«Decreto incostituzionale » di R. Cri.
«Decreto incostituzionale » «Decreto incostituzionale » Di Bella, nuovo attacco del pretore Madaro ROMA. H pretore di Maglie, Carlo Madaro - che per primo ha accolto i ricorsi presentati da ammalati di cancro per ottenere gratuitamente i medicinali previsti dalla terapia Di Bella - ha sollevato presso la Corte Costituzionale la questione di legittimità costituzionale del decreto sulla sperimentazione della cura del medico modenese, emesso dal ministro della Sanità Bindi. Madaro ritiene il decreto in contrasto con gli articoli 2 e 3 della Costituzione sulla parità di trattamento dei cittadini «per via - ha detto - delle discriminazioni fra ammalati ammessi e quelli esclusi dalla sperimentazione». Il decreto, secondo il pretore di Maghe, è in contrasto anche con gh articoli 32 sulla tutela del diritto alla salute e 24 che consente a tutti i cittadini di tutelare i propri diritti in sede giurisdizionale. «Il decreto - ha detto Madaro - si propone, infatti, di impedire ai cittadini di ottenere attraverso un provvedimento del giudice i farmaci della terapia Di Bella». Tutti i processi - davanti al pretore di Maghe sono una cin¬ quantina - sono sospesi sino a quando la Corte non deciderà. I provvedimenti d'urgenza sulla somministrazione gratuita dei farmaci sono prorogati. Il pretore di Maghe ha inoltre reso noto che il dottor Fabio Musca, titolare del reparto oncologico dell'ospedale di Poggiardo (Lecce), ha consegnato allo stesso Madaro tutta la documentazione riguardante venti ammalati in cura da un mese con il protocollo Di Bella. «In tutti e 20 i casi - afferma Madaro - gh ammalati hanno ripreso un'efficienza fisica e per tutti si è ottenuto un evidente miglioramento della qualità della vita», «Nel caso di un ammalato in fase terminale - ha aggiunto Madaro - è stata registrata la completa guarigione: è completamente scomparsa una massa tumorale di 15 centimetri presente nell'intestino. Ciò - ha concluso Madaro - viene comprovato da una serie di esami clinici». ((Le critiche espresse dal dottor Giuseppe Di Bella nei confronti della sanità pubblica non integrano affatto gh estremi di reato». E' la replica dell'avvocato Enrico Aimi, legale della famiglia Di Bella, alla notizia che il ministro della Bindi intende querelare per diffamazione il figlio del fisiologo modenese. «Sappia comunque il signor ministro - ha detto Aimi - che a fronte della minacciata querela il dottor Giuseppe Di Bella non si lascerà mtimidire e mi ha pertanto conferito mandato per querelarla per il reato di minaccia». La terapia del professore ha intanto raccolto adesioni anche all'estero. In Canada, ad esempio. Charlene Taccogna, 38 anni, casalinga di Toronto, due mesi fa ha scoperto di avere un cancro: assieme a suo marito Franco ha deciso di ritirare i figli dalla scuola, vendere la casa, l'auto, per andare a Bari a tentare la cura Di Bella. I Taccogna hanno deciso di partire anche se non hanno mai incontrato il medico italiano e nonostante un gruppo di specialisti canadesi, inviati in Itaha per valutare la cura, abbia espresso un giudizio fortemente interlocutorio sui suoi reali benefici. [r. cri.]
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