Dini a Mosca promuove Kirienko di Anna Zafesova

Dini a Mosca promuove Kirienko Il ministro degli Esteri duro con la Lettonia: «Per aderire all'Ue bisogna rispettare le minoranze etniche» Dini a Mosca promuove Kirienko La scelta del premier è «una spinta innovativa» MOSCA NOSTRO SERVIZIO «Posizioni coincidenti» tra Russia e Italia praticamente su tutto lo spettro dei problemi internazionali. Il ministro degli Esteri italiano Lamberto Dini, in visita di lavoro a Mosca, e il suo collega russo Evghenij Primakov hanno ribadito a più riprese che l'intesa tra le due diplomazie è sempre più solida e che tra la Farnesina e piazza Smolenskaja c'è una sintonia quasi completa. Tra gli argomenti affrontati dai due ministri durante i colloqui di ieri figuravano praticamente tutti i problemi dell'attualità internazionale: Kosovo, Iraq, Iran, Medio Oriente, Baltico. E proprio sulla situazione in Lettonia Dini è stato molto rigido: «L'adesione della Lettonia all'Unione Europea non è vicina - ha detto il capo della diplomazia italiana - e gli eventi delle ultime settimane non fanno che portarla in senso opposto». Una presa di posizione che non può non fare contento il Cremlino, da anni impegnato in una denuncia del nazionalismo baltico, che però non aveva ottenuto molti riscontri in Occidente. Fino a quando, qualche settimana fa, la polizia di Riga non ha disperso brutalmente una manifestazione di pensionati, in prevalenza russi, per poi autorizzare, il giorno dopo, un corteo di ex membri delle SS nel centro della città. Dini comunque ha tenuto a sottolineare che il problema è stato affrontato di sua iniziativa, e non su richiesta dei russi: «Tra le condizioni obbligatorie per l'adesione all'Unione Europea ci sono non soltanto la presenza di istituzioni democratiche e di un'economia di mercato, ma anche il rispetto delle minoranze etniche». L'Italia appoggia anche la posizione di Mosca sul Kosovo, formulata ieri con molta rigidità da Evghenij Primakov. Il Cremlino, fedele alla vecchia amicizia con Belgrado, è categoricamente contrario a qualsiasi ipotesi di separare la regione ribelle dalla Serbia. Inaccettabile anche l'invio di forze militari, non importa sotto quale bandiera. Unica soluzione per risolvere il conflitto: negoziati per stabilire per il Kosovo uno status di autogoverno. Piena coincidenza tra Mosca e Roma anche per quanto riguarda l'eventuale adesione alla Nato dei Paesi Baltici. «Condividiamo pienamente le preoccupazioni dei russi su questo problema», ha detto il ministro degli Esteri italiano. La diplomazia italiana vede la Russia degli ultimi anni come un fattore crescente di stabilità e di soluzione dei conflitti, fattore che si è già fatto sentire in Bosnia e in Iraq. E dunque non è negli interessi di nessuno «perseguire politiche che possono antagonizzare la Russia». Una posizione alla quale fa eco l'atteggiamento del Cremlino verso l'Italia come interlocutore europeo privilegiato, non solo in economia (l'Italia è uno dei maggiori partner russi in Europa, seconda solo alla Germania), ma anche in politica. Nella terza settimana di crisi di governo a Mosca tutti gli esponenti del potere russo incontrati dal ministro Dini - a cominciare dal primo vicepremier ad interim Boris Nemtsov, responsabile per i rapporti economici con l'Italia - hanno tenuto a sottolineare l'immutabilità degli accordi bilaterali. In primo luogo, del «Piano d'azione nelle relazioni italo-russe» firmato da Boris Eltsin durante la sua visita in Italia, nel febbraio scorso. Una conferma venuta anche dal giovane premier ad interim Serghej Kirienko, che il ministro degli Esteri italiano ha incontrato ieri mattina. Un «tecnico» che ha fatto al capo della diplomazia italiana un'impressione positiva: «E' ben preparato, attento e solido, conscio delle proprie responsabilità. La sua nomina è una spinta innovativa». Anna Zafesova

Persone citate: Boris Eltsin, Boris Nemtsov, Dini, Evghenij Primakov, Kirienko, Lamberto Dini, Serghej Kirienko