Fujimori: ho guarito il Perù dal terrore di Roberto Ippolito

Fujimori: ho guarito il Perù dal terrore Il Presidente difende il progetto per favorire la sterilizzazione che la Chiesa contesta duramente Fujimori: ho guarito il Perù dal terrore «Imprenditori italiani, ora potete investire qui senza paura» IL FALCO DI LIMA LIMA DAL NOSTRO INVIATO Meno bambini, meno bambini. Il presidente del Perù Alberto Fujimori ricorre a una soluzione radicale per ridurre le nascite nel suo Paese, arrivate a 25 l'anno ogni mille abitanti. Ha predisposto un piano per favorire la sterilizzazione in modo da impedire ai peruviani, uomini e donne, oggi oltre 24 milioni, di continuare ad avere figli. E' un piano che sta facendo discutere, che è accusato da più parti di forzare la volontà delle persone e che si è attirato la ferma opposizione della Chiesa cattolica. Ma in questa intervista alla «Stampa» Fujimori dichiara di voler andare avanti con il suo programma per fermare l'aumento della popolazione. Anzi fa di più: ribalta la questione, sostenendo che non esistono le strutture sufficienti per soddisfare tutte le richieste di sterilizzazione. Fujimori, che ha incontrato il ministro del Commercio estero Augu¬ sto Fantozzi, invita anche gli imprenditori italiani a investire nel suo Paese. Assicura che il Perù è tranquillo e che il terrorismo è ormai alle spalle. Presidente, può spiegare il suo piano per la sterilizzazione? «Il governo peruviano ha iniziato un programma di salute riproduttiva, un programma di pianificazione familiare. Il tema non è mai stato toccato finora per non trovare ostacoli. L'abbiamo affrontato perché c'era la necessità di soddisfare la domanda di sterilizzazione». Vuol dire che c'era una richiesta di questo tipo? «Il programma è stato avviato per copiire la domanda. E per soddisfare la domanda era necessario garantire le infrastrutture, il servizio medico, eccetera. C'è una domanda da parte di 400 mila persone l'anno. E' una domanda che il governo peruviano non può soddisfare». C'è un obiettivo del governo? «Il governo ha fissato la capacità di sterilizzazione fino a 120 mila persone. Ma non è questo l'obiettivo». La Chiesa però è contraria. Il piano di sterilizzazione non pone problemi morali? «C'è un'opposizione, una forte opposizione dovuta alla cattiva informazione. Il programma ha alcuni difetti (per l'efficacia della sterilizzazione) ma si tratta di casi isolati. Però d'altra parte stiamo raggiungendo gli standard internazionali. La chirurgia ha sempre dei rischi: i casi falliti sono cinque su centomila persone, come negli Stati Uniti». Davvero come negli Stati Uniti? «Per quanto riguarda il rischio chirurgico è così». Il ministro Fantozzi è venuto in visita in Perù con una delegazione di 45 aziende. Come valuta questa missione? «Non abbiamo avuto finora in Perù la presenza di imprenditori italiani. Per questo la visita è stata molto piacevole e molto gradita. Rappresenta un buon inizio per i nostri rapporti proprio perché Fantozzi è stato accompagnato da un bel numero di imprenditori. Il Perù è un Paese che ha un buon futuro e deve svilupparsi e ha necessità di investimenti che gli italiani possono realizzare molto bene». Cosa si può fare in concreto? «Il ministro del Commercio estero ha prospettato l'idea di creare joint ventures. Questo è un inizio molto positivo perché permette la partecipazione di investitori peruviani. Gli italiani possono offrire la loro esperienza e le loro conoscenze tecnologiche che i peruviani possono apprendere». Quindi la collaborazione eco- nomica è realizzabile? «C'è stata un'assenza delle imprese italiane a parte il commercio che è andato bene. In generale l'assenza c'è stata in tutta la comunità andina. Spero che questa tendenza cambi, come è intenzione del ministro Fantozzi». Che tipo di garanzie sociali offre oggi il Perù agli investitori stranieri? «Garanzie totali. Qui si vive in completa pace. Il Perù è cambiato radicalmente, non c'è rischio che gli investimenti vengano danneggiati dal terrorismo. C'è piena sicurezza interna e stabilità politica ed economica, con prospettive di crescita. Il Nino non ha danneggiato l'economia del Paese; il debito estero e quello interno sono stati ristrutturati e adesso ci sono previsioni positive per i prossimi quindici anni». Nonostante quello che è successo, quindi, si sente sicuro per il terrorismo? «Totalmente sicuro. Qui non c'è nessun pericolo, il Paese non è più pericoloso di altri». La lotta al narcotraffico è state vinta dal Perù? «No, il Perù non ha ancora vinto la lotta al narcotraffico. Non ha vinto, però stiamo avanzando». Roberto Ippolito «Qui si vive in pace completa e in stabilità» «Per il narcotraffico non abbiamo vinto ma progrediamo» Il presidente peruviano Alberto Fujimori

Persone citate: Alberto Fujimori, Fantozzi, Fujimori