Che inferno, questa vita di trincea

Che inferno, questa vita di trincea Che inferno, questa vita di trincea Un pezzo di bravura del giovane che si firmava «il secondo Gerry Baldy» SARO Al, Eccomi ora qua, Al, in questa vecchia Italia, e adesso che sono qua non la mollo più. No e poi no. E questo non è un proposito rivoluzionario di Capodanno, Al, ma la pura verità. Bene, Al, devi sapere che ora sono un ufficiale, e che se per caso mi incontri mi devi salutare. Sono per l'esattezza un facente funzione provvisoriamente di sottotenente senza brevetto di ufficiale, ma il guaio è che qui lo sono anche tutti i miei compagni. Non ci sono soldati semplici, Al, nel nostro esercito, e il capitano si chiama chef, anche se a me sembra che non sappia cucinare neppure un cavolo. E l'ufficiale che viene dopo si chiama sous-chef. Ed è chiamato così perché è solo chef dei jitneys [piccoli taxi proletari), deve cioè solo cucinare per le vetturette Ford. Ma non è un lavoro pesante, Al, perché ce n'è rimasta solo una. Sai, Al, qui non pretendono da noi cose impossibili, e uno dei miei compagni mi ha detto che ti guadagni una promozione se ne sfasci una di quelle macchine. Forse è per questo, Al, che portano tutti quei nastrini. Una barretta ogni Ford sfasciata. E ogni cinque Ford una barretta lunga di ottone. Uno dei miei compagni aveva un nastro con sopra barrette bianche rosse e verdi. Sei serie di tre colori ciascuna, e così io penso che egli sia uno di quei fracassaFord di cui si legge sui giornali. Ma non si può sempre credere a quello che scrivono sui giornali, vero, Al? Deve essere bello per te, Al, essere ritornato negli Stati Uniti, perché hai finalmente da mangiare in abbondanza, un posto dove dormire e una moglie. Ma questa vita di trincea, Al, è un inferno. Vorrei sul serio, Al, raccontarti dei nostri patimenti qui, ma non possiamo rivelare segreti militari, Al, neppure a quelli che ci sono più vicini e cari. Ma ti posso dire, Al, che siamo stati in due battaglie: la battaglia di Parigi e la battaglia di Milano. Sto scherzando, Al, e tu mi puoi capire, e ciò ti mostra che io sono ancora sempre lo stesso compagnone, vero, Al? Ti ricordi, Al, di quel tale Pease [Warren H. Pease, di Minneapolis] di cui ti scrissi e che era il nostro capitano durante il.viaggio? Bene, adesso è anche lui un facente provvisoriamente funzione di sottotenente senza brevetto di ufficiale come tutti noi, e adesso mi parla in modo quasi normale e ieri per poco non mi ha chiamato per nome. E dopo tutto, Al, per che cosa siamo qui a combattere se non per rendere più sicuro il mondo ai Democratici? Bene, Al, nel rifugio in cui dormiamo ci lasciano dormire fino alle 7,45, o almeno era così fin quando non è arrivato quel tizio di Moore [William D. Moore, di Peekskill N.Y.] che crede di essere Gionadarco o GerryBaldy Putnam [Giovanna d'Arco, Garibaldi, il gen. Israel Putnam, morto nel 1790, eroe nella guerra d'indipendenza contro l'Inghilterra] alla battaglia di Toro Scatenato o simile. Ci sveglia tutte le mattine verso le sei, e dice acciderbola come ho dormito bene non mi sono neppure voltato. Adesso te lo dico io, Al, cosa fa. Fa battaglie tutta la notte. Urla baionette in canna! Cartucce in canna! Fuoco! Più fuoco ragazzi! Buun, bang! e poi russa un fuoco di sbarramento. Quel tizio, Al, mi ha tutta l'aria di essere lo spartito musicale della Nascita di una Nazione. Jenkins [Howell G. Jenkins, di Chicago) che è un tipo buffo dice che la moglie di Moore deve conoscere tutti gli orrori della guerra. Ma quando si è in trincea, Al, non si può scalciare. Al, ti ricordi di quel Dick Hawes di St. Louis che ha vinto tutti i soldi sulla nave? Bene, ha perso 2500 lire, e te lo dico in confidenza che mi ha fatto quasi piacere, perché quel suo modo di fregare i soldi ai compagni mi aveva fatto pensare ch'egli fosse uno di quegli Arditi in incognito. E a proposito di Arditi, Al, sono brutti ceffi. E se non li lasci salire sull'ambulanza ti tirano un coltello addosso. Conosco un sacco di miei compagni a cui l'han fatto. E anch'io, Al, ho intenzione di comprarmi un coltello, perché questo sembra essere l'unico modo per riuscire a guidare un'ambulanza acciderbola! Bene, si dice che io domani devo essere di riserva e cosi voglio essere preparato, perché tu mi conosci, Al, sempre pronto al dovere, e perciò stasera vado a letto vestito, così che se domani quei brutti mori ci attaccano [oppure, «se quel brutto Moore ci attacca»: un gioco di parole a spese del suo compagno], io sono già pronto a ritirarmi. E così ti saluto e arriverderci, Al, Il tuo vecchio compagno Steve che qui adesso tutti chiamano il secondo Gerry Baldy

Luoghi citati: Chicago, Inghilterra, Italia, Milano, Minneapolis, Parigi, Stati Uniti