«Processate i complici» di Andrea Di Robilant

«Processate i complici» «Processate i complici» Il fotografo di «Urla del silenzio» WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «La storia terribile di quegli anni non finisce con Poi Pot», dice Dith Pran, il fotografo cambogiano che divenne uno dei personaggi centrali de «Urla del silenzio», il film di Roland Joffe sul genocidio perpetrato dal sanguinario, leader dei Khmer rossi. «Dobbiamo tentare il possibile per arrestare e processare la cerchia ristretta di Poi Pot», aggiunge Pran, che oggi lavora come fotografo per il «New York Times». «Una decina di persone in tutto che sappiamo essere reponsabili delle uccisioni». Negli Anni Settanta Dith Pran lavorava a Phnom Penh come assistente di Sydney Schanberg, il corrispondente del «New York Times» i cui articoli sulla Cambogia gli valsero il Premio Pulitzer. La storia di Schanberg e Pran fornì anche l'ossatura della sceneggiatura del film di Joffe, che vinse una serie di Oscar nel 1984. Uno degli Oscar, quello per il migliore attore non protagonista, fu vinto da Haing Ngor, il profugo cambogiano alla sua prima esperienza sullo schermo che ricoprì il ruolo di Dith Pran. Ngor, che era stato un ginecologo benestante in Cambogia prima della conquista del potere da parte dei Khmer rossi, era emigrato a Los Angeles dopo essere scampato al genocidio. Negli Stati Uniti si era dato da fare per soccorrere i suoi connazionali. Il regista volle conoscerlo nell'ambito delle ricerche che stava facendo per il film, e quando lo vide notò la somiglianza con Pran e gli offrì la parte. Ngor continuò a lavorare nel cinema. E non perdeva occasione per meravigliarsi della sua fortuna. Ma nel febbraio del 1996 fu ucciso a Chinatown da una gang asiatica. Per una curiosa coincidenza proprio ieri, mentre si diffondeva nel mondo la notizia della morte di Poi Pot, a Los Angeles si concludeva il processo ai tre assassini di Ngor - Tak Tan, Jason Chan e Indra Lim - con la loro condanna. Ngor si era talmente immedesimato nella storia di Dith Pran che quando fu assassinato due anni fa molti pensarono che era morto il fotografo. Il quale è invece vivo e vegeto, risiede nel New Jersey e continua a fare il fotografo. Andrea di Robilant

Luoghi citati: Cambogia, Los Angeles, New Jersey, Phnom Penh, Stati Uniti, Washington