Così l'uso del telefono al tempo della privacy

Così l'uso del telefono al tempo della privacy Il governo vara decreto legislativo Così l'uso del telefono al tempo della privacy Ore contate per i maniaci: il molestato potrà sapere da chi proviene la chiamata ROMA. Ma quanto è difficile conservare la privacy, nell'epoca dei telefoni ultramoderni! Gli apparecchi di nuova generazione permettono di farti riconoscere prima ancora che squilli la suoneria: compare il numero del chiamante sul display del chiamato. Solo per quest'ultima diavoleria tecnologia, il decreto legislativo sulla privacy telefonica, deliberato ieri dal governo, prevede ben tre possibilità: mascherare l'identificativo perché si vuole proteggere la propria privacy, respingere le telefonate anonime perché anche la privacy di chi riceve merita tutela, annullare l'oscuramento nel caso di molestatori telefonici. Ma il decreto, che recepisce una direttiva dell'Unione Europea in materia di privacy telefonica, non si ferma qui. In ossequio alla ormai fatidica privacy, le società telefoniche non potranno più immagazzinare i dati delle telefonate. Vanno cioè rese anonime al termine della conversazione, cancellando i riferimenti di chi chiama e di chi riceve. La società potrà conservare i dati del traffico (volgarmente detti gli scatti) fino al bimestre successivo. Quando è terminata la fatturazione, tutto va cancellato dalle memorie elettroniche. Ma qui insorgono i poliziotti e i magistrati. «Così formulata, la norma diventerà una tutela deU'anonimato per autori di gravi reati». Tanto per fare un esempio, c'è chi ricorda che, senza tabulati, non si sarebbe mai risaliti agli autori della strage di Capaci, quando i mafiosi che aspettavano Falcone si parlavano con i telefonini. Le uniche tracce rimasero sui tabulati Telecom. Senza arrivare a casi gravissimi come gli stragisti mafiosi, però, anche i molestatori telefonici avranno tutto da guadagnare a nascondere il proprio codice identificativo. Ma qui scatta la capriola del decreto: il molestato (più spesso, la molestata) avrà il diritto di rivo! gersi, gratuitamente, alla società telefonica. Potrà fare presente di essere vittima di telefonate di di sturbo. E potrà chiedere di annullare per quindici giorni, e nelle ore del disturbo, ogni mascheramento altrui. Diventerà investigatore in proprio: il suo telefono segnalerà infatti il numero di chi chiama. Immaginabili le controtelefonate di rappresaglia. Non solo. La vittima potrà chiedere alla società di con servare tutti i dati di questo particolare traffico. Così ci saranno le prove, al momento di una eventuale denuncia. In generale una società telefonica dovrà stare molto più attenta di prima ai diritti di privacy dei suoi abbonati. Primo, l'utente può chiedere di non finire negli elenchi telefonici. Se ci vuole essere, può scegliere di nascondere il nome di battesimo (Anna Rossi diventa A. Rossi) oppure di nascondere parte deU'mdirizzo (omettere il numero civico, ad esempio). La bolletta dettagliata, gratuitamente, diventa un diritto di tutti. Basterà farne richiesta. Verranno omesse le ultime tre cifre dai numeri telefonici, però, perché non si sa mai. Un marito geloso o un padre impiccione potrebbe attaccarsi al telefono e ripetere tutte le telefonate a numeri che non conosce. Infine, l'uso del telefono o del fax da parte di propagandisti, o di venditori, o di sondaggisti, potrà essere attivato solo con il consenso espresso dall'abbonato. Basta con l'invadenza dei nuovi canali di tecno-vendita. ;. ' Il decretò è stato accolto coh ampia soddisfazione da parte del Garante per la Privacy perchéL «affronta la delicata tematica della riservatezza nel settore dei nuovi strumenti di telecomunicazione». E' soddisfatto anche il mondo dei giornalisti, (ad esempio il segretario della Fnsi, Paolo Serventi Longhi) perché tra le pieghe del decreto, è stata inserita un codicillo salva-giornalisti. Da oggi i cronisti non dovranno più chiedere il permesso ai soggetti degli articoli che ci si appresta a trattare dei loro dati sensibili (e cioè sesso e malattia). Si era arrivati al paradosso che scrivere del ricovero del Papa o dell'influenza di Scalfaro era diventato illegale. Persino il menisco rotto di un calciatore era diventato tabù. Sostiene Mario Pettina, presidente dell'Ordine dei giornalisti: «Viene riconosciuto al giornalista l'esercizio del diritto di cronaca anche quando si tratti di fatti attinenti alla sfera della salute o del sesso. All'ufficio del Garante va dato atto di avere esercitato il suo ruolo con visione alta della funzione della stampa. Ora va rimosso il pregiudizio di una contrapposizione tra diritto alla privacy e diritto all'informazione». Francesco Grignetti ni—t LE CINQUE REGOLE P'ORO f[ \t^mmmmm■ —■n—m— wm m ■ Un utente deve informare l'altro utente quando vengano utilizzati dispositivi che consentono l'ascolto della conversazione da parte di altri soggetti. ■ te società telefoniche devono rendere anonimi i dati relativi al traffico telefonico al termine delle chiamate. I dati vengono distrutti definitivamente al termine del periodo di fatturazione. ■ L'utente chiamante deve avere la possibilità, gratuitamente, di "annullare" la propria presentazione sui display dei telefoni chiamati. Ma l'utente chiamato deve avere la possibilità, gratuitamente, di respingere le telefonate la cui itifi. ■ L'abbonato che sia molestato telefonicamente può chiedere alla società telefonica, gratuitamente, che per 15 giorni (e negli orari del disturbo) le telefonate siano tutte identificate. Può chiedere anche che siano conservati i dati relativi alla provenienza delle telefonate. ■ L'abbonato ha diritto, gratuitamente, di non essere incluso negli elenchi, di omettere parte del suo indirizzo, di mascherare il sesso untando solo l'iniziale del nome identificazione sia stata annullata.

Persone citate: Anna Rossi, Francesco Grignetti, Mario Pettina, Paolo Serventi Longhi, Scalfaro

Luoghi citati: Capaci, Roma