Tutta la Russia in piana di Anna Zafesova

Tutta la Russia in piana In 6 milioni hanno manifestato da Pietroburgo a Vladivostok, gli arretrati ammontano a 18 mila miliardi Tutta la Russia in piana «Eltsin, pagaci salari e stipendi» MOSCA NOSTRO SERVIZIO «Ridateci i nostri salari». A 10 anni dall'inizio della grande stagione dei comizi in Russia la gente non chiede più libertà, riforme, e nemmeno le dimissioni del governo o del presidente, ma semplicemente soldi per mangiare. Ieri da Vladivostok a Kaliningrad sono scesi in piazza 6 milioni di disperati che chiedevano di essere finalmente pagati per il loro lavoro. Questa volta per l'azione di protesta panrussa i sindacati hanno proposto di cancellare ogni rivendicazione politica. Sulle strade di molte città hanno sfilato cortei che vedevano insieme comunisti e democratici, sindacalisti e seguaci di Zhirinovskij, ma soprattutto quelli che non si riconoscono in nessun partito e che ormai non hanno la forza di pensare ad altro che a sfamare la propria famiglia. Ormai da mesi, secondo i sondaggi, il problema dei salari arretrati è saldamente in testa nella triste classifica delle preoccupazioni dei russi, avanti di parecchie lunghezze rispetto ai problemi di famiglia, la criminalità e la crescita dei prezzi. Milioni di minatori, insegnanti, militari e medici vengono pagati con 2-3, ma anche 6 e più mesi di ritardo. Le stime ufficiali parlano di 58 miliardi di rubli di salari, pensioni e sussidi non pagati, circa 18 nula milardi di lire. Comizi, manifestazioni, picchetti e scioperi si sono svolti ieri praticamente in tutte le città russe, piccole e grandi. Ma si ha l'impressione che la gente sia ormai troppo stanca perfino per esprimere la propria rabbia. Dalle cifre fornite dai sindacati risulta che alla protesta ha aderito poco più della metà dei 10 milioni di lavoratori annunciati nei giorni scorsi. E le cifre ufficiali sono ancora più basse. La partecipazione più alta si è avuta a Pietroburgo, dove sulla leggendaria Prospettiva Nevskij hanno sfilato 60 mila persone con le bandiere di ogni colore, e il comizio finale - che ha chiesto, nonostante il divieto di slogan Eolitici, le dimissioni di Eltsin a raccolto in piazza 100 mila manifestanti, soprattutto operai di imprese militari e insegnanti. L'intensità della protesta, del resto, variava fortemente da zona a zona in base alla situazione economica. Nell'Estremo Oriente, dove i salari non vengono pagati da anni e dove per giunta mancano elettricità e riscaldamento, le manifestazioni hanno raccolto 250 mila persone. Nella ricca Mosca invece i diversi comizi hanno radunato poco più di 10 mila manifestanti, di cui la maggioranza guidata non dai sindacati, ma dai comunisti e da gruppi dell'estrema sinistra che scandivano «Morte ai borghesi». Un'azione di protesta comun¬ que possente, la prima dura prova per il capo del governo ad interim Serghej Kirienko, la cui candidatura domani dovrà essere esaminata dalla Duma. Il giovane candidato a premier ha incontrato ieri i leaders dei sindacati promettendo di saldare i debiti entro il 1° luglio e di creare un meccanismo economico che impedirà l'accumularsi degli arretrati in futuro. Difficile però che queste promesse possano aiutare Kirienko ad attirare le simpatie della Duma. Il leader del Pc Ghennadij Ziuganov ieri ha annunciato che i suoi deputati oggi voteranno contro: «Non ha esperienza, conoscenze, non ha nemmeno una squadra». Anche gli alleati del Pc - il gruppo degli agrari e quello di «Potere popolare» - non appoggeranno l'uomo di Eltsin. Pare inevitabile che Kirienko non riesca a superare la fatidica soglia dei 226 voti a favore: per ora può contare solo sui 51 voti di Zhirinovskij e su qualche decina di deputati indipendenti. E i comunisti stanno già preparando un ricorso alla Corte Costituzionale per impedire a Boris Eltsin di ripresentare di nuovo la candidatura di Kirienko. Il presidente della Duma Ghennadij Selezniov, comunista, ieri ha espresso chiaramente le preferenze del suo partito: Jury Luzhkov, sindaco di Mosca e Egor Stroev, presidente del Senato, vicino al Pc. Anna Zafesova Oggi il primo ministro designato Kirienko affronta senza speranze l'esame della Duma 'È: Il corteo di San Pietroburgo. Nella foto piccola, il premier designato Kirienko bacia Cernomyrdin, che ha compiuto ieri 60 anni

Luoghi citati: Estremo Oriente, Mosca, Pietroburgo, Russia, San Pietroburgo, Vladivostok