Craxi, annullata la condanna a 8 anni

Craxi, annullata la condanna a 8 anni La Cassazione: dovrà essere rifatto il processo all'ex leader psi per tangenti alla Metropolitana milanese Craxi, annullata la condanna a 8 anni Bonetti amaro: ecco gli effetti del nuovo articolo 513 ROMA DALLA REDAZIONE Importante vittoria giudiziaria per Bettino Craxi che ha ottenuto l'annullamento della sentenza con la quale, il 5 giugno del '97, era stato condannato a otto anni e tre mesi nell'ambito del processo per le tangenti della Metropolitana milanese. La clamorosa decisione, che segna un punto in favore dell'ex leader socialista, è stata presa dalla sesta sezione penale della Cassazione. Ora tutto dovrà ricominciare daccapo, in un'altra corte d'appello. Non solo: a questo punto esiste la concreta possibilità che, per gli stessi motivi (le modifiche apportate all'articolo 513 del codice di procedura penale), debbano essere rifatti anche i processi che riguardano l'Enimont e l'Ambrosiano. E un altro processo a rischio è quello sulle discariche per il quale fu condannato a sette mesi il fratello di Silvio Berlusconi, Paolo. Insomma si profila la concreta possibilità che per Tangentopoli venga scritta la parola fine. Non è un caso che la procura di Milano abbia preso male la notizia: Francesco Saverio Borrelli ha subito rilasciato un amaro commento sull'accaduto. Ma quale motivo ha indotto la sesta sezione della Cassazione ad annullare quella sentenza contro Craxi, frutto di un processo che era nato da un'inchiesta di Antonio Di Pietro? La ragione sta (ed è questo il motivo dello sfogo di Borrelli) nelle novità apportate dalla riforma dell'articolo 513 del codice di procedura penale. Secondo il testo riformulato dal Parlamento, le dichiarazioni rese da imputati-testimoni di reato connesso nella fase delle indagini preliminari vanno ripetute durante il dibattimento, pena la lo ro nullità. E siccome Silvano Larini, che era al centro dell'impianto accusatorio del processo riguardante l'ex leader del psi, in aula non ha mai ripetuto le sue dichiarazioni, i difensori di Bettino Craxi avevano puntato all'annullamento della sentenza. Ed è a questo che si deve la dura presa di posizione del procuratore della Bepubblica di Milano: «Si cominciano - è stato il commento di Francesco Saverio Borrelli - a vedere gli effetti della riforma del 513, effetti che si toccano con mano con i guasti determinati dalle modifiche». Gli avvocati dell'ex segretario socialista hanno raggiunto l'obiettivo dell'annullamento grazie al fatto che due mesi fa la pronuncia delle sezioni unite della Suprema corte ha stabilito che la nuova formulazione dell'articolo 513 del codice di procedura penale debba essere applicata anche ai procedimenti pendenti in Cassazione e non solo a quelli di merito, come previsto invece dalle norme transitorie di quella ri¬ forma. Questa decisione, di fatto, ha reso D nuovo testo retroattivo. Da allora, infatti, si è aperta la possibilità di rifare i processi già conclusi in secondo grado prima della riforma del 513 tenendo conto della revisione. Si concretizza quindi il timore di Borrelli e di tutti quei magistrati che avevano lanciato un grido d'allarme, CHIO minata dalla Craxi, Bisichiamandosi d'Appello di orlani, del pli el Consiglio e l'amminiPatelli oltre a rdia. In ap a 7 mesi di nnate anche ssati, Maurimossi dalla preoccupazione che le modifiche dell'articolo 513 del codice di procedura penale finissero per coinvolgere anche i procedimenti già in corso. E mentre Borrelli e i suoi ieri masticavano amaro, gli amici (come la Boniver) e gli avvocati di Craxi erano raggianti. Questi ultimi hanno telefonato all'ex segretario socialista, ad Hammamet, ma lui non era in casa, e così, in famiglia, la prima a venire a sapere la buona nuova è stata la moglie Anna. Ai giornalisti i difensori di Craxi hanno spiegato i motivi di quell'annullamento con queste parole: «La prova cardine del processo - ha detto Giannino Guiso - era la testimonianza di Silvano Larini, che in dibattimento non si è mai presentato. Sul suo conto noi avevamo sempre espresso alcune riserve, mentre il pubblico ministero Di Pietro aveva preso per buone le sue dichiarazioni contro Craxi, senza tener conto delle contraddizioni che pure avevamo messo in evidenza». Ma l'importanza della decisione presa dalla sesta sezione della Cassazione è soprattutto un'altra, come ha evidenziato ancora Guiso: «Questa sentenza apre la via a un giudizio analogo anche per il processo Enimont e per quello dell'Ambrosiano». Ossia per due dei più famosi processi di Tangentopoli. Segno che un'epo ca sta finendo? L'ex segretario del partito socialista Bettino Craxi allart. 513. Tra i condannati dalla CoMilano: gli ex segretari della de ArnaldoRenato Altissimo, l'ex vice presidentClaudio Martelli, il leader della Lega Bostratore dello stesso partito AlessandrGarofalo, Sama e Giallombardo. Tangenti per discantile in Lombpello fu confermata a Milano la condareclusione per Paolo Berlusconi. Conaltre dieci persone tra cui Carlo Radicezio Prada e Gianstefano Frigerio. I PROCESSI A RISCHIO Enimont. La sentenza di appello sarà esaminata dalla cassazione il 29 maggio. Tra gli imputati: Craxi, Bisignani e Sama, che hanno fatto ricorso richiamandosi all'art. 513. Tra i condannati dalla Corte d'Appello di Milano: gli ex segretari della de Arnaldo Forlani, del pli Renato Altissimo, l'ex vice presidente del Consiglio Claudio Martelli, il leader della Lega Bossi e l'amministratore dello stesso partito Alessandro Patelli oltre a Garofalo, Sama e Giallombardo. Tangenti per discantile in Lombardia. In appello fu confermata a Milano la condanna a 7 mesi di reclusione per Paolo Berlusconi. Condannate anche altre dieci persone tra cui Carlo Radice Fossati, Maurizio Prada e Gianstefano Frigerio. L'ex segretario del partito socialista Bettino Craxi

Luoghi citati: Chio, Hammamet, Lombardia, Milano, Roma