Clinton ordina: arrestate Poi Poi di Andrea Di Robilant

Clinton ordina: arrestate Poi Poi Vìve prigioniero dei suoi seguaci nella giungla, la Thailandia è disposta a collaborare ma esige che sia subito portato via Clinton ordina: arrestate Poi Poi Wa on rocessarlo " A WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Bill Clinton ha ordinato l'arresto di Poi Pot, il leader dei Khmer rossi che fu alla testa di un sanguinario regime in Cambogia negli Anni Settanta e che oggi, vecchio e malato, vive nella giungla thailandese prigioniero dei suoi ex seguaci. Il New York Times ha rivelato che lunedì il Presidente ha impartito istruzioni scritte ai segretari di Stato, di Difesa e di Giustizia. L'obiettivo: catturare Poi Pot in Thailandia, portarlo all'Aia e farlo processare per crimini contro l'umanità. «La decisione è un po' tardiva», si è lamentato il portavoce del governo cambogiano, Khieu Kanharith. «Ma siamo comunque soddisfatti. Sono quasi vent'anni che aspettiamo la sua cattura. E con l'aiuto dei thailandesi ce la possono fare». Poi Pot, appoggiato dalla Cina, conquistò il potere in Cambogia dopo la fuga degli americani dall'Indocina. Trasformò il suo Paese in un immenso e tragico la- ger: oltre un milione di cambogiani furono sterminati dal 1975 al 1979. Quell'anno l'esercito vietnamita invase la Cambogia e cacciò i Khmer rossi. Da allora Poi Pot ha vissuto nella giungla, cercando spesso rifugio in Thailandia e conducendo mia guerriglia contro il regime filo-vietnamita. Sempre più debole, ha finito per perdere il controllo sui Khmer rossi nel corso di una lotta di potere intestina. E pare che oggi viva agli arresti domiciliari in un campo Khmer in Thailandia. L'ordine di muoversi contro Poi Pot arriva dopo anni di prudenza, indecisione, calcoli di realpolitik. E nasce da un'improvvisa evoluzione sul terreno: le forze Khmer sono ormai allo sbando, le defezioni si moltipli¬ cano e l'arresto di Poi Pot appare molto più facile. Anzi, quasi inevitabile. Clinton si è mosso con urgenza anche per evitare di trovarsi Poi Pot improvvisamente tra le mani senza sapere cosa farne, con il rischio di innescare un'insidiosa crisi diplomatica in Estremo Oriente. «Ci sono stati tanti falsi allarmi in passato con i Khmer rossi», ha detto un espo¬ nente dell'amministrazione al New York Times. «Ma questa è senz'altro l'occasione migliore che ci sia mai capitata per catturare Poi Pot. E non vogliamo trovarci impreparati se ce lo consegneranno». Pare che nei giorni scorsi forze thailandesi si siano trovate a tu per tu con Poi Pot, lo abbiano arrestato e poi rilasciato. Bangkok non ha confermato queste voci, che riflettono l'estrema complessità politica dell'operazione. E' chiaro, comunque, che Washington ha bisogno della piena collaborazione delle forze armate thailandesi per raggiungere il suo scopo. Nel frattempo l'amministrazione Clinton si è già mossa alle Nazioni Unite, dove sta lavorando con i francesi su una bozza di risoluzione per legittimare la cattura di Poi Pot (non è ancora chiaro come si comporterà la Cina). Ed è in contatto con il governo olandese per preparare l'eventuale processo al Tribunale per i crimini contro l'umanità. Il governo thailandese ha fatto sapere agli americani di essere disposto a collaborare purché Poi Pot venga portato subito via in qualche altro Paese in attesa del processo. Uno dei piani prevede il suo trasporto in Olanda, appunto; ma gli americani hanno anche esaminato la possibilità di custodirlo in una base militare Usa nelle isole Marianne o a Guantanamo, a Cuba. Andrea di Robilant Poi Pot durante il processo a cui è stato sottoposto nel luglio scorso da una fazione dei Khmer rossi che lo ha ripudiato

Persone citate: Bill Clinton, Clinton, Khieu Kanharith