Nell'Ulster prove tecniche della pace di Fabio Galvano

Nell'Ulster prove tecniche della pace Si sono svolte senza incidenti a Belfast due marce ad alto rischio di cattolici e protestanti Nell'Ulster prove tecniche della pace Blair chiede a Major e al leader tory Hague di aiutarlo nella campagna per il referendum LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La difficile marcia verso il referendum del 22 maggio, quando l'Ulster dovrà pronunciarsi sul piano di pace varato venerdì scorso, ha fatto ieri un primo incoraggiante passo. La tradizionale marcia protestante che apre la stagione delle provocazioni si è infatti svolta per la prima volta senza incidenti: gli organizzatori hanno accolto - limitandosi a protestare con una lettera - il divieto di attraversare un quartiere cattolico lungo la Lower Ormeau Road di Belfast. Una marcia cattolica, per ricordare le vittime dell'Ira in questi ultimi trent'anni di scontri, si è ugualmente risolta senza incidenti. Ma la tensione, per ora, resta: «C'è ancora la possibilità di tremendi scossoni», ha ammonito ieri il capo della polizia, Ronnie Flanagan: «C'è ancora gente disposta a uccidere per distruggere ogni prospettiva di pace». Arrivati sul ponte che dà accesso alla zona cattolica, gli Apprentice Boys (il ricordo è sempre per quei «giovani apprendisti» di Londonderry che nella mitologia protestante sbarrarono nel 1688 la strada all'emissario di re Giacomo II che tentava la riconquista cattolica della provincia) hanno girato i tacchi. Ma non è che il primo atto di una «stagione» fatta di tamburi, vessilli, bombette, ombrelli, strisce arancione la tradizionale coreografia degli orangemen protestanti - che avrà il suo momento più esplosivo il 12 luglio nella marcia di Drumcrae (in memoria della battaglia del Boyne in cui il re cattolico fu definitivamente sconfitto). Blair ha deciso di non lasciare nulla d'intentato. Così, mentre in ogni casa del Nord Irlanda viene distribuita una copia dell'accordo di Stormont, il primo ministro ha reclutato l'aiuto del suo predecessore, John Major, che aveva avviato il processo di pace, e dell'attuale leader conservatore William Hague. Essi parteciperanno al suo fianco alla campagna per il referendum; come farà il presidente Clinton, che arriverà in Ulster il mese prossimo a ridosso del vertice del G7. Ciascuno ha da combattere la sua battaglia. Così, dopo avere conquistato sabato l'è secutivo unionista, il leader della più importante forma zione protestante, David Trimble, si prepara a convincere anche la base del parti to: sullo sfondo, però, di una preoccupante defezione da parte di alcuni deputati del partito, pronti a schierarsi con il no a oltranza del reve- rendo Ian Paisley e dei suoi unionisti democratici. Anche Gerry Adams, presidente del Sinn Féin, avrà il suo daffare a convincere l'esecutivo repubblicano e, successivamente, il comitato militare dell'Ira. Il suo è un delicato gioco d'equilibrio; e lo si è visto, nelle ultime 48 ore, da una serie di discorsi in pubblico nei quali è stato costretto per accattivarsi l'Ira - a lodare apertamente i combattenti repubblicani. Accolto con entusiasmo dalla folla cattolica, Adams ha preso parte la sera di Pasqua a una manifestazione nella contea di Tyrone per ricordare la «sollevazione di Pasqua» del 1916. «Desidero congraturlarmi con la Brigata Tyrone dell'Ira - ha detto - per il coraggio, la tenacia e l'impegno di cui hanno dato prova nel corso degli anni. L'ammiro però non solo per il suo ruolo in guerra, ma anche per quello nella ricerca della pace. Anche le altre forze armate devono comportarsi allo stesso modo». E ieri, prendendo la parola a Belfast presso un monumento ai volontari dell'Ira, ha ribadito: «Siamo per questo accordo e abbiamo biso¬ gno del vostro aiuto. Ma una cosa è certa: la nostra lotta continuerà finché l'esercito britannico lascerà completamente il nostro Paese e quest'isola potrà vivere in pace». Sono scaramucce inevitabili. Ma a Crossmaglen, sotto l'immagine di un incappucciato con mitra in mano che, sotto forma di cartello stradale, ammoniva fino a ieri del pericolo di «cecchini al lavoro», qualcuno ha ora scritto: «Cecchini in cerca di lavoro». Anche quello, forse, è un passo avanti. Fabio Galvano Un'immagine della parata per le vie di Belfast che si è svolta senza incidenti coCrateqhDgdtoggdretepfiprsminsrlcapdt Sotto un cartello che avverte del rischio cecchini una scritta: «In cerca di lavoro»

Luoghi citati: Belfast, Londonderry, Londra, Nord Irlanda, Ulster