Chirac: a noi la banca Ue
Chirac: a noi la banca Ue Il Presidente difende la candidatura Trichet Chirac: a noi la banca Ue PARIGI NOSTRO SERVIZIO Il presidente Jacques Chirac dà lezioni di liberismo al suo primo ministro, Lionel Jospin, difende la moneta unica dagli euroscettici, non cede di un millimetro sul «suo» candidato alla Banca Centrale Europea, Jean-Claude Trichet, spara a zero contro il commissario europeo sir Leon Brittan e tranquillizza i francesi: «Con l'Europa, sarà una Francia più forte e più moderna». Nell'attesa conferenza stampa tenuta ieri pomeriggio nel salone delle feste dell'Eliseo, il Capo dello Stato francese ha «esternato» a 360 gradi, pur seguendo il filo conduttore europeo. La vicenda più scottante affrontata è stata quella della presidenza della futura Banca Centrale Europea, per la quale Chirac ha ribadito che «la Francia ha un candidato e difenderà il suo candidato». Pur auspicando una soluzione amichevole, Chirac ha dunque rilanciato il duello fra Trichet, governatore della Banca di Francia, e l'olandese Wim Duisenberg, presidente dell'Istituto Monetario Europeo, un duello che sta mettendo in grave imbarazzo i partner europei. Ma l'obiettivo del discorso presidenziale era quello di tentare di dissipare le paure dei francesi per l'avvento della moneta unica e le sue temute conseguenze. «E' grazie all'Euro - ha esclamato Chirac - che non abbiamo patito di più la crisi delle economie asiatiche». E poi: «Comprendo le esitazioni e le paure», ma «con l'Europa la Francia sarà più forte e più moderna», anche se deve affrontare ora le riforme «indispensabili». Ed è quindi passato alle «bacchettate» spingendo essenzialmente per una diminuzione delle imposte e per un congelamento della spesa pubblica. «Abbiamo troppi handicap - ha affermato il Presidente - troppe spese pubbliche, troppe tasse, troppa burocrazia». La Francia è poco «tonica», affrontare l'Europa può essere difficile senza «una diminuzione delle tasse che favorisca l'iniziativa e ricompensi gli sforzi di tutti coloro che vogliono agire, che vogliono creare, per realizzare i loro sogni e le loro ambizioni», «lo spirito imprenditoriale deve essere fra le prime preoccupazioni». Un'arringa «liberal», che ha avuto il suo coronamento nell'ammonizione al governo Jospin impegnato sull'impervio sentiero delle 35 ore: «La Francia - ha dichiarato Chirac - non può fare il cavaliere solitario in campo economico e sociale. Deve ispirarsi a ciò che fanno i Paesi che hanno più successo nella lotta per l'occupazione». In definitiva, a Jospin e ai suoi ministri ha raccomandato «la regola del buon senso secondo la quale la spesa pubblica non può aumentare più rapidamente dell'inflazione». Europa non significa smobilitare e rinunciare alla sovranità francese, ha peraltro ribadito Chirac nell'invitare la Commissione Europea a non oltrepassare i suoi poteri e prendendosela apertamente con il commissario europeo, il britannico sir Leon Brittan. Brittan «è partito da solo a negoziare con gli Stati Uniti, senza alcun mandato, una zona di libero scambio». Si tratta, per il Presidente, di «un comportamento inammissibile», di qualcosa che «non deve più ripetersi». Anzi, la Francia chiede - parallelamente ad una modifica delle regole di funzionamento come condizione per l'allargamento dell'Ue - la riduzione del numero dei commissari. Tullio Giannotti Attacco a Londra «Non può contrattare da sola con gli Usa» Il presidente francese Jacques Chirac «Le 35 ore sono un rischio»
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