinose settimane, anche se la polizia ha voluto smentirne il movente politico. Trimble ha conquistato l'adesione del suo partito al piano di pace per 540 voti a 210, poco dopo la sconfitta di una mozione per il no con un analogo punteggio (515 a 238). «E' stata aperta la strada verso una nuova era per la popola¬ zione del Nordirlanda», ha detto: «Dobbiamo tutti fare compromessi per il bene comune e la porta resta aperta al resto della comunità unionista». «Ora - gli ha fatto eco il numero due del partito, John Taylor - potremo affrontare il referendum con fiducia. Ho già informato Downing Street della nostra decisione». Persino dal tradizionale avversario di Trimble, Gerry Adams, è venuto un inatteso plauso. «Ben fatto David», ha detto il presidente del Sinn Féin. Ma Trimble ha replicato con una sfida: «Ora chiedo all'Ira e al Sinn Féin se sono davvero pronti a rinunciare irrevocabilmente alla violenza». La risposta potrebbe venire oggi; anche se Adams ha insi¬ stito che il suo partito non deve «farsi spingere» verso una decisione se non è ancora pronto a prenderla. L'accordo di Stormont, ha detto, «ha il potenziale per ridefinire i rapporti fra queste due isole». Ma la formale rinuncia irlandese alle province del Nord lascia l'amaro in bocca a molti repubblicani, che hanno insistito affinché lo slogan del loro congresso fosse ancora «Il futuro: un'Irlanda unita». Sono malumori che al momento del referendum potrebbero creare un paradossale fronte del no fra i cattolici più estremisti e i protestanti che ieri hanno manifestato a Belfast contro Trimble e contro il suo «tradimento». Fabio Galvano II leader unionista David Trimble agita il testo dell'accordo approvato dal suo partito

Luoghi citati: Belfast, Belfast Ulster, Dublino, Irlanda, Irlanda Del Nord, Londra