«Ecoriabilitazione» per le foreste indiane

«Ecoriabilitazione» per le foreste indiane A DEHRADUN «Ecoriabilitazione» per le foreste indiane In un istituto con 300 ricercatori, che ospita anche sette musei e un erbario ■ N India, un Paese che si è acI canito attraverso i secoli I contro le sue foreste, riducendole del 50% negli ultimi 50 anni, fino a far sì che occupassero soltanto un quinto del suo territorio, esistono ben 12 centri di ricerca forestale sparsi in tutta la nazione. A Dehra Dun, cittadina a circa 200 chilometri a Nord di New Delhi, si trova quello più importante, l'Indian Council of Forestry Research and Education Institute (Icfrei), dove sono impegnati in un'attività di ricerca d'avanguardia e nello studio del patrimonio forestale indiano numerosi scienziati di livello internazionale. Alla sua guida vi è N. K. Joshi, 57 anni, che coordina anche l'attività degli altri centri analoghi indiani, e che segue personalmente il progetto di «ecorehabilitation» in corso dal 1990 nella parte centrale dell'Hima- laya. Si tratta di un programma finalizzato alla salvaguardia dell'ambiente montano in generale e in particolare delle sue specie arboree, come i cedri deodara sottoposti negli anni passati ad un insensato taglio a causa del loro legno pregiato. All'istituto si deve anche la messa a punto dell'arsenic-copper chromate: un sistema chimico di trattamento del legno per la sua conservazione che ormai è stato adottato in tutto il mondo. Sono in corso da qualche anno studi diretti ad appurare le proprietà curative delle piante indiane, in stretta collaborazione con le industrie farmaceutiche locab e multinazionali operanti nel Paese. Il complesso, immerso nel verde, costruito nel 1906 da un architetto inglese, ha un'elegante struttura neoclassica in mattoni a vista di estrema ar¬ monia architettonica. Nel corpo centrale, ritmato da ampi porticati, sono ordinati sette musei e un erbario, diretti da A. N. Shukla. Ancora allestiti secondo i criteri museali di fine Ottocento, vi è ricostruita la storia botanica, zoologica e geologica di tutto il subcontinente indiano. Attorno vi sono le altre strutture del campus, città nella città, dove vivono i 300 ricercatori con le loro famiglie e i 400 studenti provenienti da ogni parte dell'Asia, per un totale di 4000 persone. Nei vivai e nelle serre, che occupano circa 450 ettari, sono presenti tutte le 300 specie arboree esistenti nel Paese, fra cui anche una piantagione di Paulownia. Pianta di origine cinese, a rapida crescita, utilizzata per la produzione della cellulosa, che viene clonata attraverso un complesso procedi¬ mento messo appunto nel '94 da K. S. Bhandari, direttore del Cellulose and Paper Division dell'istituto. All'avanguardia anche le colture di bambù, comprese le varietà che vengono impiegate abitualmente nell'edilizia e quelle da cui è possibile ricavare le materie prime per la fabbricazione della carta. Sempre nel settore delle biotecnologie genetiche forestali sono in corso esperimenti di ibridazioni di eucalipti, produzioni di biomasse e creazioni di frutteti sperimentali. Gome pure si stanno portando avanti ricerche nel campo della micologia patogena e del controllo degli insetti responsabili della morte delle piante, in particolare del teak. Qui vive anche Vananda Shiva, una delle animatrici del movimento ecologista «Cipko Andolan», «gli Abbracciatoli degli alberi». Organizzazione, nata in India verso la fine degli Anni Settanta da Sunderlal Bahuguna, che cerca di contrastare con ogni mezzo pacifico la deforestazione. Spesso i suoi attivisti, che sono in gran parte le donne dei villaggi ai margini delle foreste, si incatenano agii alberi e li «abbracciano» per evitare che vengano abbattuti. La studiosa, nota per le sue opere in tutto il mondo, in Italia ha pubblicato «Sopravvivere allo sviluppo» (Isedi, Torino 1990) e «Monoculture della mente. Biodiversità, biotecnologie e agricoltura scientifica» (Bollati Boringhieri, Torino, 1995). Vananda Shiva è stata anche una delle pro¬ tagoniste del vertice sull'ambiente, che si è svolto a Rio de Janeiro nel giugno del 1992, dove ha sostenuto che «le nostre foreste sono più di una risorsa economica, per noi sono la vita e hanno un valore spirituale». Pietro Tarali© ' La sede neoclassica dell' Indian Council of Forestry Research a Dehra Dun, costruita nel 1906 dagli inglesi

Persone citate: Cipko, Gome, Paper, Shiva, Sunderlal Bahuguna, Vananda Shiva

Luoghi citati: Asia, Dehra Dun, Dehradun, India, Italia, Rio De Janeiro, Torino