Ma già nasce un nuovo Muro

Ma già nasce un nuovo Muro Ma già nasce un nuovo Muro Nella capitale i lealisti si barricano LE ANGOSCE DEL FUTURO ABELFAST LIA frontiera del suo ghetto, Tom mostra il muro che separa il suo quartiere dalle strade cattoliche. «Taglierà il terreno aperto e la strada qui, poi passerà in fondo ai giardini laggiù e salirà sulla collina», spiega questo vecchio soldato che non ha mai servito in Irlanda del Nord, disegnando con le mani la geografia dell'esclusione che^ancora una volta taglierà le strade di Belfast,^ Odio cShtro odio, paura contro paura. Il quartiere di Tom, -White City7~*cifcóndàtò da strade a maggioranza cattolica, mostra i suoi colori. La Union Jack, simbolo dell'attaccamento alla Corona britannica, pende fradicia di pioggia da tutti i lampioni della strada. I bordi del marciapiede sono dipinti con i colori della bandiera inglese, e sui cartelli che annunciano l'ingresso a White City, gli abitanti hanno aggiunto «lealista», la parola che richiama i protestanti più duri. Un cane nero e cattivo pattuglia le strade vuote di questa periferia pulitina di Belfast, a dieci minuti da Sormont, dove i poliziotti locali cercano di capirsi da due anni. Tom, protestante ma senza eccessi, e contrario al muro. Tom ha 79 anni e il muro, due metri di cemento e acciaio per 200 metri di lunghezza, l'obbligherà a fare un lungo giro per arrivare alla farmacia gestita da cattolici, uno dei due soli negozi di questo angolo di Belfast. «E non servirà a nulla». Il muro, la peace line, come lo chiamano gli abitanti di Belfast, sarà eretto la settimana prossima, e l'ironia della situazione non è sfuggita al Segretario di Stato britannico incaricato della sicurezza nell'Ul¬ ster del Nord. «Mi spiace molto di aver dovuto prendere la decisione di separare fisicamente queste due comunità, soprattutto nel momento in cui siamo così vicini ad un accordo sul futuro dell'Irlanda del Nord», ha riconosciuto il primo aprile Adam Ingram in un comunicato stampa. Ma secondo il ministro, «con 300 incidenti dall'inizio del 1997, legati per la maggior parte alla lebbra dell'odió confessionale», non c'era HI-" tra soluzione. Nella, sua casa, pulita e ordinatacónSe'uhà caJraferata prima dell'ispezione, Tom racconta come due pietre hanno colpito la notte scorsa le sue finestre. «Sono dei ragazzini, si avvicinano dal retro e tirano a volte pietre, altre volte bottiglie Molotov o bulloni lanciati con le fìonde, o spranghe di ferro», racconta Tom, stringendo tra le mani una tazza che commemora il matrimonio, di Carlo e Diana, «ma questa volta non son riusciti a rompere le finestre». Il muro forse impedirà ai proiettili di volare ma, come gli altri sedici che sfigurano la città, non metterà fine agli odii ed ai sospetti tra le due comunità, troppo vicine e troppo simili, «Qui ci sono degli cdh difficili dà guarire, ci sono dei protestanti che non vogliono che dei cattoli-, ci vivano vicino a loro», racconta' Martha, una vecchia vicina di Tom. Tom, forse protetto dalla sua età, continua ad attraversare le strade cattoliche per andare a fare la spesa o andare a pranzo da sua figlia. Almeno durante il giorno. «Io dico loro buongiorno e loro mi rispondono. Normalmente coi cattolici va bene. Io ho persino salvato la vita di un cattolico, in Italia, durante la guerra. Quello che non va sono i repubblicani (i partigiani del Sinn Fein e dell'Ira, ndr). Quelli sono dei porci». Altri protestanti non vorrebbero invece mai essere sorpresi in una strada cattolica. «I protestanti non vengono mai nel mio negozio, salgono in macchina e vanno nei loro quartieri», spiega Camilla, che tiene la drogheria all'angolo ed ha sposato un protestante. «Per il pub si va a Shaftesbury in macchina - aggiunge Tom - è lontano, ma è un pub neutro». Due strade più in là i cattolici raccontano le stesse paure, gli stessi sospetti. Thomas Calvert, rappresentante di quartiere, esce di casa solo dal lato sinistro. «A destra ci sono i prote¬ stanti, non ci posso andare. Dall'altra parte invece va bene fino alla nostra cappella. Poi c'è un altro quartiere lealista, preferisco prendere la macchina. Certe sere - aggiunge nel suo salotto decorato con le foto del Papa - escono in bande da White City e cercano qualche cattolico isolato per spaccargli la faccia. Questo quartiere ha sofferto, ha avuto 28 morti in 30 anni, quasi tutti cattolici». I bambini sono le prime vittime di. questo apartheid. Cattolici o protestanti, per andare a scuola o a giocare a pallone devono attraversare il quartiere dell'altra comunità. «Se passano dai lealisti gli gridano addosso, li prendono a spintoni», dice Camilla, la cattolica. «I nostri bambini prendono l'autobus, alle mamme non piace che passino dai cattolici», dice Tom, il protestante. Sull'accordo negoziato in nome delle loro differenze, cattolici e protestanti dicono la stessa cosa: «Non mi cambierà la vita - confessa il vecchio Thomas -. Davanti a casa mia ci sarà sempre il muro». Francois Sergent Copyright «Liberation» e per l'Italia «La Stampa» Nel quartiere di White City anche il bordo dei marciapiedi è colorato con la Union Jaek, la bandiera britannica Il leader unionista David Trimble e, nella foto grande, graffiti su un muro di Belfast

Persone citate: Adam Ingram, David Trimble, Francois Sergent, Molotov, Thomas Calvert

Luoghi citati: Belfast, Irlanda Del Nord, Italia